Maurizio Briatta – Paesaggi.Forse
Maurizio Briatta si ripresenta al pubblico, complice ArtPhotò, con una esposizione più ampia – rispetto a quella dello scorso anno – con tre lavori che segnano momenti diversi della sua esperienza fotografica, in comune hanno il paesaggio.
Comunicato stampa
Maurizio Briatta si ripresenta al pubblico, complice ArtPhotò, con una esposizione più ampia – rispetto a quella dello scorso anno – con tre lavori che segnano momenti diversi della sua esperienza fotografica, in comune hanno il paesaggio. Maurizio Briatta offre però sempre uno sguardo insolito al paesaggio usando proprio la complessità del mezzo fotografico per ottenere risultati che giocano sull’ambiguità. Da qui il titolo che genera dubbio, incertezza: “Paesaggi forse”. I tre lavori Controluce del 2001-2005, Paesaggi con figure iniziano nel 1995 tanto che i primi fanno già parte della mostra e collezione alla GAM poi ripresi nel 2015 e Paesaggi brutti del 2023 nascono tutti dalla ricerca ossessiva di Briatta sull’imperfezione. Incredibile quanto il rigore che esige Briatta per lavorare in un ambiente ordinato, elegante si scontri con l’insaziabile necessità di rompere le regole, gli schemi del già visto.
Ecco allora come il primo lavoro fotografico Controluce è proprio quello che lo ha fatto conoscere nel 2002 alla GAM e quindi alla critica più severa ed esigente. In questo caso emerge una vena romantica che, con l’uso della voluta sfocatura insieme alla stampa su carta acquerello, accentua al paesaggio l'effetto pittorico. È il progetto che più segna Briatta al confine con la bellezza pittorica alla Turner, sfumando il paesaggio, cercando di emozionare attraverso il colore e la luce la poetica della natura. La mostra in cui era presente allora alla Gam faceva seguito alla selezione individuata dalla critica Marina Miraglia nel libro "Il ‘900 in fotografia e il caso torinese".
Briatta ha però abbandonato le scene pubbliche ritornando a quindici anni di distanza con l’intenzione di ripartire da lì ma con la voglia di nascondere ancora di più, di continuare a lasciare intravedere, immaginare con Paesaggi con figure. Scruta le presenze umane all’interno di paesaggi abituali che per Briatta diventano vere e proprie scenografie come il mare, il parco, il giardino, la montagna. Scenografie come pretesto a nuove brevi emozioni da insaziabile curioso. L’obiettivo diventa il velo che nasconde e non che mette a fuoco, che guarda ma che non si sofferma come per un atto di pudicizia di non voler far scoprire tutto ciò che ha visto. Briatta lascia all’immaginazione di ognuno di noi.
L’ultimo lavoro, l’ultima “folgorazione” è per Briatta il gioco dell’imperfezione: Paesaggi brutti. Abbandona fantasie romantiche, veloci seduzioni per lasciare spazio al suo sguardo ironico trionfante su un paesaggio che c’è ma che viene mascherato da elementi che nascondo la sua vera bellezza. Gaudio al gioco tra il rifiuto umano e il paesaggio naturale, tra un temporaneo disturbo visivo e la statica natura all’orizzonte. È un lavoro che nega tutto il precedente rinnovandolo di una contemporaneità da artista internazionale. Per Briatta i riferimenti sono con la land art di Christo, di Richard Long, di Tony Crag e cerca, con il suo stile, in maniera volontaria, consapevole quanto la mano dell’uomo ogni giorno riesce a graffiare con costruzioni pale giocattoli camion immondizia, la natura di un paesaggio che silenziosamente non può ribellarsi. Lo fa in maniera opposta a Christo che impacchetta la bellezza e quindi interviene sul paesaggio aggiungendo qualcosa. Briatta invece cerca la contaminazione che esiste già, quella che l’uomo ci propone ogni giorno con i suoi camion, con i suoi lavori di manutenzione, con la bulimia di acquisti per far giocare i bambini che vengono vomitati su prati paradisiaci, con gru, scavatrici per lavori che sembrano sempre senza fine e che destabilizzano il paesaggio. Spesso scarti, plastica, inquinamento da sovrabbondanza che lacerano la natura, la bellezza.
Forse l’occhio di Briatta osserva con meticolosa attenzione ciò che ha intorno a sé e con altrettanta costante inesauribile ricerca si appropria, con grande sforzo, di un linguaggio fotografico che sente pulsare affinché smonti la retorica di cui già abbonda. Anche in questa mostra la sua sensibilità l’ha condivisa con Tiziana Bonomo che ha ne ha curato la mostra.
Biografie
Maurizio Briatta
Vive e lavora a Torino. Si laurea in architettura e successivamente partecipa a workshops fotografici sul tema "creatività nel colore". Inizia a fotografare e tiene le prime esposizione iniziando a frequentare i Rencontres d’Arles. Briatta diventa un riconosciuto fotografo e viene inserito nel gruppo “Giovani artisti a Torino”. Impegnato nella scena torinese è stato protagonista – nel 2002 – alla GAM nella mostra "Silenzio della Superficie”, con altri tre autori significativi selezionati dal direttore dell’epoca Pier Giovanni Castagnoli. La mostra faceva seguito alla selezione individuata dalla critica Marina Miraglia nel libro "Il ‘900 in fotografia e il caso torinese". Negli anni insegna nella scuola pubblica e attiva alcuni laboratori di fotografia. Le sue fotografie fanno parte di alcune collezioni pubbliche e private in Italia e in Europa ad esempio: “Cabinet des estampes della Bibliothèque national de France”a Parigi, alla “Gam (Galleria Civica d’Arte Moderna)” di Torino,
al “Musée de la Photographie (Centre d'art contemporain de la Fédération Wallonie-Bruxelles)” di Charleroi. Le mostre sia individuali sia collettive oltre che in Italia anche in Europa in particolare in Spagna, Francia, Belgio, Svizzera e Repubblica Ceca.
Tiziana Bonomo
Dal 2016 si dedica attivamente al progetto ArtPhotò con cui propone, organizza e cura eventi legati al mondo della fotografia come mostre, libri, incontri. La passione per la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing e poi nella comunicazione di autorevoli aziende internazionali. Progetta e cura esposizioni e libri. Ha organizzato diversi incontri sulla fotografia e un laboratorio didattico sull’alfabetizzazione all’immagine “Leggere la fotografia”.
In collaborazione con
Spazio Eventa per esposizioni sempre diverse come luogo di incontro per “curiosare” tra le diverse proposte immobiliari. Un luogo di svago e relax in Via dei Mille 42 a Torino. www.eventaweb.it,
ArtPhotò "un approccio non convenzionale alla fotografia”, nato per raccontare storie, creare atmosfere, suscitare emozioni.