Matilde De Feo – Letter from an imaginary man
Letter from an imaginary man è un progetto multimediale e un documentario della video artista campana Matilde De Feo che parla d’amore. Di lettere d’amore.
Comunicato stampa
“Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia”.
Letter from an imaginary man è un progetto multimediale e un documentario della video artista campana Matilde De Feo che parla d’amore. Di lettere d’amore.
Finalmente il film sarà proiettato in anteprima assoluta a Napoli, venerdì 8 gennaio 2016 alle 21.30 nel cinema Astra, in via Mezzocannone, 109, nell’ambito della VII edizione di Astra Doc, rassegna di cinema del reale organizzata da Arci Movie, Parallelo 41 Produzioni, Coinor e Università degli Studi di Napoli Federico II con il patrocinio del Comune di Napoli e a cura di Antonio Borrelli con la collaborazione di Antonella Di Nocera, Maria Teresa Panariello e Roberto D'Avascio.
Il film Letter from an imaginary man sarà proiettato dopo il documentario Bansky Does New York di Chris Moukarbel. Le proiezioni inizieranno alle 20.00.
Sarà Matilde De Feo a raccontare la genesi del progetto e a rispondere alle domande del pubblico.
Sarà la seconda proiezione in Italia, infatti, il film selezionato, tra centinaia di lavori provenienti da tutto il mondo dal concorso “Prospettive” del FilmMakerFest di Milano, è stato proiettato la prima volta sabato 28 novembre 2015, nello Spazio Oberdan, a Milano dove ha riscosso grande apprezzamento del pubblico e della critica.
Dopo Napoli, si stanno definendo altre proiezioni e partecipazioni a Festival in diverse città italiane e si pensa di distribuire il film all’estero.
Il teaser di Letter from an immaginary man è su vimeo: https://vimeo.com/127518922 ed è stato visualizzato da oltre 10.000 persone.
Il crowdfunding finalizzato alla distribuzione del progetto “Letter from an imaginary man” lanciato sulla piattaforma Indiegogo si è appena concluso, ma la campagna di comunicazione non si ferma qui: scopo di Matilde De Feo è infatti raccogliere nuove testimonianze che possano contribuire alla creazione di un archivio multimediale on line delle migliori storie o essere reintegrate in un nuovo montaggio video installativo.
Sul sito www.letterfrom.it è possibile seguire l’evoluzione del progetto e richiedere il merchandising per sostenerlo.
Letter from an imaginary man documenta l’operazione di raccolta e ricerca di Matilde De Feo, partita nel 2012 in seguito ad un episodio personale, di soggetti volontari disposti a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia. De Feo riprende da sola, con una Canon 5D e l’urgenza di registrare l’incontro con le persone.
Il documentario che scaturisce da 20 ore di girato è un lavoro aperto, trasversale al cinema e alla video arte di 40', prodotto da Mald’è e Giuseppe Beneduce in collaborazione con Marechiaro Film con la regia e la fotografia di Matilde De Feo, il montaggio di Alessandra Carchedi, il colore di Simona Infante, le musiche curate da Marco Messina e la musica originale di David Rossato.
Ironico, romantico, intimo e immaginifico, trasversale al tema dell’amore, il lavoro oscilla tra il cinema e la video arte, attraversando la video performance.
Il soggetto di Letter from an imaginary man: C’è Mandarino che le lettere d’amore le scrive per lavoro nel suo furgone colorato su una strada provinciale del casertano, c’è una lettera nascosta in una bambola e trovata dal marito dopo la morte della moglie, c’è una storia d’amore conclusa eppure ancora viva nella fisicità di giochi di carta inviati per posta; c’è la corrispondenza che testimonia la prigionia politica di un’attrice cinese che alla fine degli anni ’70 e i primi anni ‘80 amava un intellettuale italiano (parlò di questa storia Tiziano Terzani); c’è una giovanissima donna che associa la depressione del suo compagno al terremoto dell’Aquila. Tra le storie, tutte vere, adoperate in modo artistico, c’è anche la conflittuale relazione giovanile dei genitori della De Feo, che agli occhi della stessa autrice diventa altra da sé, universale, a dimostrazione che realtà e immaginazione si confondono. “E’ tutto un gioco: mescolare la finzione con la realtà, la letteratura con la vita, sottolineando la natura illusoria dell’amore, l’impossibilità di amare senza immaginare. Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia”, dice De Feo.
Un’opera aperta. Costato circa 40 mila euro, per essere diffuso e distribuito il lavoro ha bisogno di essere sostenuto pertanto è stata elaborata una campagna di crowdfunding svoltasi attraverso la piattaforma Indiegogo, che a fronte delle sottoscrizioni ha corrisposto una serie di ricompense: dallo streaming del documentario, alla pubblicazione sui social di una lettera d’amore, fino alla possibilità di vedersi video-ripresa nello stile del progetto la propria storia o aggiudicarsi una quota in produzione diventando dunque protagonista del lavoro. Letter from an imaginary man è infatti un’opera crossmediale, legata alla partecipazione e alla molteplicità dei soggetti incontrati e dunque un’opera aperta, nel senso già sperimentato da Calvino e Umberto Eco.
La campagna di comunicazione continua sul sito www.letterfrom.it, infatti Matilde De Feo si prefigge di raccogliere attraverso la campagna e i canali di informazione nuove testimonianze che possano contribuire alla realizzazione di un archivio multimediale on line delle migliori storie e/o essere reintegrate in un nuovo montaggio video installativo.
Sul sito www.letterfrom.it è possibile richiedere i gadget per continuare a sostenere il progetto.
CREDITS: regista: Matilde De Feo; assistenti alla regia: Giuseppe Beneduce / Maria Rosaria Di Clemente / Renato Esposito; fotografia: Matilde De Feo; Produttori : Mald'e e Giuseppe Beneduce; sottotitoli e traduzione: Francesco Izzo; comunicazione: No Code Service. In collaborazione con: Marechiaro Film; montaggio: Alessandra Carchedi; suono: Marco Messina; colore: Simona Infante; assistente alla scenografia: Renato Esposito. Musiche di: Kazum, Ferruccio Spinetti e Petra Magoni, Valerio Vigliar, Frame, Donato Cutolo, Tintinette. E la musica originale di: David Rossato.
Social media: Alessia Guardascione, Claudia Del Prete. Ufficio Stampa: Alessandra del Giudice.
Matilde De Feo è interprete, regista, operatrice culturale. Si è laureata in regia, con una tesi in teatro e tecnologie, al Dams di Romatre. Si è diplomata all'Accademia d'Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, formandosi con Alvaro Piccardi, Paolo Giuranna e inoltre con Giulia Varley, Roberto Lun, Elena Bucci. Ha lavorato in teatro con: Gerard Watkins, Marion Aubert, Guy Delamotte, Renato Carpentieri, Pierpaolo Sepe, Pierre Yves Chapelain e i videoartisti Milica Tomic, Lutz Gregor, Vanessa Beecroft, Paolo Rosa (Studio Azzurro), Silvano Agosti. E’ titolare dal 2003 del progetto mald’è che mette in relazione le arti visive a quelle sceniche.
Con i suoi lavori a cavallo tra cinema, videoteatro, installazione interattive e spettacoli multimediali ha partecipato a festival nazionali e internazionali: Festival del film di Roma, Short film Corner Festival di Cannes, Festival di Volterra, Milano in digitale, Caffè Fandango, Napolifilmfestival, Riccione TTV, 14 Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia.
Lavora, come docente di teatro e operatrice culturale, e inoltre come doppiatrice di documentari provenienti da tutto il mondo per la Rai, Radio Televisione Italiana.