Matteo Negri – Piano piano
Il titolo Piano Piano riassume in sé i concetti fondanti della ricerca elaborata dall’artista, il rapporto tra l’individuo e lo spazio rispetto ai lavori che includono l’osservatore, determinandone lo spaesamento percettivo.
Comunicato stampa
Venerdì 11 Novembre alle ore 18.30, ABC-ARTE inaugura la mostra personale di Matteo Negri: “Piano Piano”, a cura di Alberto Fiz, con l'intervento critico di Lorenzo Bruni.
Il titolo Piano Piano riassume in sé i concetti fondanti della ricerca elaborata dall'artista, il rapporto tra l'individuo e lo spazio rispetto ai lavori che includono l’osservatore, determinandone lo spaesamento percettivo. Nel titolo della rassegna la parola ‘Piano’ è ripetuta, così come si susseguono le immagini dell'ambiente che si rifrangono sulle superfici traslucide delle opere plastiche.
L'artista ha ideato, per gli spazi della galleria, opere ed installazioni ambientali che hanno lo scopo di decodificare un processo di contemplazione lento, in conflitto con la trasmissione incessante delle immagini che caratterizza il nostro quotidiano.
La scultura, come una scienza applicata, si interroga sul suo stesso esistere e si sviluppa attraverso un percorso artigianale, tecnico e progettuale, interferendo nello spazio espositivo su due livelli percettivi: il primo è di carattere oggettivo, mentre il secondo è determinato dal materiale riflettente che rende le opere catalizzatrici di infinite possibilità visive.
Dettaglio - Matteo Negri, Piano Piano, 2016, 165x260x230 cm, ferro, cromo liquido e vetro.
Nella sala centrale, Matteo Negri espone un unico elemento, in acciaio lucido, riconducibile ad una scultura modernista, che produce un antagonismo tra la sua estetica tagliente e le infinite e morbide immagini generate dalla sua superficie riflettente. Frutto di un'indagine sul legame tra oggetto e immagine, l'opera è un elemento apparentemente disarmonico ma affascinante epicentro di una forma iniziale di osservazione.
Gli altri ambienti della galleria palesano il limite delle superfici verticali attraverso lo studio della percezione ottica ed estetica con le due serie di opere murali: Kamigami (parola in prestito dal giapponese per identificare lo spirito nelle sue accezioni di pluralità, ripetizione e infinitezza) e PSA (letteralmente acronimo di “pittura su alluminio”). I primi sono piani forati in lamiera dai colori cangianti, differenti per dimensione e forma geometrica sul cui bordo riflettono infinite prospettive ed immagini; le seconde, invece, sono stickers e serigrafie trasposte su una lamina in alluminio che è piano di collegamento tra pittura, scultura e fotografia.
La scalinata di accesso della galleria, così come la prima sala, documentano il progetto realizzato per la città di Genova. Attraverso lavori che analizzano le architetture e i contesti urbanizzati, l'artista indaga la relazione tra spazio comune e immagine condivisa del vissuto collettivo.
Matteo Negri, Psa, 2016, dimensioni variabili, installazione ambientale, pigmento acrilico su muro e tecnica mista su alluminio
L'operazione nasce dalla volontà di approfondire il rapporto tra scultura e tecnologia, mostrando come nella società virtuale, l'opera possa esistere anche privata della sua presenza fisica, come sola rappresentazione.
Un nuovo prezioso libro della collana bilingue, italiano ed inglese, ABC-ARTE edizioni, viene dedicato alla mostra. Contiene i testi critici del curatore Alberto Fiz e di Lorenzo Bruni, fotografie, approfondimenti e la documentazione degli interventi dell'artista che hanno come oggetto la città di Genova.
La mostra, patrocinata dal Comune di Genova, si propone di presentare una sintesi della ricerca di un artista italiano che, nonostante la giovane età, si è distinto nel panorama dell'arte nazionale e internazionale.
Matteo Negri nasce a San Donato Milanese (MI) nel 1982, vive e lavora a Milano. Diplomato in scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, dal 2003 ha lavorato con numerose istituzioni d'arte in Italia e all'estero (tra cui Parigi, Londra e Berlino), realizzando installazioni presso gallerie, spazi pubblici, privati e fiere d'arte. La sua ricerca artistica si concentra sull'utilizzo di materiali plastici che lavora in modo variegato passando dalla pietra alla ceramica alla resina e utilizzando colori pop. Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche quali la Fondazione Fiera e la Fondazione Bracco di Milano.