Massimiliano Lo Russo – Silenzio Stampa
Una selezione di opere pittoriche di stile fumettistico a cura di Sonia Zampini. Le immagini raccontano situazioni contraddittorie, logiche alterate come possibili reali, anzi come condizioni estreme di una possibilita’ non piu’ remota.
Comunicato stampa
Sabato 26 novembre sarà inaugurata alle 18.30 la mostra personale di Massimiliano Lo Russo, SILENZIO STAMPA, presso la Galleria Tornabuoni in Borgo San Jacopo, 53/r.
L’artista nasce a Lamezia Terme in Calabria; nel 2001 si trasferisce a Firenze, dove attualmente vive e lavora, e consegue il primo livello della laura in “Comunicazione linguistica multimediale”. Frequenta, successivamente l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si diploma in “Arti visive e linguaggi espressivi”, in contemporanea sviluppa un suo personale linguaggio artistico, allestendo molte mostre personali e partecipando a collettive.
“ Nelle sue opere Massimiliano Lo Russo descrive, attraverso uno stile quasi fumettistico, una serie di personaggi che si presentano in bilico tra una dimensione strettamente ironica e una condizione critica del vivere, che nasce da una riflessione più ampia. Attraverso il medium della stessa ironia, filtra uno sguardo attento e sagace, in grado di cogliere e di mostrare, attraverso un sarcasmo colorato, contraddizioni del nostro tempo, inteso, quest’ultimo, come tempo storico e ideologico.
Tra sfondi colorati si stagliano i soggetti pittorici di Massimiliano che, in ogni diversa condizione in cui vengono raffigurati, guardano fissamente lo spettatore come ad interrogarlo con gli occhi, sulla loro personale condizione talvolta estrema o talvolta fortemente quotidiana.
Questa condizione è, in realtà, una immagine globale che descrive il nostro tempo storico con tutte le sue contraddizioni assunte dal nostro sguardo, spesso assuefatto, come normalità e come condizione possibile.
Le immagini raccontano, allora, situazioni contraddittorie, logiche alterate come possibili reali, anzi come condizioni estreme di una possibilità non più remota. Questo a testimoniare di tempi storici che spesso hanno invertito la loro rotta; di condizioni sociali e sociologiche costantemente manipolate, e costantemente riscontrabili nel nostro quotidiano a testimoniare la nostra, sostanziale, accettazione nei confronti di iperbole che il nostro tempo rende possibili. Ed in questo smarrimento di fondo, per cui gli opposti convivono a descrivere una illogica normalità, che rapportata alla nostra condizione storica diventa legittima, l’artista pone in primo piano diversi soggetti, diverse condizioni sociali, ma tutte investite dagli esiti estremi di alterazioni mass-mediatiche, ecologiche, sociali, famigliari, politiche.
Lo sguardo dei protagonisti, allora, continua a fissare gli spettatori, come fosse un ultimo punto di domanda, in quanto la logica irriverente del loro stesso vivere ha tolto loro ogni appello alla ragione o semplicemente alla reazione, costringendo, inevitabilmente, il loro dire al silenzio.
La ragione e con essa il valore delle parole, nella loro possibilità di comunicare ed interrogare e soprattutto di non essere d’accordo, viene simbolicamente negata dai bavagli che Massimiliano pone sul volto di ogni personaggio, come elemento ricorrente e caratterizzante i suoi lavori, proprio perché indicano una condizione del nostro vivere sempre più spesso, ormai, ineluttabile.” (S. Zampini)