Martin Soto Climent – Luster Butterfly
Luster Butterfly è un progetto site-specific che riflette su temi come l’affollamento, il consumismo e la precarietà che caratterizzano il nostro tempo.
Comunicato stampa
T293 è lieta di presentare Luster Butterfly, il nuovo progetto dell’artista messicano Martin Soto Climent.
Luster Butterfly è un progetto site-specific che riflette su temi come l’affollamento, il consumismo e la precarietà che caratterizzano il nostro tempo. Può essere considerato come il primo capitolo di una commedia contemporanea complessa di cui non esiste trama alcuna, ma la cui narrativa si articola attraverso la serie casuale delle sculture, quadri, fotografie, oggetti e artefatti che invadono lo spazio della galleria.
Riflettendo sui modi d’essere dell’arte contemporanea, l’artista decide di vestire i panni di diversi artisti, ognuno con il proprio stile altamente riconoscibile. Questi artisti non sono né reali né inventati: come i personaggi di una commedia, essi incarnano uno specifico genere artistico. L’autore non impone loro nessuna scelta estetica, ma tutto viene lasciato accadere come se la galleria fosse la strada dove le loro diverse identità, bisogni e aspirazioni convergono per creare qualcosa di incredibilmente nuovo.
I graffiti del messicano Jesus Martinez aprono il passaggio verso questa collezione di icone contemporanee e miti urbani. Tramite l’utilizzo di oggetti come parabrezza, schermi solari e veneziane, la sua arte si fa gioco delle gerarchie che subdolamente influenzano i nostri modi di vedere, riducendo invece la superficie pittorica a documentazione del processo artistico.
Al fine di derivare organicamente nuovi colori e nuove possibilità visuali, gli interventi artistici di Martinez aspirano a mettere in evidenza il gioco consumistico che pervade la nostra cultura visiva. Perfettamente visibile sui muri della galleria, il suo processo artistico diviene un lavoro in sé, amplificando così quel processo per il quale qualunque nuovo oggetto è destinato ad essere soppiantato da qualcosa di più recente.
Tale approccio sperimentale è evidente anche nelle sculture del newyorkese John Brown, un’altra figura di questa passeggiata iconografica. Estendendo la vita degli oggetti ben oltre la loro utilizzabilità come merci, la sua pop art mira a riformulare la relazione tra prodotto e consumatore. Il giovane artista dona alle lattine di birra collezionate per le strade di New York una nuova vita, facendo loro indossare una maschera umana e attribuendo loro una nuova identità.
Lo spazio che Luster Butterfly apre al contributo di altre personalità, sia fittizie che reali, rappresenta lo sforzo estetico di Martin Soto Climent verso una ricerca che possa riflettere in modo performativo sull’arte del recente passato, creando contemporaneamente nuovi significati e possibilità espressive. Il risultato è un iridescente paesaggio di diversi stili e generi artistici teso a illustrare le molteplici forme con cui l’arte contemporanea si manifesta.
Martin Soto Climent
'Luster Butterfly'
Opening September 16, 7 pm
September 16 - October 21 2014
T293, Via G. M. Crescimbeni 11, Rome
T: +39 (0)6 88980475
[email protected]
T293 is thrilled to present Luster Butterfly a new project by Mexican artist Martin Soto Climent.
Luster Butterfly is a site-specific intervention that tackles with issues of multiplicity, consumerism and disposability. It may be considered as the first chapter of a complex and highly textured comedy with no plot and no events, but whose narrative is hidden behind the whimsical sequence of sculptures, paintings, photographs, objects and artefacts invading the gallery space.
Tracing the lines of what contemporary art is, the artist breaks himself into several, different artists, each of whom with his own, highly identifiable style. Those artists are neither real nor invented; yet, as characters in a comedy, they all embody a specific artistic genre. Nothing is imposed upon them by their author, but everything is left happening as if the gallery were the street where their different identities, wants, needs and aspirations could coalesce into something incredibly new.
The graffiti art by the Mexican Jesus Martinez opens the path to this collection of contemporary icons and urban myths. It mocks the hierarchies that subtly affect our ways of seeing by turning ephemera such as windshields, sunshades and venetian blinds into paintings, while treating the canvas as the documentary evidence of the process of making.
Placing his found objects upon the canvas to extrapolate new colours and visual possibilities, Martinez’ interventions with spray colours shine light upon the consumeristic game that nurtures our visual culture. Impressed onto the gallery’s walls, such process of making becomes a work on its own, and crystallises the fact that everything new is destined to be discarded and replaced by something newer.
This experimental approach is also evident in the sculptures by the New Yorker John Brown, another encounter in this iconographic walk. Stretching the life of found objects beyond their disposability, his decadent pop art aims to reshape the relation between products and consumers. Collecting beer cans from the streets of New York, he brings these humble objects back to life by letting them wear a human mask, and pretend to be somebody else.
Opening the gallery space to the organic contribution of other people, whether fictional or not, while reflecting on art’s most recent past, Luster Butterfly represents Martin Soto Climent’s performative effort to create multiple meanings and possibilities for art today. The result is a variegated landscape of different artistic styles and genres that illustrates the several forms in which contemporary art manifests itself.