Marion Peck – StraVolti
Una nuova ed esclusiva mostra personale di Marion Peck, tra le artiste più riconosciute e seguite del pop surrealismo a livello mondiale.
Comunicato stampa
La Dorothy Circus Gallery è orgogliosa di presentare “StraVolti”, una nuova ed esclusiva mostra personale di Marion Peck, tra le artiste più riconosciute e seguite del pop surrealismo a livello mondiale. Dopo più di dieci anni, Marion Peck torna a Roma per esporre una serie di 11 originalissimi ritratti ad olio su tavola, profondamente ispirati alla tradizione artistica e culturale europea. Per l’occasione verrà anche esposta eccezionalmente l'opera The Actors, capolavoro dell'artista che celebra la cultura classica greco-romana, investigando sia gli aspetti simbolici che quelli psicologici della figura storica e metaforica dell'attore.
Facendo seguito al successo di “Pages From Mind Travellers Diaries” presso la DCG di Londra, che includeva tre capolavori dell’oeuvre di Marion Peck, l’artista, che ama rinnovare la propria ricerca, apre con questa inedita mostra nuove stanze della sua mente, segnando un'inedita tappa della sua carriera artistica.
Influenzata dall’arte di Picasso, dalla sperimentazione cubista e dall’interpretazione dei piani prospettici attraverso l’arte moderna, Marion Peck elabora una sequenza di surreal portraits in cui è protagonista una squisita tecnica pittorica classica affiancata dalla modernità e dal contemporaneo. Personaggi di diverse età, provenienti da epoche diverse, vengono rappresentati su uno sfondo neutrale, senza alcuna indicazione delle loro identità sociali e del loro passato. I soggetti dipinti sembrano infatti emergere dai quadri in uno spazio a-temporale, misterioso e affascinante.
Le figure risiedono al confine tra passato, presente e futuro in una filosofica negazione del Tempo che dissolve una concezione tipicamente hegeliana di storia come progresso, per rimpiazzarla con una concezione del Tempo e della cultura non lineare.
Marion Peck “Lady with a Gold necklace” - Image size 30 x40 cm - Oil on board
Ogni ritratto è eseguito alla perfezione in maniera rinascimentale e l’abbigliamento dei protagonisti stessi fa diretto riferimento ad epoche passate che, in qualche modo, rivivono nei lavori di Peck. Ma questi dipinti non sono relegati nel passato. Al contrario, sono profondamente pervasi da importanti temi contemporanei e teorie psicologiche fondamentali. Come si può già notare dai riferimenti all’arte di Picasso, così come ai ritratti distorti di Francis Bacon, Marion Peck analizza sobriamente la psicologia dei suoi personaggi, inducendo quindi gli spettatori a fare lo stesso. L’approccio pittorico di Marion Peck è infatti fortemente psicologico.
Gli Strani Volti di Peck si aprono così su un piano dispercettivo per portare alla luce la fragilità e l’insicurezza che nasce da un indotta alterazione percettiva.
Tenendo teneramente per mano il nostro subconscio, l’Artista scompone e ricompone i suoi personaggi, stravolgendone la bellezza per dare vita ad una nuova lettura della stessa.
Attraverso l’uso di una sublime tecnica pittorica che adorna le forme più strane e distorte, Peck riesce a mettere in luce l’eleganza e la perfezione dei suoi volti stravolti, che impariamo ad osservare da molteplici punti di vista.
Da questa Strana bellezza emerge un altro “io”, liberato dalle paure di accettazione di se, capace di un autoironia in forte contrasto con l’etiquette di un sistema sociale che tende all’omologazione della personalità.
Da questa analisi emerge l’importante commento che l’artista suggerisce, sulla re definizione di bellezza, che tiene conto di un presente storico in cui regna l’apparenza fisica.
Mentre viviamo l’inquietante fenomeno del mettere in mostra il proprio ritratto ogni giorno, seguendo gli standard della maschera che ci costringe a canoni estetici forzati, in una esasperata tendenza al embellishment, chirurgico e virtuale, i ritratti di Marion Peck dimostrano quanto la stranezza e la particolarità possano in realtà manifestarsi tra le forme più pure di bellezza.
Puntando il dito su un malessere collettivo estremamente contemporaneo e sulla paura del weirdo come pericolosa negazione dell’unicità.
"Are you lost in the world like me? If the systems have failed? Are you free? "(Moby)