Marta Czok – Emotionally…Marta
Emotionally…Marta – Atto II. In mostra 25 opere inedite tra oli/tecniche miste su tela e disegni su carta pregiata.
Comunicato stampa
Domenica 13 Novembre alle ore 18.00 si inaugura presso la Galleria d'Arte Contemporanea "La Saletta dell'Arte" di Taranto
il "Secondo Atto" della Personale dell'artista internazionale Marta Czok.
La mostra, intitolata "Emotionally ...Marta - ATTO II", è la meritata riconferma del successo ottenuto con la prima esposizione del 2010 organizzata sempre dalla Galleria d'Arte Contemporanea "La Saletta dell'Arte" di Taranto.
Le 25 opere inedite, che Marta presenta in occasione di questo secondo appuntamento, si alternano in oli/tecniche miste su tela e bellissimi disegni su carta pregiata.
La mostra si svolgerà dal 13 al 27 Novembre nella Galleria d'Arte Contemporanea "La Saletta dell'Arte", sita in via Duca degli Abruzzi 51 (angolo via Anfiteatro) a Taranto.
Biografia artista:
Di origini polacche, Marta Czok è nata a Beirut (Libano) nel 1947. L’anno successivo si è trasferita con la famiglia a Londra dove ha terminato gli studi accademici alla St Martin’s School of Art, partecipando sovente alla Royal Academy Summer Exhibition.
Negli ultimi 25 anni ha esibito le sue opere in Europa e America, collaborando anche al progetto “Alitalia per l’Arte”. Nel 2000 Alitalia le ha commissionato un trittico che è stato poi donato a Papa Giovanni Paolo II per il suo ottantesimo compleanno. Nello stesso anno è stata invitata dall’Ambasciata Francese, presso la Santa Sede, a realizzare un’opera sul tema del Giubileo, che è stata esposta nell’ambito della mostra Roma Jubilans.
Nel 2008 la televisione nazionale polacca le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la Seconda Guerra Mondiale. Tra le sue mostre più recenti meritano una particolare segnalazione: la mostra antologica che si è tenuta nel 2005 presso i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma; la personale presso l’Abbazia di Pomposa (FE) del 2006; la mostra tenutasi a Palazzo Ferrajoli (Roma) nel 2009 e al Museo Civico di Albano nel 2010. Nel luglio 2009 ha vinto il premio della stampa con il suo dipinto in gara al "Giffoni Film Festival" nell’ambito del progetto Artabù – Icone della trasgressione.
A novembre-dicembre del 2010 la sua personale "Emotionally...Marta" a Taranto, organizzata dalla Galleria d'Arte Contemporanea "La Saletta dell'Arte". Del 2011 è la mostra "About us" tenutasi a marzo al Palazzo dei Papi di Viterbo e poi riproposta a maggio ed ottobre, rispettivamente a Nemi presso le Scuderie di Palazzo Ruspoli (Ro) e a Padova al Palazzo Zuckermann. Dello stesso anno la personale a Palazzo Antico Ghetto (Ex Sinagoga Tedesca) di Padova, dedicata ai Bambini nella guerra e nella Shoah.
Recensione artista e mostra (a cura della dott.ssa Katiana Spinelli, storica e critica d'Arte Contemporanea) :
"La Czok, libanese di origine ma londinese di adozione, è un'artista già nota ed apprezzata in Italia e all'estero per le sue prime opere “narrative” dalla forte carica ironica e satirica. Negli ultimi anni si dedica a lavori che potremmo definire essenziali, sia perché lasciano la scena ad uno o pochi personaggi (che seppur nel loro minimalismo sono sempre ricchi di dettagli e particolari che ne sottolineano l’umanità), sia per l'uso del colore che si riduce al bianco e nero. Ciò che rimane costante è l’effetto che le sue opere hanno sullo spettatore, che stupito si lascia pian piano trascinare dal loro pathos.
Sì.. perché i lavori della Czok non sbigottiscono all’istante, non scandalizzano, non puntano su effetti shock, ma con la loro velata provocazione intendono essere motivo e spunto di riflessione. Essi rispecchiano, in vario modo, il mondo e la vita quotidiana, con un tono più deciso e di denuncia come ne "La torre di Babele", uno dei suoi dipinti storici, dove il mondo sembra manovrato da infide streghe; ma anche in modo leggero e malizioso come in "Gossip", che rappresenta il divertito spettegolare di tre donne.
Questo tono ironico e umoristico, però, è sostituito da un senso di paura e di solitudine tipico del periodo infantile, in altre opere che hanno come soggetto i bambini e i loro giochi. Questi non evocano la spensieratezza tipica dell’infanzia, non infondono allegria, ma come in "Toy box" rispecchiano lo stato d’animo della bambina che dall’alto guarda i suoi giochi disincantata, diversamente da quanto avviene in "Vite segrete", dove lo sguardo tra la bimba e il famoso burattino sottolinea la loro complicità, almeno durante l’ingannevole e beffardo periodo dell’infanzia. Anche il più tradizionale dei giochi, Pinocchio, mostrandosi inerme e piegato su se stesso, lascia trapelare un senso di malinconia e noia (Waiting Pinocchio), benchè, talvolta il suo sguardo fisso (Pinocchio I) sembra chiedere di guardare oltre ciò che si vede al fine di indagare il significato più profondo delle cose.
Ciò accade anche nella serie "Wunderkammer", dove la bambina fissa lo spettatore e nel contempo lo attrae, costringendolo a nuovi interrogativi. In "Wunderkammer con lucertola", però, la presenza di numerosi e disparati oggetti e il conseguente tentativo di comprendere un loro improbabile legame, fa sì che lo sguardo della fanciulla risulti filtrato e quindi meno violento rispetto, ad esempio, ad Almost Empty, dove la macabra presenza di insetti impressiona e porta lo spettatore a ricercare l’apparentemente rassicurante sguardo della bambina"