Massimo Giacon – At Work At Home At Play

Informazioni Evento

Luogo
ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA
Via Solferino, 44 20121 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, il sabato dalle 15.00 alle 19.00

Vernissage
10/05/2012

ore 18.30

Artisti
Massimo Giacon
Generi
arte contemporanea, personale

Antonio Colombo inaugura per Little Circus – spazio interno alla galleria dedicato a progetti speciali – la nuova mostra personale di Massimo Giacon “At Work, At Home, At Play” con una serie di disegni ritraenti il mondo dei frequentatori in costume delle fiere del fumetto, e il loro doppio cartaceo, rivisitato dall’autore in maniera sorprendente. Si tratta di 20 lavori inediti (+1) di medio formato (30 x 40 cm) che l’autore ha realizzato con tecniche miste su carta appositamente per la mostra.

Comunicato stampa

Antonio Colombo inaugura per Little Circus – spazio interno alla galleria dedicato a progetti speciali - la nuova mostra personale di Massimo Giacon “At Work, At Home, At Play” con una serie di disegni ritraenti il mondo dei frequentatori in costume delle fiere del fumetto, e il loro doppio cartaceo, rivisitato dall'autore in maniera sorprendente. Si tratta di 20 lavori inediti (+1) di medio formato (30 x 40 cm) che l'autore ha realizzato con tecniche miste su carta appositamente per la mostra.

L’artista racconta: “Una volta, molti anni fa, le fiere del fumetto erano popolate esclusivamente da chi lo faceva e (un po') da chi lo leggeva, si trattava di una fauna prevalentemente monosessuale, che durante i giorni della manifestazione viveva momenti meravigliosi in cui poteva parlare di quanto si sentiva culturalmente trascurata. Poi, come un'infezione propagatasi dal Giappone all'America arrivarono anche in Italia i Cosplayers. Mi sembra ormai inutile spiegare chi siano.

Non corre buon sangue tra cosplayers e autori di fumetti. Ai primi non interessa chi produce i fumetti, ma i personaggi in sé, come se fossero delle entità a parte scaturite dalle mani di persone inconsapevoli di quel che stavano facendo.

Per i secondi, i cosplayers sono i colpevoli del loro stato di costante povertà.

Ma bisogna riconoscere che il cosplayer ha fatto il grande passo, in realtà non è un supporter di un autore o un personaggio, ma vuole "diventare" quel personaggio. Il cosplayer non simula, il cosplayer è. Ha saltato la barriera della vignetta, si è appropriato della pelle dei personaggi e li ha lasciati scuoiati per terra.

E i personaggi storici? Cosa possono fare ancora dopo che in migliaia di avventure sono stati uccisi, resuscitati, drogati, azzoppati, storpiati? Si sono instupiditi, hanno perso la memoria, sono diventati degli animali, sono poi tornati normali, sono diventati alti come il Baxter Building e piccoli come formiche, hanno assorbito radiazioni con tutti i simboli dell'alfabeto (soprattutto quello greco), sono stati smascherati, sono stati reietti, sono stati amati, sono stati odiati.

I ruoli si confondono. Ieri sono sicuro di avere visto Batman alla fermata del tram con una borsa della spesa. Era decisamente fuori allenamento, ma penso sia molto più credibile di Bruce Wayne, anche perché è molto più plausibile Batman di un Bruce Wayne che prende il tram.

Sicuramente la ricerca di soluzioni pratiche per coniugare l'estetica con le necessità della trasferta, porta i cosplayer a soluzioni geniali. In tutte le migliaia di avventure passate, Diabolik non ha mai pensato a un marsupio, ideale per nascondere i diamanti e le chiavi della Jaguar. Il cosplayer invece sì, e lo porta con fierezza.

I miei preferiti sono quelli poveri. Fieri della loro inadeguatezza al modello di partenza guardano in macchina con aria di sfida, indossando con onore i loro costumi ricavati da un connubio atroce tra materiali di recupero e miracoli sartoriali, e postano le foto delle loro pose no-fashion su facebook, senza alcuna vergogna.

Ma alla fine sono tanto più inadeguati dei supereroi? Forse i supereroi hanno deciso di lasciare a loro la scena, e di scomparire. Come gli dei dell'Olimpo. Essi combattono e fanno sesso senza intervenire nelle questioni terrene. Forse si mascherano quando decidono di andare in visita trasgressiva nelle nostre città. E allora quale travestimento è più efficace che travestirsi da sé stessi? Con materiali di bassa qualità, all'interno di corpi spalestrati, all'interno di meravigliose vite qualsiasi.”

La mostra inaugurerà giovedì 10 maggio 2012, alle ore 18:30

Da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, il sabato dalle 15.00 alle 19.00

Fino al 9 giugno.

All' inaugurazione della mostra l'autore esibirà in pubblico il suo stravagante superpotere con una breve performance.

Massimo Giacon nasce a Padova nel 1961. Dal 1980 lavora a Milano sospeso tra le sue diverse attività di fumettista, illustratore, designer, artista e musicista. Protagonista sin dai primi anni ’80 del rinnovamento del fumetto italiano scaturito da riviste come Frigidaire, Alter, Dolce Vita, Cyborg e Nova Express, inizia a collaborare nel 1985 con lo studio di architettura Sottsass Associati, proseguendo la sua attività nel design con collaborazioni con Matteo Thun, Studio Mendini, Sieger design, e progetti per Olivetti, Memphis, Artemide, Alessi, Swatch, Philips, Ritzenhoff, Telecom. Nel 1990 inizia un’attività artistica che l’ha portato a numerose personali e collettive in Italia, Svizzera , America , Grecia, Portogallo. Nel 1994 inizia ad occuparsi di grafica per reti telematiche, siti web, e CD-rom. Dopo un decennio di attività musicale con diversi gruppi, nel 1996 esce il suo primo album solista “Horror Vacui”, nel 2003 esce il secondo “ Nella città Ideale”. Ha disegnato inoltre arazzi, tappeti, ceramiche, oggetti per la cucina , prodotto illustrazioni pubblicitarie, collaborato con stilisti e riviste di moda (Romeo Gigli, Elle, Glamour), creato allestimenti per esposizioni internazionali, e animazioni per la televisione. Insegna a Milano all’istituto Europeo di Design. Attualmente sta sviluppando la produzione di diversi oggetti per Alessi, disegnando graphic novels per vari editori, continuando la sua attività artistica-performativa e quella musicale come Massimo Giacon & the Blass (Fabio Bozzetto e Diego Zucchi).

In concomitanza in galleria la personale di Gary Baseman, Vicious, fino al 12 maggio.

Prossime mostre:

- Gabriele Arruzzo e Luigi Carboni

- Tim Biskup

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Antonio Colombo presents, for Little Circus – the space inside the gallery set aside for special projects – the new solo show by Massimo Giacon “At Work, At Home, At Play”, a series of drawings showing the world of the costumed fans of comics fairs and their printed counterparts, explored by the artist in a surprising way. The show includes 20 new works (+1) of medium size (30 x 40 cm) done in mixed media on paper, prepared specifically for this exhibition.

The artist explains: “Many years ago comics fairs were attended exclusively by people who made comics and (a bit) by those who read them. They were a prevalently monosexual fauna, which during these events could experience marvelous moments in which it was possible to talk about culturally neglected things. Then, like an infection that spread from Japan to America and then also to Italy, the cosplayers arrived. It seems useless to explain who they are in this context. Cosplayers and the makers of comics don’t really get along. The former don’t care about who makes the comics, they care only about the characters themselves, as if they were separate entities channeled unconsciously through their creators. The latter blame the cosplayers for their state of constant poverty. But we have to admit that the cosplayers have made a big step forward. They are not fans of an author or a character, because they want to ‘become’ that character. The cosplayer does not simulate, the cosplayer is. They have leapt the barrier of the cartoon, taken possession of the exterior aspect of the characters and left them there stripped and skinned.

And the historic characters? What can they still do after thousands of adventures in which they have been killed, brought back to life, drugged, crippled and maimed? They are dazed, they have lost their memory, they’ve become animals then returned to normality, they’ve become as tall as the Baxter Building and as small as ants, they’ve absorbed radiation with every symbol of the alphabet (especially Greek letters), they’ve been unmasked, rejected, loved and hated.

The roles blur. Yesterday I was certain I had seen Batman at the streetcar stop with a bag of groceries. He was certainly a bit out of shape, but I think he was much more credible than Bruce Wayne, also because it is much more plausible to see Batman than Bruce Wayne on public transport.

The pursuit of practical solutions to combine aesthetics with the need for transference undoubtedly leads the cosplayers to brilliant ideas. In his thousands of past adventures, Diabolik never thought of using a fanny pack, which would have been perfect for hiding diamonds and the keys to the Jaguar. Instead the cosplayer has done it, and wears it with pride.

My favorite ones are the poor ones. Proud of their discrepancies with respect to the model, they look into the camera with an air of challenge, honorably sporting their costumes patched together with an atrocious mixture of recycled materials and dressmaking miracles. The post their no-fashion pics on Facebook, shamelessly.

But in the end, are they more inadequate than the superheroes? Maybe the superheroes have decided to let them have the spotlight, and to disappear. Like the gods of Olympus. They do battle and make love without intervening in earthly affairs. Maybe they disguise themselves when they decide to make transgressive visits to our cities. And what disguise could be more effective than dressing up as themselves? With low-quality materials, in flabby bodies, inside marvelous lives like those of anybody else.”

Opening Thursday 10 May 2012, at 18:30

On view from Tuesday to Friday, 10.00 – 13.00 and 15.00 – 19.00, Saturday 15.00 – 19.00

until 9 June

At the opening the artist will reveal an exceptional superpower in public, in a short performance.

Massimo Giacon was born in Padua in 1961. Since 1980 he has worked in Milan making comics, as an illustrator, designer, artist and musician. A protagonist since the early 1980s of the renaissance of Italian comics triggered by magazines like Frigidaire, Alter, Dolce Vita, Cyborg and Nova Express, he began to work in 1985 with the architecture/design studio Sottsass Associati, continuing his design activities in collaboration with Matteo Thun, Studio Mendini, Sieger Design, and projects for Olivetti, Memphis, Artemide, Alessi, Swatch, Philips, Ritzenhoff, Telecom. In 1990 he began to work as an artist, leading to many solo and group shows in Italy, Switzerland, America, Greece and Portugal. In 1994 he began to focus on graphic design for telematic networks, websites and CD-Rom. After a decade of musical activity with different groups, in 1996 he published his first album as a solist, “Horror Vacui”, followed by a second in 2003, “Nella città Ideale”. He has also designed tapestries, carpets, ceramics, objects for the kitchen, produced advertising illustrations, collaborated with fashion designers and fashion magazines (Romeo Gigli, Elle, Glamour), created stands for international fairs and animations for television. He teaches in Milan at the European Design Institute. He is presently developing several objects for Alessi, making graphic novels for different publishers, and continuing his artistic-performative and musical activities as Massimo Giacon & the Blass (Fabio Bozzetto and Diego Zucchi).

At the same time in the main gallery Gary Baseman solo show, Vicious, until 12th May.