Mauro Reggio – Pittore di città
La 63° edizione del Premio Michetti, curata da Luca Beatrice, si apre con un’esposizione di Mauro Reggio presso il Palazzo San Domenico a Francavilla al Mare (CH).
Comunicato stampa
La 63° edizione del Premio Michetti, curata da Luca Beatrice, si apre con un’esposizione di Mauro Reggio presso il Palazzo San Domenico a Francavilla al Mare (CH).
Il pittore romano, reduce dalla partecipazione al Padiglione Regionale del Lazio della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, presenta al pubblico le sue ultime creazioni, che immortalano scorci della città eterna, spaziando tra i vari secoli della storia urbanistica di Roma.
Nella personale “Pittore di città” infatti, si possono riconoscere indistintamente le testimonianze del passato che popolano la campagna romana, la ricchezza delle costruzioni barocche, l’austerità degli edifici umbertini, i tratti delle architetture degli
anni Trenta, fino ad arrivare alle costruzioni degli anni Sessanta e Settanta che popolano la periferia romana.
La vasta sezione di olio e acquerelli, che confermano ancora una volta l’attenzione dell’artista per tutte le sfaccettature della metropoli capitolina, sono caratterizzati da una ricerca cromatica volta ad esaltarne ulteriormente la costruzione spaziale.
Carlo Fabrizio Carli, curatore dell’esposizione, definisce appunto Reggio come un “pittore di città, vale a dire che protagoniste delle sue tele e dei suoi acquerelli sono le architetture, le vie, le piazze, le inquadrature urbane e, in seconda opzione, i silenziosi abitatori di questi contesti: le sculture che un tempo integravano l’aspetto degli edifici più importanti e vi introducono tuttora una particolarissima presenza umana, seppure idealizzata e perloppiù affidata a dimensioni colossali.”
Dal testo di Carli: “In realtà, un po’ tutta Roma, centro, semicentro, periferia e suburbio viene studiata, assunta e trasfigurata da Reggio nei lineamenti di una inedita proteiforme, personalissima e inconfondibile, città del silenzio, dove, in realtà, quello che conta davvero non è il tema, ma la irrefrenabile capacità astrattiva del pittore.”