Maurizio Sansevrino – Kinder Traumen
Le immagini che attraversano i sogni sono, spesso, le più originali forme di verità. Confuse, eccessive e sregolate, riflettono le suggestioni recondite, amplificando le percezioni.
Comunicato stampa
Si inaugura venerdì 17 Maggio alle ore 20.30 presso la sala espositiva “La Cavallerizza” del Palazzo Marchesale di Laterza la mostra personale di arte contemporanea di Maurizio Sansevrino, a cura di Manuela Clemente e con progetto e coordinamento generale di Trisma soc. coop.
La mostra, moralmente patrocinata dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Taranto e dal Comune di Laterza, sarà visitabile dal 17 al 26 Maggio 2013, tutti i giorni dalle 20.30 alle 00.00.
Le immagini che attraversano i sogni sono, spesso, le più originali forme di verità. Confuse, eccessive e sregolate, riflettono le suggestioni recondite, amplificando le percezioni.
Se nel compito del “lavoro onirico” freudiano la volontà è di trasformare il contenuto latente in contenuto manifesto, il percorso rivelativo delle immagini in Kinder Traumen è la dilatazione articolata di concetti che studiano inquietudini, indagano fenomeni sociali e introducono elementi personali, ironici o tragici in surreali composizioni.
In contrasto con la coscienza, stereotipata e convenzionale, si sviluppano meccanicamente tematiche proprie riconducibili ad alcuni degli istinti profondi dell’animo, e divengono esplicative, talvolta contorte, di una condizione fisica o psichica.
Ira. Lussuria. Invidia. Chimeriche, illusorie, false riproduzioni di impulsi naturali, incontrollati stimoli e vietate espressioni.
L’invocazione di un dio ignoto altera e trasforma una posizione, capovolge i ruoli e inasprisce i temperamenti, tendendo a esasperare persino il carattere docile e generoso di un manga giapponese.
Il rifugio è nel piacere, nella dissolutezza, nella ricerca degli eccessi che versano nell’immoralità. Da una parte la coscienza individua come negative le alterazioni dovute agli eccessi, dall’altra immerge se stessa nei disordini, gode del piacere momentaneo e distruttivo di una musica, di un amore, di un’amicizia.
Scippa l’onestà, ruba la lealtà e irrompe nella sfera più intima quel senso di tradimento, fino a strappare la pelle dal corpo che diventa scheletro. Scarno e rinsecchito, al corpo nudo, isolato, non resta che fissare il vuoto e cercare nel nulla la logica direzione dell’esistenza.
I rimandi alle fiabe e ai giochi d’infanzia non servono a sedare la violenza degli episodi, ma rimarcano il timore di un passo incerto eclissando il valore contrastante delle visive disarmonie.
Manuela Clemente