Maurizio Bottarelli – Atopie
Quarta personale di Maurizio Bottarelli all’Ariete artecontemporanea corredata da catalogo monografico introdotto da testi di Ilaria Bignotti e Pasquale Fameli.
Comunicato stampa
Quarta personale di Maurizio Bottarelli all’Ariete artecontemporanea corredata da catalogo monografico introdotto da testi di Ilaria Bignotti e Pasquale Fameli. Maurizio Bottarelli ritorna sul tema del paesaggio dopo le mostre dedicate ai volti nel 2017 e dedica questa esposizione a Fabrizio D’Amico. In mostra opere inedite realizzate dall’artista per l’occasione.
Maurizio Bottarelli dal 1962 è presente sulla scena artistica nazionale. Ha vissuto e lavorato a Londra e in Scozia, Austria, Islanda, Stati Uniti, Australia. E' stato docente di pittura presso l'Accademia di Brera. Vicino inizialmente al clima artistico creato da Francesco Arcangeli, Maurizio Bottarelli conduce da sempre una costante e personale ricerca attraverso sedimentazioni culturali e stratificazioni della materia pittorica. Fra i critici che hanno scritto del suo lavoro Accame, Arcangeli, Castagnoli, Cerritelli, D'Amico, Emiliani, Fossati, Guadagnini, Gualdoni, Scolaro, Tassi.
Ilaria Bignotti Maurizio Bottarelli.Vedere attraverso ‘le sue opere possono essere ora paesaggi osmotici nei quali affondare lo sguardo, palpandone le corposità terrene, sentendone gli umori delle erbe e delle radici, mentre i cieli si fondono con il limite della collina o entrano nell’imbuto di una gola rocciosa; al contempo, esse sono schermi concettuali di taches e dessechements, dove abrasioni corrose dalla stratificazione della materia si disciolgono in diafane e diluitissime sovrapposizioni cromatiche: là un rivolo si addensa, qui un rigo percola, stingendosi al bordo del campo visivo.’
Pasquale Fameli La natura sulla soglia dell’immagine.Maurizio Bottarelli ‘La sensazione di un accadimento incontrollabile pervade la più recente produzione di Maurizio Bottarelli, intento ancora a interrogarsi sulla conflittualità del rapporto tra l’uomo e la natura. Le sue immagini sembrano quasi emulare la tensione lenta e continua dell’orogenesi, rielaborare i suoi processi e schiuderne l’energia.La materia, con le sue porosità e le sue effervescenze, aderisce alla superficie della tela o della carta e la satura, generando la propria atmosfera ma negando, al contempo, ogni accenno di profondità.’