Matteo Basilé
MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare, nella sua sede di Milano, la prima mostra personale di Matteo Basilé che porta all’attenzione del pubblico le nuove sperimentazioni ibride di uno dei più interessanti innovatori dell’arte italiana a partire dalla metà degli anni Novanta.
Comunicato stampa
MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare, nella sua sede di Milano, la prima mostra personale di Matteo Basilé che porta all’attenzione del pubblico le nuove sperimentazioni ibride di uno dei più interessanti innovatori dell’arte italiana a partire dalla metà degli anni Novanta. Da oltre un ventennio Basilé dimostra come la cultura digitale sia integrata ai linguaggi analogici, e la sua opera continua ad essere una sintesi virtuosa tra meccanica ed elettronica, tradizione e innovazione, setting reale e virtuale, manualità minuziosa e tecnologia esemplare.
La mostra Hybrida si articola tra opere fotografiche di vario formato in grado di interpretare e di rappresentare le metamorfosi contemporanee dell’Io, dell’altro e dell’altrove. Attraverso la costruzione di un archivio di ispirazioni, nato durante il periodo della pandemia, l’artista romano ha scrutato coincidenze e discordanze scandagliando la grazia e la complessità di identità atipiche ed inaspettate. Un diario fotografico che racconta storie e segreti di individui extra-ordinari, pellegrini senza tempo spesso con il volto coperto da maschere misteriose, inquietanti e magnetiche ma anche magiche e liberatorie e che entrano in contatto con l’anima di luoghi mistici e antichi. Le armonie di architettura o paesaggi sublimi, dove l'uomo è apparizione ambigua, spesso surreale, si alternano ad opere dai fondali piatti in cui è esplicito il richiamo ai grandi maestri del passato: dall’arte fiamminga che isola le figure femminili imponendo loro una centralità alla Rembrandt fino alle suggestioni del barocco in cui la luce, i colori e le inquadrature caravaggesche collocano i personaggi in sontuose scenografie.
Gli anti-eroi di Basilé sono ritratti meticolosi, realistici ma anche permeati da un forte immaginario, talvolta ideale, che stimolano una meditazione sulle verità spesso inquietanti della condizione umana da cui vengono estrapolati i ricordi di passate civiltà, intramezzati a scorci di vita contemporanea e in cui confluiscono le speranze e i sogni dei soggetti rappresentati. Basilé intuisce desideri furtivi eppure persistenti che traduce con leggerezza, profondità e calore vibrante. Un viaggio che va oltre le vecchie barriere geografiche, politiche e ideologiche, verso la fondazione di “nuova genealogia meticcia” dove intimità e alterità coesistono in perfetto equilibrio e dove l'attenzione alla singolarità e alle sue peculiarità sono altrettante vie alla bellezza. Un racconto senza tempo in quella che l’artista definisce la “meravigliosa mostruosità” dell’essere umano.