Mauro de Carli – Die große Gesundheit
In mostra una selezione del lavoro degli ultimi quattro anni di Mauro de Carli (Milano, 1980) secondo due linee parallele, quella esoterica e mentale e la nuova produzione in cui la dimensione fisica irrompe sul contingente.
Comunicato stampa
In mostra una selezione del lavoro degli ultimi quattro anni di Mauro de Carli (Milano, 1980) secondo due linee parallele, quella esoterica e mentale e la nuova produzione in cui la dimensione fisica irrompe sul contingente
DELLO SPIRITO. POESIA VISUALE DI MAURO DE CARLI SOTTRATTA ALL'INDICE DELLA SANTA INQUISIZIONE
Questo non è un testo critico. Basta gettare un colpo d'occhio preliminare sull'intera produzione di Mauro de Carli per consentire al pensiero di fluire nei meandri dell'autoreferenzialità - René Magritte, Ceci n'est pas une pipe - e dar forma e sostanza a quella che è a tutti gli effetti una dichiarazione programmatica. L'opera di Mauro de Carli è infatti troppo irregolare per essere categorizzata nello schematismo della ragion critica. Che in questa circostanza indossa le vesti della critica d'arte. Perché il sommo (?) filosofo di Königsberg, Immanuel Kant, chiamò il suo magnum opus Critica della ragion pura? Ma perché la suddetta critica era sia esterna che interna: non era solo un'analisi sulla ragione, ma era anche la ragione che, analizzando se stessa, puntellava i limiti di ciò che poteva esser conosciuto di là dall'universo di ciò che poteva invece soltanto esser pensato: Dio, l'anima, il mondo. Ecco, con de Carli la critica d'arte dovrebbe comportarsi allo stesso modo della ragione kantiana: soppesare se stessa. Anzi di più: accomiatarsi da se stessa. Perché un approccio metateorico alla produzione artistica di Mauro de Carli sarebbe solo vaniloquio, flatus vocis: parole, parole, parole, come diceva Mina. Questo è un testo in assoluta libertà perché risponde al carattere intrinsecamente rivoluzionario dell'opera carliana [...]
(estratto dal testo di Emanuele Beluffi)