Massimo Uberti – Spazio amato
Quest’anno la mostra delle opere di Massimo Uberti (Brescia 1966) si propone come una riflessione sul museo in quanto spazio fisico, mentale ed emotivo.
Comunicato stampa
Sabato 10 ottobre 2015, la Galleria, in occasione della Giornata del Contemporaneo (ideata da AMACI e giunta alla sua 11° edizione), apre gratuitamente al pubblico con un'iniziativa speciale.
Quest'anno la mostra delle opere di Massimo Uberti (Brescia 1966) si propone come una riflessione sul museo in quanto spazio fisico, mentale ed emotivo. L'artista, che lavora da anni su questo tema, ha ideato una serie di formelle di misure diverse (da 12 x 9 a 28 x 28 centimetri) e di differenti materiali (ceramica, ferro inciso e specchio inciso incorniciato), che verranno collocate all'ingresso delle sale della Galleria, mentre la scritta in neon "Spazio amato", accoglierà il pubblico nell'atrio.
L'idea è quella di riflettere sul Museo come luogo aperto e quintessenza di una "nuova" visione del mondo dove ogni quadro è una finestra sul mondo che l'artista ci mostra con occhi nuovi, ogni opera è una porzione di un nuovo spazio che si apre davanti al nostro sguardo.
"Ecco, per me il museo è altro spazio (formella in ferro) che si apre davanti e oltre la soglia del quadro - dice l'artista - è spazio necessario (formella in ceramica) poiché come artista non riesco a concepire la vita come semplice movimento di cause e concause ma necessito di una visione che vada oltre il dato conoscitivo e concreto, é infine essere spazio (specchio), in quanto dichiarazione e invito sincero allo spettatore ad essere protagonista esso stesso in e con quei luoghi".
Massimo Uberti (Brescia 1966) ha frequentato il liceo artistico, poi l'Accademia di Brera e ha partecipato alla costruzione del collettivo artistico dello Spazio di Via Lazzaro Palazzi negli anni Novanta. Tra le sue mostre ricordiamo quella a Vlù nella chiesa sconsacrata di S. Zenone (Brescia, 1989); al magazine di Grenoble, Entre chien et loup, prima collettiva fuori dall'Italia in compagnia di Adriano Trovato, Bernhard Rudiger, Liliana Moro e Andrea Rabbiosi (1992). Tra le ultime personali, Tendente infinito alla Fondazione delle Stelline a Milano (2008) dove ha ricreato la Città ideale del Filarete ribaltando il punto di osservazione, non più dall'alto verso il basso ma dal basso verso l'alto, iscrivendo la città Ideale nell'infinito del cielo cosmico. Nel 2015, In Your Eyes, Trekhgornaya Manufactura, Rochdelskaya st. 15, buld. 13, for Bentley Moscow.
Alle 11.30 Massimo Uberti presenterà il suo progetto insieme a Alberto Dambruoso (docente e critico di arte contemporanea), Cristina Dinello Cobianchi (collezionista presidente AlbumArte) e Angelandreina Rorro (curatrice).
Con il sostegno di Studio Geddes-Franchetti