Matteo Peretti – L’età dello sviluppo
In questa nuova antologica di Matteo Peretti (Roma, 1975), l’artista presenta una serie di lavori legati, come si desume dal titolo, al concetto di crescita e sviluppo, ponendo a diretto confronto lo sviluppo umano, e quindi individuale, a quello collettivo, inteso nel senso economico e sociale.
Comunicato stampa
In questa nuova antologica di Matteo Peretti (Roma, 1975), l'artista presenta una serie di lavori legati, come si desume dal titolo, al concetto di crescita e sviluppo, ponendo a diretto confronto lo sviluppo umano, e quindi individuale, a quello collettivo, inteso nel senso economico e sociale.
Il tutto secondo la dicotomia pasoliniana “progresso”, cioè vera crescita, e semplice “sviluppo”, con connotazione di negatività.
Tali temi vengono affrontati nelle opere di Peretti a partire dallo stesso percorso espositivo della mostra, impostato come un percorso di crescita che dal momento della nascita giunge fino a quella definibile come "età dello sviluppo", cioè l'età adolescenziale che determina il passaggio dall'età infantile a quella adulta.
Si parte dunque dal momento dell'ingresso nel mondo, simboleggiato dalla carrozzina di "Motherhood", passando ai primi giochi infantili della "Baby pool", una piscina gonfiabile e la macchinina a pedali di “Don’t play with Fire”, per giungere infine alle shopping bags in plastica di negozi alla moda di "Shopping for kids", che determinano la nuova possibilità da parte dei bambini di divertirsi non più per mezzo di passatempi ludici, ma bensì con il denaro, inaugurando un meccanismo che sarà proprio dell'età adulta, ove l’individuo entra pienamente a far parte del tessuto sociale consumistico in quanto capace ormai di “consumare” per il resto della vita.
Tali fasi della crescita individuale vengono poste in parallelo con quello socio-economico: l'età dello sviluppo umano si tramuta in quello storico segnato dall'avvento della rivoluzione industriale, ovvero il passaggio dal "sistema agricolo-artigianale-commerciale ad un sistema industriale moderno, caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate, come ad esempio i combustibili fossili."
E sono proprio quei combustibili fossili che hanno reso possibile tale rivoluzione: carbone, petrolio ed i loro derivati quali i materiali plastici ad essere posti materialmente e idealmente al centro del lavoro di Peretti: l'accostamento tra il carbone e la macchinina per bambini, il petrolio con la carrozzina, dietro la loro apparenza ironica ed innocua vogliono mettere in evidenza una realtà molto più inquietante, suscitare una rinnovata consapevolezza sui terribili effetti a detrimento del pianeta derivanti dal loro uso indiscriminato.
Il passaggio dall'età infantile a quella adulta implica necessariamente la perdita di quella condizione di sana spensieratezza ed ingenuità originaria, l’estraniamento della capacità di giocare senza conseguenze, essendosi corrotta a causa di quei meccanismi socio-economici più ampi propri dell'età capitalista nella quale ci troviamo.
Ciò che l'artista, e lo spettatore, si trova a chiedere è dunque se, ed in che misura, il presupposto concetto di sviluppo possa essere, a distanza di quasi due secoli dalla rivoluzione industriale, ancora inteso in senso positivo e positivista. Giocando si impara, oppure no?
La mostra è allestita per la prima volta presso l’Altana, uno degli ambienti più spettacolari di Palazzo Chigi, che si apre con vedute panoramiche di straordinaria suggestione verso la campagna romana e i boschi fino a Monte Cavo, nello spazio che ospiterà una sezione museale dedicata all’arte contemporanea, la cui apertura è programmata per il prossimo autunno.
La mostra nei giorni 27 e 28 maggio verrà ad affiancarsi alla manifestazione GRANPALAZZO, dedicata ad artisti emergenti dell’arte contemporanea internazionale.