Maurizio Cannavacciuolo
La mostra, che si articolerà su due sedi, in collaborazione con la Galleria Pack, presenterà al pubblico milanese una selezione di opere realizzate negli ultimi anni unitamente ad un corpus di lavori appositamente concepito per gli spazi di Milano.
Comunicato stampa
La Galleria Giovanni Bonelli è orgogliosa di presentare la prima personale nei propri spazi di Maurizio Cannavacciuolo.
La mostra, che si articolerà su due sedi, in collaborazione con la Galleria Pack, presenterà al pubblico milanese una selezione di opere realizzate negli ultimi anni unitamente ad un corpus di lavori appositamente concepito per gli spazi di Milano.
Presso la galleria Giovanni Bonelli saranno esposte una decina di opere di grandi dimensioni (fino a due metri per due) realizzate nell’arco degli ultimi quattro anni.
Presso la galleria PACK saranno esposte tre opere imponenti (una tela di due metri per dieci e due di due metri per tre) realizzate con l’uso esclusivo dei due colori bianco e nero. L’artista alterna nella sua produzione la scelta del bianco e nero all’uso esclusivo dei colori primari.
Circondato da un’aura di esoterismo Cannavacciuolo da sempre costruisce opere, realizzate prevalentemente a olio su tela, estremamente elaborate in cui la fitta trama dello sfondo nasconde successivi livelli di narrazione. Machine à penser o enigma sono le definizioni più utilizzate per queste opere al contempo immediate eppure difficilissime da interpretare, che richiedono tempo e pazienza per esser lette in ogni dettaglio. I riferimenti iconografici spaziano dalle anfore greche, ai bassorilievi egizi fino alle stilizzazioni da cartoon dei giorni nostri, con alcuni elementi ricorrenti, come gli insetti, le rane, le rappresentazioni di corpi come studi di anatomia e l’autoritratto dell’artista.
Non trascurabile, in tutta la produzione di Cannavacciuolo è la componente di ironia che l’artista infonde nei suoi lavori disseminandoli di pièges visive ed associazioni incongrue. Gli improbabili accostamenti di trame e soggetti contribuiscono a realizzare l’impalcatura di una enigmistica complessa che lo spettatore si trova ad analizzare, ammaliato dall’impatto visivo così incisivo, netto e accattivante delle tele realizzate con inappuntabile precisione.
Maurizio Cannavacciuolo (Napoli, 1954 - vive e lavora a Roma).
Dalla fine degli anni ’70 ha tenuto personali in moltissime gallerie ed istituzioni pubbliche italiane ed internazionali. Tra le principali segnaliamo: Sprovieri Progetti, Londra (2006-09); Baltic Centre for Contemporary Art, Gateshead (2005); Suzy Shammah, Milano (2004); Isabella Stewart Gardner Museum, Boston (2004-2016); Museo de Arte Contemporaneo, Santiago de Chile (2003); Museu da Repubblica-Galeria Catete, Rio de Janeiro (2002); Franco Noero, Torino (2001); Galleria Cardi, Milano (2000), Gian Enzo Sperone, Roma (1993-97), Sperone Westwater, New York (1996).
Cover: Maurizio Cannavacciuolo, Menina do Rio, calor que provoca arrepio, 2018, olio e smalto ad acqua su tela, cm 150x200.
foto: Maria Enquist.
Courtesy: Galleria Giovanni Bonelli, Milano.