Massimo Palumbo – Attraversamenti del bianco
‘Attraversamenti del Bianco’ apre l’attività di Settimopiano un nuovo luogo rivolto all’arte contemporanea nel cuore della cittadina molisana di Termoli.
Comunicato stampa
Una traccia, una linea di pittura, un flusso di colore, un oggetto paralizzato nel bianco. Riflessi di vite vissute in particelle indiziarie.
Il bianco come anomalo liquido amniotico sterilizza, neutralizza e purifica generando nuove energie.
In una solenne compostezza di geometrie ed equilibri che delimitano e proteggono, si susseguono evocazioni, memorie, enigmi, assenze.
Un percorso nel tempo e senza tempo.
La storia si sbriciola ricomponendosi in un universo in cui l’artista si confronta con l’inconscio e la stessa creazione artistica.
Gusci che si schiudono sotto lo sguardo attento del visitatore rivelando, nel silenzio, i loro segreti voluti e reinventati da chi osserva, entrando in contatto con la propria ‘zona emotiva’. Si svela molto più di quello che l’intenzione dell’artista aveva previsto. Una sfida. L’opera d’arte si compie e si dilata nella partecipazione o nell’opposizione del pubblico che entra a farne parte per continuarla e ultimarla.
Reliquie. Ossature. Piccoli frammenti di vita, di tormenti, di storie.
Eppure c’è un tassello mancante che si tramanda da opera in opera sfuggendo a noi e all’autore andando a seminare altrove.
Massimo Palumbo tesse la sua silenziosa scrittura drammaturgica.
La materia transita dal riconoscibile all’estraniante, si parcellizza, si moltiplica, si assembla, deflagra fino al confronto con altri due artisti locali di diverse generazioni: il maestro Achille Pace presente con la serigrafia ‘Cerchi incompleti’ e il giovane Michele Porsia con ‘Ricomposizione – omaggio a Massimo Palumbo’, una cartella di Palumbo rovinata dall’accidentale caduta di un bicchiere di vino e poi strappata. Porsia la ricompone, gira i pezzi e la ‘ricuce’, trasformandola da semplice contenitore in opera.
‘Attraversamenti del Bianco’ apre l’attività di Settimopiano un nuovo luogo rivolto all’arte contemporanea nel cuore della cittadina molisana di Termoli.
Uno spazio/stanza da riempire o da svuotare? Meglio dire da pensare e in cui quel clima di riservatezza rimane condizione necessaria.
Il concetto di ‘camera’ diventa emblematico, aprendo plurimi scenari.
Maddalena Marinelli
biografia
Maddalena Marinelli (1977) è una critica d'arte e di cinema. Per lei «l’arte è l’anima del mondo, evita che il mio inconscio s’ingravidi di deformi bestie nere». Laureata in Scenografia e in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma ha lavorato in ambito teatrale collaborando con esponenti della scena sperimentale romana come Giuliano Vasilicò e l’Accademia degli Artefatti e, come fotografa di scena, per teatri off. Negli ultimi anni, accanto alla critica d’arte affianca la critica cinematografica. Ha scritto per Sentieri Selvaggi, CineCritica e attualmente per Schermaglie oltre che per art a part of cult(ure).
presentazione di settimopiano .
«settimopiano è un'anomalia. È la mia casa privata che si apre a chi ne ha bisogno.
A volte è necessario “fare spazio”, farlo in senso letterale. Io sono cresciuto artisticamente grazie al Premio Termoli di Achille Pace e al MAACK di Casacalenda e penso alle nuove generazione che mi auguro possano avere l'ampiezza, lo spazio, l'aria necessaria alla crescita. Sono di ritorno da un lungo periodo passato a Kassel per sviluppare una ricerca che interseca documenta 14 al paesaggio e ai temi globali. Vorrei restituire qualcosa di questo grande donativo, restituirlo alla terra delle mie un po' sradicate radici.
settimopiano è la mia casa, ma anche il mio atelier e il mio studio. Mi occupo da alcuni anni di progettazione della città e del paesaggio, di arte contemporanea e poesia concreta e così ho chiesto a Maxim Gostyuzhev, manager di talento e promotore culturale, di propormi ed aiutarmi a curare un progetto culturale per dedicare 'la stanza degli ospiti' all'arte contemporanea che trovo in sintonia con i miei percorsi. Vogliamo dare spazio alle esperienze legate al territorio, ma anche a quelle di rilevanza internazionale, nel tentativo di portare qui ed ora espressioni creative nel panorama contemporaneo che riteniamo importanti per lo sviluppo di un nuovo tipo di pensiero.
L’evento che darà abbrivio a settimopiano sarà un omaggio al lavoro di Massimo Palumbo che ha appena concluso due mostre personali a Madrid ed è padre del MAACK. La mostra si chiama Attraversamenti del bianco perchè è una retrospettiva dell'artista spesso ha attraversato il bianco, un momento di purezza, di chiarezza assoluta, per arrivare a conclusioni diverse nei diversi 'momenti' della sua produzione.
Probabilmente ci sono altri ricercatori come me un po' dispersi e sparsi. Sarà presto possibile consultare la mia biblioteca di arte contemporanea, territorio-paesaggio e poesia. Magari avverranno scambi di idee e di conoscenze. Per ora absterà suonare il campanello e salire al settimo piano e ogni ospite sarà accolto. D'altra parte Tony Vaccaro in una mia intervista ha detto che il Metropolitan di New York è nato più o meno così: svuotando una stanza e esponendo delle opere. Non so se è proprio vero e comunque non aspiro a tanto.» Michele Porsia (art director)