Matthias Schaller – Disportraits
ProjectB presenta a Milano Disportraits, personale del fotografo tedesco Matthias Schaller. In mostra sei opere della serie Disportraits: una rappresentazione della cifra stilistica
dell’artista, da sempre incentrata sul tema “delle variazioni del ritratto”.
Comunicato stampa
ProjectB presenta a Milano Disportraits, personale del fotografo tedesco Matthias Schaller.
In mostra sei opere della serie Disportraits: una rappresentazione della cifra stilistica
dell’artista, da sempre incentrata sul tema “delle variazioni del ritratto”.
Una ricerca sul rapporto tra apparenza e realtà perché Matthias Schaller non ritrae mai
direttamente la persona, ma rappresenta il suo sentito, il momento storico in cui vive o lo
spazio fisico che ha occupato. La tecnica del ritratto viene svuotata del soggetto la cui
assenza è colmata da riferimenti storici e artistici.
L’artista esplora, nella sua visione suggestiva, la correlazione tra i concetti di distanza e
spazio, presenza e assenza, e attraverso questi la condizione umana partendo da due
momenti storici: la missione sulla luna del 1969 e le rivelazioni di Sidereus Nuncius del 1610,
trattato di Galileo Galilei che contiene osservazioni rivoluzionarie sull’astronomia riscoperto
da Schaller grazie alla pubblicazione di Horst Bredekamp in cui sono riprodotti i disegni
artistici delle fasi lunari realizzate da Galilei stesso.
Disportraits s’inserisce all'interno di questa poetica, dove lo spazio è il riferimento centrale.
Da un lato l’uomo che per natura non si limita, è costretto per destino a crescere e
immaginare fino a creare mondi che non esistono, spingendosi oltre il suo territorio nello
spazio. Dall’altro investigando il potere di ciò che è stato lasciato alle spalle, e come le
persone che hanno abitato gli spazi (siano essi palazzi o vestiti), lascino un silenzio, segno
indelebile della loro presenza anche dopo molto tempo.
Il prefisso dis accostato al termine portrait/ritratto esprime la mancanza di qualcosa: le
tute degli astronauti – utilizzate per missioni russe e americane di proprietà di un
collezionista di Milano - sono vuote e l'impressione del movimento -imitata dalle fasi lunari
create digitalmente sui caschi - è data dalle diverse prospettive da cui l’artista scatta,
muovendosi attorno al soggetto.
"Penso che la tuta da astronauta sia una metafora per gli esseri umani. Usando le tute
posso dimostrare che siamo tutti astronauti, tutti soli, isolati gli uni dagli altri. E stiamo tutti
cercando, attraverso forme di comunicazione verbale e non, di entrare in contatto con
l'altro. Per non sentirsi soli. Ogni individuo è uno spazio con le sue regole, la propria storia e
le relazioni con lo spazio al di fuori di sé." Matthias Schaller
Il lavoro di Schaller ha quindi una dimensione storica: non gli interessa l’individuo,
Disportraits è un ritratto del sogno condiviso dell’umanità che è già arrivata sulla Luna.
Matthias Schaller è nato a Dillingen/Donau, Germania nel 1965. Vive tra New York e
Venezia. Ha conseguito un master in antropologia dopo aver studiato a Göttingen,
Amburgo e Siena. E’ stato ricercatore al DAAD di Roma. Tra le sue mostre personali
recenti: "Purple Desk", Fondazione Giorgio Cini, Biennale d’Arte di Venezia (2009), "Fratelli
d'Italia" Museum of Modern Art in Rio de Janeiro (2009), "Das Meisterstück", Picasso
Museum in Münster (2010), o "Disportraits", Museum of Contemporary Art, Rio de Janeiro
(2011). Steidl ha pubblicato Schaller’s The Mill (2007), Controfacciata (2008) e Purple Desk
(2009.
Dal meticoloso studio dell’atelier di Andreas Gursky nel 2000 Matthias Schaller ha
sviluppato una poetica incentrata sul ritratto senza soggetto, tra altro negli studi di
fotografi e architetti (Werkbildnis I e II, dal 2000), la stanza del bambino napoletano
(Echokammer, 2001-2002), la casa-studio di Bernd e Hilla Becher (The Mill 2002-2003), gli
interni dei piani nobili dei Palazzi Veneziani affacciati sul Canal Grande (Controfacciata
2004), le stanza dei cardinali della Curia Romana in Vaticano (Purple Desk, 2004-2008), 150
Teatri Lirici Italiani (Fratelli d’Italia, 2005-2008) e la serie sulle palette degli artisti col titolo
Das Meisterstück (dal 2007).