Matteo Giannerini / Matteo Messori – Alchemy in blue
Mostra “Alchemy in blue – a dialogue around the form” pensata per mettere in relazione l’operato del designer bolognese Matteo Giannerini (1977) con l’artista reggiano Matteo Messori (1992).
Comunicato stampa
L’associazione culturale Officina 15 con il patrocinio del Comune di Castiglione dei Pepoli, ospiterà negli spazi della propria sede, dal 24 Dicembre all’8 Febbraio 2020 la mostra “Alchemy in blue - a dialogue around the form” pensata per mettere in relazione l’operato del designer bolognese Matteo Giannerini (1977) con l’artista reggiano Matteo Messori (1992). Entrambe le ricerche: gli oggetti d’arredo “Mine” del primo, presentati in anteprima all’interno del progetto Digital Detox Design in occasione dell’ultima edizione della Bologna Design Week, e le tele pittoriche “Antiforme” del secondo - riflettono, seppur in maniera antitetica come le rispettive discipline comportano, su un tema profondo, complesso ed eternamente attuale come la forma.
La mostra fa parte del progetto artOFF, un progetto di promozione artistica nato all’interno dell’associazione culturale Officina15 che ha l’intento di avvicinare e sensibilizzare la comunità e il territorio dell’Appenino nei confronti dell’arte e della fruizione delle opere.
E come si evince dal testo che accompagna la mostra: “Il design e la pittura sono due linguaggi che hanno una storia lunga (seppur in tempi diversi) e costellata di grandi nomi (artisti e innovatori), simili per quanto riguarda l’immaginare un mondo diverso dal reale si allontanano in maniera definitiva per quanto concerne lo scopo: se l’arte per sua natura esiste senza una finalità precisa, un’utilità, il design lavora su un’esigenza opposta.
…Tuttavia, in “Alchemy in blue” - le “Mine” e le “Antiforme” si incontrano su un terreno comune fatto di rime e rimandi: cromatici (dal grigio al blu), formali (sinuose rotondità) - sia negli oggetti d’arredo che nella pittura avvertiamo una similitudine: le tulipaniere, le lampade e i soggetti pittorici assumono le sembianze metaforiche di tante ampolle alchemiche.
Il percorso attorno alla forma è dunque di tipo laboratoriale (che sia esso artistico o di design), di cambiamento, di miglioramento, di messa in discussione, di sovvertimento o annientamento - tra chimica e immaginazione.”
E ancora: “In “Mine” le forme degli oggetti si ispirano alle omonime mine utilizzate nelle guerre navali moderne che venivano fissate in profondità tramite delle catene e rimanevano sospese in attesa di collisioni. La serie “Mine” attraverso il processo creativo diviene poi una linea di complementi d’arredo che, rifacendosi a forme precise, ne sovverte l’utilizzo, proponendo una riflessione sulla cultura acquisita e un invito a spingersi oltre le proprie conoscenze e ciò che la società impone.
…con il titolo “Antiforma” l’artista Matteo Messori già bene introduce la volontà di indagare la forma nell’attualità dell’oggi; la necessità di lottare contro una precondizione che l’uomo stesso sembri essersi creato. Le pitture ci accompagnano in una riflessione profonda dai toni prevalentemente blu - un colore che per sua natura ha accompagnato l’arte da sempre - dal naturalismo di Giotto fino all’immaterialità voluta da Yves Klein.”