Martina Bruni – Teatrino

Il secondo episodio della terza stagione di EXAMATO vede protagonisti i lavori di Martina Bruni. Il denominatore comune che mette in relazione tutte le opere è che rappresentano interni di case, scorci di cortili, momenti atemporali di vita quotidiana, catturati e immobilizzati dai suoi fedelissimi pastelli a olio.
Comunicato stampa
“Quando il teatrino mi chiede cosa ne penso di lui, solitamente inclino la testa e faccio
spallucce, ogni tanto alzo gli occhi al cielo, dipende quasi sempre da quanto sono
impegnata a vivere la mia vita. Solitamente sto in silenzio, il discorso non mi riguarda mai
del tutto, almeno così credevo. Non doveva essere un confronto con gli spettacoli
precedenti, niente gerarchia, porte aperte a tutti. Al teatrino piacerebbe che io versassi
qualche lacrima ma lo faccio solo quando è buio, lui fa acqua da tutte le parti io ho
messo un po’ di secchi in giro ma poi sono rimasta seduta fuori e ho disegnato sul vetro
appannato il mio nome. Sulla porta c’è la mia foto con scritto io non posso entrare.
Nessuno mi ha sentito abbaiare. Sembra sempre che niente ci riguardi davvero fin
quando qualcuno non decide che non possiamo entrare. Io il biglietto l’avevo comprato
su internet anche se saprei entrare benissimo dal retro spingendo forte con la spalla e
mettendo la mano dove fa più male. Non mi manca molto ma tu ragazza mia infondo ci
andresti mai a uno spettacolo che si tiene il lunedì?”
Questa mostra è una testimonianza dei luoghi che Martina ha attraversato e abitato negli
ultimi anni e che ha deciso di immortalare con i suoi fedelissimi pastelli a olio. Una
documentazione non meticolosa né didascalica, attenta e allo stesso tempo approssimativa.
Qui si ritrovano interni di case, scorci di cortili, momenti atemporali di vita quotidiana.
Disegni che appaiono come pagine di diario alla rinfusa, appunti veloci di viaggi, memorie
della sua terra natale, la Calabria, e ancora ricordi lontani di case amiche. Ma questa
interpretazione è solo il preludio della potenzialità espressiva e immaginifica che queste
figure intrinsecamente esprimono.
La verità è che questi quadri prendono forma da ambienti trasformati in scenografie,
ambienti in cui Martina, nel ruolo di scenografa, gioca con i mobili e gli oggetti, li sposta a
suo piacimento, diventano come materiali di scena che vanno ad annettersi ad una
narrazione più complessa.
Da qui il titolo della mostra, TEATRINO, perché, in maniera consapevole o meno, è un
elemento che ricorre nella sua poetica, un denominatore comune che tacitamente torna e
affiora nella sua pratica in modo sempre nuovo. Come se le verità della vita per lei fossero
celate dietro al sipario di un teatro, i suoi lavori sono un invito a guardare oltre, a non
soffermarsi all’impressione immediata, ma a lasciare che la trama man mano, lentamente, si
riveli. E se da una parte queste raffigurazioni ci proiettano immediatamente nell’universo
tangibile che la circonda, fatto di mobili antichi, cumuli di vestiti in disordine che crescono a
dismisura e di accrocchi confusi di oggetti di varia natura, dall’altra invece sono libere e pure
estensioni del suo immaginario. Martina ci racconta storie, verità relative, ci induce a
mettere in discussione quello che diamo per scontato, la percezione sensibile, l’assoluto.
In queste prospettive di vita domestica, fulgide rappresentazioni di momenti di intimità
quotidiana, alla fine le cose non appaiono mai come sono veramente. Queste immagini
divengono espedienti narrativi che ci aiutano ad accedere a una dimensione allegorica, in
cui il confine fra realtà e finzione è labile, ma denso di significato, dimensione in cui
predomina in modo indiscusso il colore. In questo contesto i suoi disegni non possono
esimersi dal diventare feticci, carichi di simbologie occulte, folcloristiche e ancestrali.
Risulta così, quella di Martina, una pratica tanto istintiva, quanto necessaria, in cui i suoi
disegni appaiono spontanei come le emozioni, “a volte timidi e imprecisi, a volte violenti e
disturbanti”.
Martina Bruni (Cosenza, 1989) vive e lavora come psicoterapeuta analitica a Milano. Nei
suoi lavori colori densi e stratificati definiscono su supporti fragili una natura ombrosa e
avvolgente, abitata da oggetti quotidiani, simboli e personaggi misteriosi. Qualcosa di
arcaico rivive nel gesto pittorico prezioso che accende le opere con una luce che sembra
provenire da un tempo sconosciuto per illuminare il presente con ironica saggezza e
drammatico fatalismo. La letteratura alchemica, nei diversi testi in cui questa si è stratificata
nel corso della storia sino a Jung, illumina il processo creativo dell'artista che rielabora il
proprio vissuto insieme con quello di luoghi e oggetti incontrati nella realtà, nel ricordo o
nell’esperienza onirica. Nutrita da un'intensa attività di studio, inteso quale esercizio intimo e
compromettente, la pratica artistica di Martina ri-conosce in ogni opera il valore del simbolo
come possibilità di costruzione di un senso. Suggerisce un impegno di scoperta del Sé come
unico percorso per vedere e accogliere l’altro. Recenti mostre personali: Magagne, BiM
Milano (2025); Arianna, Crepaccio (2024); Vulcanalia, Taglia, Stromboli (2023); Chiavi in
prestito, Casa Vuota, Roma (2022); INFESTANTE, Spazio Martín, Milano (2021); Rovina,
Futuro Arcaico, Bari e Valona Albania (2021). Recenti mostre collettive: Intorno alla Stella,
Nashira Gallery, Milano 2025; Tuca Tuca, Terzo Spazio, Venezia (2024); Sul Fianco, studio
De Francesco, Milano (2024); Love Letters, Spazio civico 16, Pescara (2023); Affascinante,
Museo Civico Varoli, Cotignola (2023); SWEET EPIPHANIES, Contemporary Fire, Cerreto
Guidi (2023); Noccioline, Yellow Gallery presso lo studio di Luigi Presicce, Firenze (2019)
EXAMATO è un collettivo artistico fondato nel 2021 da Giorgio Bernasconi e Marco Paleari.
L’idea alla base del progetto è quella di raccontare attraverso dei cortometraggi un’avventura
artistica come fosse una storia. Lo spazio espositivo diviene così palcoscenico e luogo di
aggregazione per nuovi artisti, che figurano come attori accidentali di un racconto che
intreccia realtà e finzione e da origine a nuove e inusuali esperienze artistiche: ogni mostra è
un episodio, ed ogni periodo scandisce una stagione.
WMilano è un concept store eclettico e innovativo. Nasce nel 2010 da un’idea di Aleksandra
Stefanović, proprietaria del negozio, donna di mondo che ha deciso di condensare la sua
passione per gli oggetti, i mobili di antiquariato e non, il design e l’innovazione in uno spazio
singolare e unico nel suo genere, ricco di proposte curiose e interessanti