Mario Vespasiani – Empireo
Mostra di Mario Vespasiani pensata appositamente per la città, dopo l’invito a dipingere il Palio dell’Assunta, in cui l’autore ha immaginato la naturale prosecuzione del drappo che per la prima volta si apre ad una continuazione reale e simbolica con le opere esposte.
Comunicato stampa
I recenti dipinti di Mario Vespasiani hanno avuto origine dopo la pubblicazione del suo primo libro Planet Aurum interamente dedicato agli scritti, nel quale ha raccontato esperienze reali o immaginarie che per la prima volta, si sono presentate (non in immagini ma in parole) in racconti che diventano "quadri" da dipingere nella mente anziché nello sguardo dei suoi interlocutori.
Empireo descrive un momento particolare di questo percorso, in cui Vespasiani trovandosi in un'area lontana immersa nella natura, si è visto partecipe all'imbrunire di uno spettacolo ordinario quanto eccezionale, di un cielo in cui erano ancora presenti le ultime luci del giorno e tutte le stelle, che dalla volta celeste sfioravano terra grazia ad un inaspettato tappeto di lucciole in volo. Proprio questa unità, questa partecipazione fisica quanto sensoriale con ciò che aveva di fronte, ha portato l'autore a fissare prima su carta e poi su grandi tele quegli istanti in cui - nel pieno di una marcia che non aveva ancora considerato simili aspettative e direzioni - si è fermato ad ammirare con stupore ciò che non solo gli si apriva di fronte ma lo circondava per intero, a livello visivo e a un più alto sentimento emotivo.
Il paesaggio coi suoi riferimenti, nel presente ciclo di opere è divenuto così parte di un unico cielo, il più alto, ricollegandosi sia alla teologia medievale - che definiva Empireo un luogo fuori dallo spazio e dal tempo, dove sono accolti gli angeli e le anime beate - che alle recenti scoperte scientifiche in campo astronomico.
Vespasiani ci guida nelle diverse tonalità di quel suo "blu cosmico" delle tele verticali all'esplorazione dell'energia nascosta della gravità, che dalle pietre risplendenti alle intermittenze delle lucciole, si riversa nell'infinito.
Così come la fisica quantistica insegna che l'esistenza e l'identità delle cose si basano sulla trasformazione e non sull'immutabilità, noi che siamo corpo, anima e linguaggio, sappiamo che la profondità della nostra osservazione modifica ciò che stiamo osservando fino renderci protagonisti partecipi all'opera della creazione.
Nella triplice veste di artista, mistico e scienziato Vespasiani sembra teorizzare l'esistenza di un campo invisibile che riempie tutto lo spazio, dove le particelle prive di massa ne acquisiscono interagendo proprio con tale campo e dimostrando come nell'arte, nella fede e nelle leggi scientifiche sia sempre un principio estetico, la bellezza a determinare il primo indizio della verità.
Empireo racchiude dunque la serie recentissima di opere che, come avviene per le stelle di dimensioni giganti, si spoglia degli strati esterni nell'esplosione di un delicato splendore di piccoli punti che invade per intero la superficie del quadro e che sappiamo essere parte di noi come il sentimento spirituale ma anche come il fosforo, il ferro e il magnesio, elementi per non potremmo possedere se non li avessimo ereditati da generazione di progenitori stellari.
Nel caotico mondo odierno, dove ogni cosa vale per ciò che appare senza rinviare a nient'altro che alla sua evidenza, Vespasiani fa leva su tutti i propri sensi, interni ed esterni, per fondersi col grande "mistero" che prova ogni qual volta l'animo umano si sporge verso l'immensità del creato, dove percepire l'aspetto nascosto delle cose che però vuole farsi intuire e desiderare.
Fin dagli esordi Mario Vespasiani ha ritenuto significativo coinvolgere studiosi di varie discipline per ampliare il raggio di riflessione sulle proprie tematiche ed anche in questa occasione sono presenti in catalogo alcune pregevoli testimonianze dai campi dell'astrofisica e dell'arte.
Scrive Mario Vespasiani: "con l'invito a dipingere il Palio dell'Assunta ho realizzato questa serie di opere che saranno presentate il 25 con la mostra Empireo. Seguito naturale del drappo che, se per forza doveva rispettare certe caratteristiche iconografiche, mi ha dato lo spunto di immaginare un contesto più ampio col quale esso si relaziona, sia in chiave espositiva (Palio - mostra) che nell'aspetto simbolico (Assunta - cielo). Senza stravolgere i codici del sacro ho lavorato sull'abbinamento dei colori, che sono la mia vera cifra espressiva e dunque sull'impatto alchemico di un'opera che ha insieme un fondamento religioso ed emozionale. Nella tela figurativa come in quelle astratte è presente la stessa energia che si apre come il cielo notturno ad accogliere non solo la nostra ma anche le altre religioni, in quell'infinito che non conosciamo ma verso cui siamo diretti. L'ambizione più materiale invece non è stata quella di creare il Palio migliore di sempre, che sarebbe un discorso relativo e presuntuoso, quanto nel suscitare in chi se lo contenderà la voglia di avere non solo la vittoria, quanto l'opera..."