Massimo Falsaci
La galleria “Galleria Camaver” invita a scoprire la pittura del giovane artista piemontese Massimo Falsaci e la sua “Utòpia”, ispirata a quel concetto di città ideale – fuori dal tempo e dallo spazio – espresso per la prima volta nel Cinquecento da Thomas More nella sua opera Libellus vere aureus.
Comunicato stampa
La galleria “Galleria Camaver” invita a scoprire la pittura del giovane artista piemontese Massimo Falsaci e la sua “Utòpia”, ispirata a quel concetto di città ideale - fuori dal tempo e dallo spazio – espresso per la prima volta nel Cinquecento da Thomas More nella sua opera Libellus vere aureus.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni: nella prima l’artista si spinge fuori dai confini dove dilagano il caos, il vagare nel buio senza una meta, il ricordo disordinato di un tempo passato, nel segno della frenesia e della solitudine; nella seconda egli si muove all’interno della città dove tutto è giusto e perfetto, con spazi vivibili ordinati alternati a reti di canali e comunicazioni collettive, dove le tradizioni e le coscienze sono vive e presenti quotidianamente nell'agire di ogni individuo metropolitano; nella terza ci si lascia guidare dal simbolo del melograno: come i grani di questo frutto sono ordinati e collegati tra di loro secondo un preciso schema funzionale, così le immagini rubate di “Utòpia” rimandano a una rete di coscienze umane capaci di condividere, pienamente e nel rispetto più alto, il profondo significato della vita.