Materia e colore
La Fondazione Orestiadi presenta la mostra Materia e colore di Leonardo Fisco, e le donazioni e le opere delle residenze degli artisti del 2023.
Comunicato stampa
Nella ricorrenza del devastante terremoto del Belice del 1968, la Fondazione Orestiadi come di consueto ne celebra la memoria nel segno dell’arte e della cultura. Domenica 14 gennaio alle ore 11.00 al Baglio di Stefano s’inaugura la mostra Materia e colore di Leonardo Fisco, e si rinnova l’appuntamento annuale con la presentazione delle nuove donazioni fatte all’istituzione siciliana, e delle opere realizzate dagli artisti in residenza.
Quest’anno sono Pietro Asaro, Guido Baragli, Elio Bianco, Alessandra Calò, Crescenzio Cane, Elio Cassarà, Florinda Cerrito, Gaetano Cipolla, Solveig Cogliani, Costanza Ferrini, Houda Kassatly, Filippo La Vaccara, Giulio Piscitelli, Carla Sutera Sardo, Max Serradifalco, Croce Taravella, Samantha Torrisi, Annamaria Tosini, Giovanni Valenza e Katerina Velliou, i protagonisti.
Questa ricorrenza non è solo l’occasione per la rammemorazione di un tragico evento ormai lontano e del quale rischia di sfumare il ricordo. Con le manifestazioni che ogni anno organizziamo, vogliamo tornare alla fonte originaria dalla quale è scaturita la costruzione della Nuova Gibellina nel segno dell’arte, e l’inizio di un percorso culturale ormai molto lungo. È un modo per ricordare che l’arte rappresenta il collante migliore delle comunità del Belìce, e di Gibellina in particolare. Afferma Calogero Pumilia, Presidente della Fondazione Orestiadi.
MATERIA E COLORE di Leonardo Fisco
Materia e colore (fino al 18 febbraio) di Leonardo Fisco (Sciacca, 1938) s’inserisce nel percorso del Museo delle Trame Mediterranee che ha nell’abbattimento della gerarchia tra arti maggiori e minori, uno dei suoi maggiori punti di forza. Su questa scia, il lavoro di Fisco si muove tra le arti visive e la ceramica; e il travaso di forme e colori, suggestioni e visioni è continuo tra un ambito e l’altro. Come spiega Enzo Fiammetta direttore del Museo delle Trame Mediterranee nel testo critico che accompagna la mostra.
Nelle opere dell’artista - esposte in numerose mostre personali e collettive a Sciacca, Agrigento, Monreale, Palermo, Napoli, Treviso, New York- materia e colore migrano dalla plasticità delle forme alla bidimensionalità della tela. L’autonomia e il controllo plastico nella ceramica, diventano sperimentazione, ricerca e curiosità nelle sue figure, dove i colori accesi e vivaci sono quelli dei Fauves e di Rouault, mentre nelle ceramiche la maestria e i toni cromatici sono quelli dei maestri di Palazzo Reale che con gli smalti realizzavano i capolavori dell’oreficeria, colori piatti, solari, pieni di luce, intensi, mediterranei, le forme sono quelle della storia millenaria di questi luoghi nutriti dai miti di Icaro e Dedalo. Il debito, come in ogni artista, non è solo quello verso i maestri o verso la storia delle arti, è anche verso la propria terra, verso le menti creative; tra questi Filippo Bentivegna di cui il castello incantato dista solo alcune centinaia di metri dall’atelier del nostro artista, i volti dell’outsider ripresi da Fisco sono un omaggio al filo che lega i grandi maestri a quanti nell’estro creativo mostrano la necessità di elevare lo spirito.
2023 DONAZIONI
Pietro Asaro, Guido Baragli, Elio Bianco, Alessandra Calò, Crescenzio Cane, Elio Cassarà, Florinda Cerrito, Gaetano Cipolla, Solveig Cogliani, Costanza Ferrini, Houda Kassatly, Filippo La Vaccara, Giulio Piscitelli, Carla Sutera Sardo, Max Serradifalco, Croce Taravella, Samantha Torrisi, Annamaria Tosini, Giovanni Valenza, Katerina Velliou, sono gli artisti che nel 2023 hanno con le loro donazioni, o attraverso progetti di residenza contribuito all’attività della Fondazione Orestiadi.
Venti artisti provenienti da diversi Paesi, diverse generazioni e diversi ambiti delle arti visive, le cui opere, tra pittura, scultura e fotografia, rappresentano insieme un interessante spaccato della produzione artistica contemporanea, mantenendo viva l’idea dell’arte come motore del rinnovamento. Una visione che ha animato la ricostruzione di Gibellina e la fondazione del Museo delle Trame Mediterranee trovando legami e conferme nella storia. Dalle opere in città di Consagra e Burri, da Paladino a Schifano e Accardi; dalle presenze di Beuys e Isozaki, al cerchio della vita di Long, dai versi degli antichi poeti siculo-arabi a quelli dei contemporanei, da Adonis a Evtushenko, solo per citarne alcuni, per arrivare fino ai nostri giorni.
Nella mostra allestita negli atelier del Baglio, ogni opera è la testimonianza di un progetto e delle relazioni intercorse oltre che con gli artisti, con le altre istituzioni come la Fondazione Sant’Elia, il Museo d’arte Moderna e Contemporanea “Riso”, la Comunità Ellenica siciliana, l’Osservatorio Outsider Art, Alice Mogabgab Gallery di Beiruth, il Museum di Ezio Pagano.
Alcune opere arrivano dal Gibellina Photoroad, festival biennale della fotografia en plain air, altre da alcuni dei protagonisti di quelle stagioni delle Orestiadi che hanno segnato la storia del teatro italiano, come Gaetano Cipolla, a cui la Fondazione ha dedicato una mostra.
Altre ancora pervengono dagli eredi di due grandi artisti, Guido Baragli e Annamaria Tosini, a cui il Museo delle Trame ha reso omaggio in tempi recenti.
L’esposizione si completa con i frutti delle residenze artistiche che proseguono la pratica degli atelier d’arte promuovendo lo scambio tra artisti e comunità. Come le opere realizzate da Samantha Torrisi e Katerina Velliou durante la residenza curata da Francesco Piazza, che intrecciano la riflessione sulla natura del paesaggio circostante con quella dei racconti e dei ricordi della gente del luogo, componendo così una narrazione tra il mondo esterno e quello interiore.
Leonardo Fisco nasce a Sciacca (AG) nel 1938. Dimostra sin da giovane interesse per la pittura, la scultura, la ceramica e frequenta l’Istituto Statale d’Arte della propria città completando gli studi all’Istituto d’Arte di Caltagirone (CT), dove nel 1959 consegue il Diploma di Maestro d’Arte.
Dal 1960 al 1997 insegna presso l’Istituto d’Arte di Sciacca e in diverse scuole medie della provincia. Dal 1961 opera nel campo dell’arte come pittore, scultore e ceramista.
Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive a Sciacca, Agrigento, Monreale, Palermo, Napoli, Treviso, New York.
Leonardo Fisco Materia e colore di Enzo Fiammetta
Il progetto del museo delle Trame Mediterranee ha nell’abbattimento della gerarchia tra arti maggiori e minori uno dei maggiori punti di forza. Gli scambi culturali ed artistici tra le diverse culture non possono avvenire se non si considerano i diversi modi con cui ogni popolo intende queste relazioni.
Il lavoro di Leonardo Fisco si muove tra le arti visive e la ceramica e il travaso di forme e colori, suggestioni e visioni è continuo tra un ambito e l’altro, in ognuno dei due territori manifesta il controllo nei linguaggi confermando nella sua trasversalità come l’artista debba praticare i terreni che gli sono più congeniali.
Materia e colore migrano dalla plasticità delle forme alla bidimensionalità della tela. L’autonomia e il controllo plastico nella ceramica, diventano sperimentazione, ricerca e curiosità nelle sue figure, dove i colori accesi e vivaci sono quelli dei Fauves e di Rouault, mentre nelle ceramiche la maestria e i toni cromatici sono quelli dei maestri di Palazzo Reale che con gli smalti realizzavano i capolavori dell’oreficeria, colori piatti, solari, pieni di luce, intensi, mediterranei, le forme sono quelle della storia millenaria di questi luoghi nutriti dai miti di Icaro e Dedalo.
Il debito, come in ogni artista, non è solo quello verso i maestri o verso la storia delle arti è anche verso la propria terra, verso le menti creative, tra questi Filippo Bentivegna di cui il castello incantato dista solo alcune centinaia di metri dall’atelier del nostro artista, i volti dell’outsider ripresi da Fisco sono un omaggio al filo che lega i grandi maestri a quanti nell’estro creativo mostrano la necessità di elevare lo spirito.
Anche Leonardo Fisco abita il suo castello incantato, popolato da centinaia di ceramiche e quadri bozzetti, schizzi e disegni, che traboccano da ogni angolo. Opere che raccontano la sua vita e il senso che può avere l’arte, senza gerarchie, senza nord e sud, che parlano di quel soffio che accompagna chi la pratica e che gli fa dire e pensare che l’artista è chi da risposte alle domande della vita e che niente vi è oggi di più necessario.
Enzo Fiammetta
2023 DONAZIONI
Fondazione Orestiadi
Atelier Del Baglio Di Stefano, Gibellina
Vernissage 14 Gennaio 2024 Ore 11
Fino al 24 Marzo 2024
Orari Mar-Dom 9-13 e 15-18
Pietro Asaro (Mazara del Vallo, 1977) Nel 1999, si diploma all’istituto regionale d’arte. Il suo linguaggio matura grazie ad una precoce esposizione all’arte all’interno dell’ambiente familiare oltre che al susseguirsi di esperienze negli studi dei maestri del vetro e della ceramica della sua città. Dagli anni 2000 prende parte a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Tra queste ricordiamo: le mostre collettive a Tallin in Estonia (2015-2016), la personale alla maison Sensi di Bruxelles, (2017); la mostra collaterale “palazzo Zenobio” alla LVIII Biennale di Venezia. Nel 2021 la mostra collettiva “la democrazia nell’arte” alla “ Venice Gallery“ di Venezia a cura di Giorgio Gregorio Grasso e nel 2022 la collettiva “Giornata della terra“ a cura di Rosa Argento. Nello stesso anno è vincitore del primo premio al concorso d’arte Barbara Terrana di Bagheria.
Guido Baragli (Palermo, 1962 - 2023) Evidenzia una precoce sensibilità artistica: disegna da subito, dipinge e fotografa. Frequenta il Liceo Artistico e si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ancora studente, l’indimenticato Francesco Carbone gli organizza una serie di mostre (alla Discoteca Universitaria Era tempo sarà, all’Accademia di Belle Arti, Nove artisti per la disavanguardia, al Centro Documentazione Godranopoli, Le ascisse nell’arte). Siamo tra la fine degli anni Settanta ed il 1980. La prima piccola personale si tiene alla galleria L’Asterisco di Palermo. La collettiva: 1985, Fuga da Palermo è curata da Gaetano La Rosa a Bologna, alla galleria Neon e negli anni ’90 vengono alla luce diverse serie di cicli pittorici cui sono seguite mostre e partecipazioni fra cui la Biennale d’Arte contemporanea alla Mole Vanvitelliana di Ancona e il Premio Michetti di Francavilla a Mare. Nel 2019, presso Palazzo Belmonte Riso di Palermo, si apre la mostra antologica: Guido Baragli, opere dal 1981. Nel 2021, dopo qualche anno di pausa, torna a disegnare, inaugurando un nuovo ciclo: Carboncini e peluches, a cura di Elisabetta Longari, esposto a Milano presso lo Studio Masiero nel 2022. (Bernardo Quaranta)
Elio Bianco (Bergamo 1951) Studia al Liceo Artistico Statale e all’ Accademia di Belle Arti di Brera con gli scultori Andrea Cascella e Giancarlo Marchese. Nel 1995 vince il concorso per l’opera “La sfera di Prometeo” per la HewlettPackard Italiana BHC ora collocata sul piazzale antistante il Centro Direzionale della “Brembo” nel Parco Scientifico e Tecnologico “Kilometro Rosso”, Stezzano (BG). Qui nel 1996 progetta l’allestimento dello spazio espositivo all’interno dello Stabilimento HP Dal 1997 collabora in qualità di relatore ai programmi di perfezionamento “Urban & Landscape Design” Scuola interdisciplinare di disegno urbano. Nel 2006 l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bergamo gli ha conferito il “Premio Ulisse”alla Carriera Artistica.
Alessandra Calò (Taranto, 1977) artista e fotografa, sperimenta fin dall’inizio della sua carriera l’uso di nuovi linguaggi che le permettono di approfondire le tematiche legate alla memoria all’identità e al linguaggio stesso della fotografia. La sua ricerca è caratterizzata dalla riappropriazione e reinterpretazione dei materiali di archivio attraverso antiche tecniche di stampa off camera.
Le sue opere sono esposte in prestigiose mostre e festival internazionali, tra cui: Giornata del Contemporaneo presso istituto italiano di cultura di Madrid, Circulation(s) Festival de la jeunephotographieeuropéenne (Parigi), Rencontresinternationales de la photographie en Gaspésie (Canada). Ras Al Khaimah Fin Art Festival (Emirati Arabi Uniti). Nel 2015 il suo progetto Secret Garden vince il COMBAT PRIZE International Contemporary Art Award, come miglior progetto installativo capace di fondere la storia della fotografia con la letteratura contemporanea. I libri e le pubblicazioni giocano un ruolo fondante della sua pratica artistica. Nel 2019 Secret Garden (Danilo Montanari Editore) vince la menzione speciale al Premio Bastianelli come miglior libro italiano pubblicato nel 2018. Alcune delle sue opere sono state pubblicate su riviste specializzate e acquisite in collezioni private, fondazioni e musei, come: Collezione Maramotti, Musei Civici (Reggio Emilia) Museo palazzo Florio (Favignana) Italia, Fondazione Artphilein in Svizzera, Istituto Italiano di Cultura (Montreal) Canada, MoMa e The Met Museum New York.
Crescenzio Cane (Palermo 1930 - 2012). Quando Leonardo Sciascia entra nella sua casa e viene investito da quell’abbaglio di colori gli dice d’istinto: «I tuoi problemi economici sono finiti. Basta vendere le tele per vivere decorosamente. Ti aiuterò organizzandoti la prima mostra». Le pareti erano “stipate” di quadri dai colori vivacissimi e dal segno infantile: galli, cavalli, pesci e farfalle; volti, alberi, lampioni e ingranaggi. E due “tormentoni” ovunque presenti: il cane, ora moscio ora ringhiante, e il sole prismatico, una sorta di totem alla solarità isolana. Autentica arte popolare quella del pittore-poeta-scrittore Crescenzio Cane. Anzi proletaria. Sciascia da quell’ impasto di vernici, che l’artista usa per risparmiare, fiuta il talento. Sessanta tele nel dicembre 1972 vennero esposte ad “Arte al Borgo” con un strepitoso successo. (Museum Bagheria)
Elio Cassarà (Mazara del Vallo, 1974) Dopo gli anni della formazione nel 1997 si trasferisce a Venezia dove studia i maestri del Novecento e in particolare le nature morte di Giorgio Morandi. Forti sono sul suo lavoro le influenze del romantico Gaspar David Friedrich, dei simbolisti Marx Klinger e Arnold Böcklin e dei preraffaelliti radicali. Nel 2001 si trasferisce a Berlino dove vive per molti anni e realizza diverse mostre personali. Il periodo trascorso in Germania e la sua ammirazione per Gerhard Richter influenzano il suo lavoro che diviene più astratto ed espressivo e il paesaggio soggetto principale delle sue opere.Nel 2007 ha tenuto una mostra personale al Narodni Muzej Zajecar (Serbia) a cura di Bora Dimitrjevic e Nina Pogarcic. Al suo ritorno a Venezia nel 2014, completa la serie di dipinti ispirati al suo lungo soggiorno in Germania, che verranno esposti negli anni successivi. Nel 2020 si trasferisce a Mosca. Attualmente vive in Italia. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Florinda Cerrito, in arte Zolletta o ZOLLA (Palermo).
Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Palermo e con un corso a Milano di grafica pubblicitaria e fotografia. Ha lavorato per 20 anni nel mondo della grafica pubblicitaria, anche come art-director a Palermo, Bologna e Barcellona. La sua passione è stata sempre l’illustrazione che ha applicato sia in pubblicità che nel mondo dell’editoria, per cui ha pubblicato anche libri illustrati.
La pittura vera e propria, è arrivata negli ultimi anni con il progetto FLOW che si impone definitivamente dandole la possibilità di esprimere finalmente la parte inconscia, più profonda e più libera.
Il progetto FLOW prende il suo nome da un gioco tra le parole FLOW, che in inglese vuol dire flusso, fluire e il nome, Florinda.
Gaetano Cipolla (Palermo, 1950). Pittore da sempre. Negli anni Ottanta e Novanta, accanto alla ricerca pittorica lavora come scenografo e costumista per alcune produzioni delle Orestiadi di Gibellina,e del Teatro Biondo.La sua ricerca artistica procede prevalentemente per cicli pittorici. Così con Inventario domestico (1992) è la memoria che si fa forma e quindi pittura attraverso la rappresentazione di oggetti di uso comune; la mostra A proposito di Seneca (2005) ci restituisce un Seneca al tempo stesso corporale, combattente e orientale che percorre il faticoso percorso esistenziale di chi arranca sì, ma non si arrende. Due o tre cose che so di lei (2008) è una mostra-progetto a due con Letizia Battaglia, una rappresentazione di Palermo nella quale s’intrecciano potere, violenza, teatro, allegoria.Un tema che attraversa l’intero percorso dell’artista è quello della natura, meravigliosa e minacciata, che prende forma nei fragili fiori di cappero e nei grandi animali in via di estinzione dell’ultima produzione.
Solveig Cogliani, (Roma) Si forma all’Accademia Rufa di Roma e attraverso l’incontro con Sigfrido Oliva, Mirella Bentivoglio, Armando Ilacqua, Ennio Calabria e Ruggero Savinio. Tra le tante mostre ricordiamo la sua partecipazione alla Biennale di Venezia (2011); Nel 2014 è premiata dal Festival di Spoleto. Nel 2018 riceve il premio Italia Informa e nel 2022 per la Sezione arti visive il premio Cuomointernational 2022 presso il Senato della Repubblica. Dal maggio 2023 è nominata esperta nel settore delle arti visive del Teatro di Messina. Le sue opere sono presenti in Italia e all’estero in esposizioni permanenti, La sua esperienza artistica e personale è riportata nel volume A Kind of Woman (Electa Mondadori).
Costanza Ferrini (1964) dopo la formazione filosofica si è dedicata alle scritture del Mediterraneo contemporaneo dal 1992. L’incontro con Predrag Matvejevic nel 1994 è fondamentale per la sua ricerca. Dal 2013 esplora la scrittura come campitura, ne ripercorre i diversi supporti dall’argilla all’argilla su carta, alle mappe, e gli strumenti: kalam, pennello calligrafico e pennino, con tecniche tra cui incisioni, bassorilievi, collage multimaterico, pittura...Collabora in particolare con un collettivo di artiste “Zizzanie”, con cui ha realizzato due libri con una formula reading+esposizioni itineranti: Zizzanie, 2016 e Di acqua e di tempo/Of Water and Time, 2022. Collettive e personali a Roma: Biblioteca Pasolini, La linea contemporanea; San Sperate (CA) Museo del Crudo; Parigi Galleria Carré 52; Oxford College St. Anne; Cagliari Lazzaretto; Carloforte Museo Civico del Duca; Narni La Stanza;Ghilarza Casa Museo Antonio Gramsci; Milano Ospedale Maggiore; Sainte-Colombe-Sur-Gand (Francia) La Fabrique des Colombes; Pula (CA) Ex Pretura Regia. Ha curato mostre a Roma, Perugia, Volx, l’ultima a New York-Berlino-Toronto.
Houda Kassatly (Beirut, 1960) Ha conseguito un DEA in Filosofia presso l’Università Paris I Panthéon – Sorbona nel 1984. Nel 1987 ha discusso una tesi di dottorato in Etnologia e Sociologia Comparata presso l’Università Paris X – Nanterre. Dal 1986, tornata nella sua città natale, ha indirizzato la sua vita professionale verso la ricerca e la fotografia; esperta internazionale per il progetto europeo MEDINA, sarà ricercatrice collegata all’Università di Balamand e all’Unità interdisciplinare di ricerca sulla Memoria all’Università di Saint-Joseph, e al CERMOC (Centro studi contemporanei sul Medio Oriente). Per dieci anni è stata responsabile della sezione Informazione-Comunicazione, capitalizzazione e oggi del programma culturale di che si occupa di sviluppo sostenibile. Dal 1987 la fototeca del Centre Georges Pompidou – Parigi ha acquisito un centinaio di sue foto. Nel 1992, l’Institutdu Monde Arabe ha ospitato la sua prima mostra personale. Da allora, le opere fotografiche di Houda Kassatly sono state regolarmente esposte, sia in gallerie che in centri d’arte a Beirut e in Europa.
Filippo La Vaccara (Catania,1972) vive e lavora a Milano, si è diplomato in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, Sicilia, nel 1994.
Il suo percorso artistico inizia nel 1998, con una mostra personale curata da Francesca Pasini presso Viafarini a Milano.
Nel 1999 viene selezionato da Angela Vettese e Giacinto di Pietrantonio per il Corso Superiore di Arti Visive presso la Fondazione Antonio Ratti di Como dove segue uno stage con Haim Steinbach.
Nel 2002 è invitato come artista in residenza presso la Fondazione Orestiadi, dove realizza 5 dipinti di grandi dimensioni poi esposti nella mostra Laboratorio, curata da Achille Bonito Oliva e attualmente parte della collezione del museo.
Nel 2015 due sue opere, di proprietà della collezione Mario e Bianca Bertolini, sono state acquisite dal Museo del 900 di Milano.
Nel 2016 una sua opera viene premiata e acquisita dalla Fondacion Focus Abengoa di Siviglia. Nello stesso anno riceve il premio della Fondazione Pollock-Krasner per la realizzazione di un libro monografico edito da Allemandi.
Nel 2018 e nel 2019 espone i suoi lavori in due mostre personali: Visione periferica presso l’Ex Museo del Cinema di Siracusa e Viaggio intorno al quadro, presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, entrambe curate da Mercedes Auteri.
Nel 2021 partecipa al progetto espositivo WAAG 21, We Are All Greeks al Museo di Cultura Bizantina di Salonicco e al Museo d’Arte Contemporanea, Palazzo Belmonte Riso, Palermo.
Giulio Piscitelli (Napoli, 1981) Laureato in Scienze della Comunicazione, dopo la laurea inizia a lavorare come fotoreporter con agenzie di stampa italiane e straniere.
Il suo lavoro è principalmente legato ad argomenti di attualità, dal 2010 si è concentrato sulla crisi dell’immigrazione in Europa producendo il suo progetto a lungo termine “Harraga”, ancora in corso, che nel 2017 è diventato un libro pubblicato da Contrasto Books.
I suoi reportage sono stati pubblicati da testate nazionali e internazionali. Dal 2013 il suo lavoro è rappresentato dall’agenzia Contrasto.
Carla Sutera Sardo (Agrigento, 1983) si è avvicinata alla fotografia per passione durante gli anni universitari trascorsi tra Palermo e Roma. Dopo l’approccio iniziale alla fotografia, da autodidatta, attraverso il ”self-portrait”, si dedica a una maggiore sperimentazione, legata agli aspetti più insoliti e incontaminati della natura siciliana e matura un linguaggio personale che le consente di esprimere la propria visione delle cose attraverso la macchina fotografica. La sua ricerca si concentra sulla donna e sulla comunicazione tra corpi e paesaggi.
L’intento costante è quello di creare delle immagini oniriche, sospese nel tempo. Le sue fotografie sono state pubblicate da riviste come L’oeil de la Photographie e Vogue Italia e hanno ricevuto riconoscimenti tra cui il Sony World Photography Awards, i Siena Photography Awards e il Prix del la Photographie. Carla Sutera Sardo Ha esposto a Londra, Torino, Firenze, Palermo, Zhengzhou, Gibellina , Parigi e Slovenia.
Max Serradifalco (Palermo, 1978) vive e lavora tra Palermo e Milano. Dopo aver conseguito gli studi artistici inizia a fotografare paesaggi e nel 2011 sviluppa il suo primo progetto artistico “Web LandscapePhotography” nel quale ha virtualmente viaggiato per tutto il nostro pianeta alla ricerca di un nuovo modo di osservare e reinterpretare i paesaggi della Terra. Serradifalco è stato tra i primi artisti ad aver realizzato reportage fotografici con il solo utilizzo delle mappe satellitari. Le sue opere sono state pubblicate nel catalogo Behance di Adobe e selezionate da Saatchi per il progetto Samsung The Frame. Ha realizzato personali al Museo Riso di Palermo, al Giffoni Film Festival, alla Galleria Bianchi Zardin di Milano, alla Exclusiva Foundation di Roma. Tra le collettive più significative “We are allGreek” presso il museo Bizantino di Salonicco. Attualmente sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti.
Croce Taravella (Polizzi Generosa PA, 1964) e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Tra il 1983 e il 1985 frequenta a Napoli il gallerista Lucio Amelio grazie al quale conosce prima Beuys e Warhol, e successivamente Raushenberg, Paladino e Longobardi. Nel 1984 collabora agli allestimenti della celebre mostra Terrae-Motus; nel 1986 inaugura la galleria Il Labirinto, uno spazio polivalente per mostre, concerti e spettacoli.Nel 1995 vengono realizzate le due mostre personali curate da Eva di Stefano, Il cielo di Lamiera a Palazzo Steri a Palermo e con la Fondazione Orestiadi all’ex Collegio dei Gesuiti di Mazara Del Vallo. L’artista ha realizzato numerosi interventi ambientali di grandi dimensioni ed installazioni permanenti dei quali si ricordano: Malta (affreschi Villa Azzaro, 1992), Palermo (Crollori Vucciria, 2000), Cina Guilin, presso lo Yuzi Paradise, 2006) e nell’entroterra siciliano, a Mazzarino (Lago di Pietra, Azienda Agricola Floresta, 2000), Nicosia (Furia Nebrodensis, Casa Mancuso, 2001).
Inoltre ha partecipato alla 51° Biennale Internazionale di Arte di Venezia curata da Achille Bonito Oliva ( 2005), alla 10° Biennale di Architettura (2006) e alla 54° Biennale, nel Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi (2011).
Samantha Torrisi (Catania, 1977) Le sue opere evocano un ambito tecnologico che si appropria della pittura facendole acquisire una dimensione ‘fenomenologica’ e quasi onirica, con un costante riferimento alle urgenze attuali. In oltre vent’anni di attività, ha esposto in gallerie, musei e fondazioni sia in Italia che all’estero (Madrid, Lisbona, Vilnius, Ankara, Atene, Budapest, Parigi ecc.) e ha collaborato a diversi progetti internazionali tra cui “Etna EternalFlame” sul vulcano, in collaborazione con Monira Foundation di New York e Fondazione Orestiadi di Gibellina in cui nel 2023 è presente anche nell’ambito del programma di Residenze d’artista. Ha recentemente esposto all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi per la mostra “À fleur de peau”, alla Galleria Nazionale di Cosenza per “Sud Contemporaneo”, al Museo dei Profughi di Salonicco per “In memoryland”. Tra il 2023 e il 2024 è anche finalista ad ArteamCup alla Fortezza del Priamàr di Savona; è vincitrice del “Premio Speciale Save the Planet” EneganArt a Palazzo Strozzi a Firenze; è tra gli artisti della collettiva “Messaggi. Antonello contemporanei” alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa ed è una dei due artisti della bipersonale “After the human colonialism” alla Galleria Lo Magno Arteconteporanea di Modica. Le sue opere si trovano in diverse collezioni pubbliche e private. Vive e lavora alle pendici dell’Etna.
Annamaria Tosini. Dagli anni 2000, per far fronte alla condizione esistenziale di sofferenza ed esclusione nella struttura in cui è ricoverata, inizia a realizzare opere in cui riversa le proprie fantasie, i propri ricordi e le impressioni suscitate dall’ascolto della musica che accompagna le sue giornate. Accartocciando, assemblando, incollando i poveri materiali che riesce a recuperare e riciclare: veline colorate, carta da sarto, carta da pacchi, carta stagnola, tovaglioli e fazzoletti, cartoni vari, pezzi di spago, nastri, fili di lana, frammenti di tessuto, vecchie mutande o vecchi foulard, sacchetti di plastica, piume di uccello, bucce essiccate, foglie etc. Con l’aggiunta di qualche tocco di colore a tempera, l’abilità delle sue mani, uno stile inconfondibile, l’artista plasma e trasforma quelle povere cose in creazioni fragili e preziose, delicate come porcellana, vulnerabili come la sua anima in pena. Nella precarietà dei materiali si riflette la precarietà dell’esistenza, ma anche la capacità trasformativa di uno spirito indomito, appassionato e libero nonostante le circostanze. (Eva Di Stefano)
Giovanni Valenza Petralia Sottana (PA) 1957, consegue il Diploma al Liceo Artistico di Palermo e si diploma al corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Si interessa e lavora a progetti pittorici, scenografici per teatro, televisione e cinema. Ha realizzato allestimenti scenici, tra i quali quelli per l’Ente Fiera del Mediterraneo e il Teatro Biondo di Palermo.
Nel 1982 si presenta la personale presso la galleria di Palermo “Arte al Borgo”, e successivamente, con il gruppo di artisti tra i quali i più giovani Croce Taravella e Guido Baragli sarà tra i protagonisti dell’esperienza espositiva - nell’Accademia di Belle Arti di Palermo- ideata da Francesco Carbone chiamata la Disavanguardia. Sempre tra gli anni Ottanta e Novanta seguono diverse personali in gallerie di Palermo.
Nel 2019, a cura di Valentina Di Miceli, si presenta a Palermo la mostra nello “Spazio Parlato” (Palazzo Campofranco).
Katerina Velliou si è laureata in Arti Visive e Applicate presso la Scuola di Belle Arti dell’Università Aristotele di Salonicco. Le transizioni della forma nel tempo, la sua rappresentazione sono, da sempre, i temi principali della sua ricerca. Ha realizzato tre mostre personali e partecipato a mostre collettive, residenze e workshop in Grecia e all’estero. Nel 2022 è stata tra gli artisti della mostra “ΓηΜνημης / In Memory Land, 100 anni dalla catastrofe dell’Asia Minore”, tenutasi al Museo dei Rifugiati di Salonicco, a cura di Francesco Piazza. Nel 2017 ha partecipato al programma Dresden Residents-Artist Talk e ha collaborato con l’artista Theodoros Zafeiropoulos allo sviluppo del suo progetto “HomeLand” nell’ambito della diciottesima Biennale degli artisti europei e dei giovani mediterranei dal titolo “Home, Conflict, Dream, Failure in Tirana”, Albania. Nel 2014 il suo lavoro “MetsGiving (The Gift) - Temple of Argotera” è stato presentato nell’ambito del progetto Micro-geographies presso la piattaforma internazionale interlocale Worldwide Storefront (WWSf) con sede a New York. Le sue opere sono state incluse in cataloghi di mostre collettive, progetti e piattaforme online in Grecia e all’estero. Vive e lavora a Salonicco.