Masterpieces – Toti Scialoja

Informazioni Evento

Luogo
RELAIS SANTA CROCE
Via Ghibellina 87 50122, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
08/12/2016
Editori
CARLO CAMBI
Artisti
Toti Scialoja
Uffici stampa
CLP
Generi
arte contemporanea, personale

Il capolavoro del maestro romano, esponente di spicco dell’astrattismo informale italiano, segna l’inizio della collaborazione tra l’A.N.G.A.M.C. (Associazione nazionale gallerie d’arte moderna e contemporanea) e Baglioni Hotels, leader nel settore del lusso dell’ospitalità italiana nel mondo.

Comunicato stampa

Dall’8 dicembre 2016 all’11 febbraio 2017, il Relais Santa Croce by Baglioni Hotels nel cuore di Firenze (via Ghibellina 87) ospita il primo appuntamento di MASTERPIECES. Italian Art at Relais Santa Croce, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra l’A.N.G.A.M.C. (Associazione nazionale gallerie d’arte moderna e contemporanea) e Baglioni Hotels, leader nel settore del lusso dell’ospitalità italiana nel mondo, che si prefigge di promuovere l’arte italiana d’eccellenza.
Masterpieces è un ideale viaggio nella storia dell’arte italiana del Novecento, attraverso i capolavori conservati dalle migliori gallerie toscane affiliate ad A.N.G.A.M.C. che, a turno, esporranno una delle opere custodite nei loro depositi.
Protagonista del primo evento è Toti Scialoja (Roma, 1914-1998), esponente di spicco dell’astrattismo informale italiano, di cui viene presentata Untitled (1987), un’opera di grandi dimensioni (200x140 cm), espressione particolarmente esemplificativa della sua fase creativa più matura, proveniente dalla Galleria Open Art di Prato.
A partire dai primissimi anni ’80, Toti Scialoja si riappropria del “gesto” e di quella cifra stilistica fortemente informale, che aveva gradualmente abbandonato negli anni ’70, influenzato com’era dalle novità espresse dal mercato americano di cui era diventato protagonista grazie alla partnership di successo con la Marlborough Gallery di New York .
Realizzata utilizzando una personale rielaborazione della tecnica del dripping, che Jackson Pollock per primo aveva utilizzato, l’opera risulta costruita secondo un libero criterio compositivo che non influisce, in nessun modo, con l’equilibrio cromatico che l’artista fu in grado di costruire utilizzando il rosso, il nero, il bianco ed il grigio, colore che fa da sfondo alla composizione. I colori tenui s’infrangono con le note più cariche dando vita ad un’esplosione controllata il cui risultato è una pittura ispirata e lirica.
Accompagna la mostra un catalogo Carlo Cambi Editore, Poggibonsi, Siena.

Toti Scialoja. Note biografiche
Toti Scialoja nasce a Roma nel 1914. Inizia molto presto a dimostrare un versatile talento artistico, sia come pittore che come poeta. Come pittore esordisce nel 1939 alla III Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma e la sua prima mostra personale, presentata da Cesare Brandi, viene allestita l’anno seguente presso gli spazi della “Società degli Amici dell’Arte” di Torino. Durante la guerra e prima di partecipare alla Resistenza, espone a Roma con Turcato e Vedova. Sono tuttavia gli anni ’50 che vedono una decisiva svolta della sua arte che, abbandonati i modi espressionisti delle origini, trova definitivamente la sua strada nell’astrattismo informale. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1950, 1952 e 1954.
Fra il 1955 e il 1965 viaggia e soggiorna in America e a Parigi, espone alla Galleria Viviano a Manhattan raggiungendo fama e notorietà internazionale ed entrando in contatto con gli altri protagonisti dell’espressionismo astratto, stringendo amicizia con, fra gli altri, Guston, Calder, Rothko, De Kooning, Motherwell e Marca-Relli. È soprattutto con quest’ultimo e con Afro che Scialoja costruirà un importante rapporto sia collaborativo che di amicizia. Verso la fine degli anni ’50 inizia a realizzare le “Impronte”, serie alla quale si dedicherà fino alla metà degli anni Sessanta. Nel 1964 è invitato ad esporre in una sala personale alla Biennale di Venezia; seguiranno altre importanti esposizioni alle Gallerie Marlborough di New York e Roma e all’Art Museum of South Texas (1973). Dalla fine degli anni ’60 importanti antologiche hanno reso omaggio al suo lavoro, tra le quali si ricordano quelle organizzate a Palazzo Pilotta a Parma (1977) e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (1991) e al MACRO (2015) di Roma, città dove muore nel marzo del 1998.
Viene ricordato anche per la sua lunga ed apprezzata attività come docente e direttore dell’accademia di Belle Arti di Roma, dove ebbe come allievi molti dei nomi più noti dell’arte contemporanea italiana, quali Ceroli, Pascali e Kounellis. È stato inoltre poeta ed autore di racconti e libri per l’infanzia.

Firenze, dicembre 2016