Mauro Staccioli – La poetica dei contesti

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO HAJECH - LICEO ARTISTICO DI BRERA
Via Camillo Hajech 27, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da lunedì a venerdì 09.30/15.00

Vernissage
19/11/2018

ore 18

Artisti
Mauro Staccioli
Generi
arte contemporanea

Nel piano annuale delle mostre, è la volta di una monografica su un artista, scultore di chiara fama internazionale, che è stato a suo tempo docente di scultura del Liceo e che con la sua scultura monumentale ha varcato i confini italiani, innervando il suo lavoro con gli spazi circostanti.

Comunicato stampa

Scrive Emilia Ametrano:
Nel piano annuale delle mostre, e soprattutto delle mostre storiche che il nostro Liceo Artistico Statale di Brera da anni va portando avanti con intellettualità e professionalità, è la volta di una monografica su un artista, Mauro Staccioli, scultore di chiara fama internazionale, che è stato a suo tempo docente di scultura del nostro Liceo.
Onore e vanto per il nostro Istituto, che ha vissuto da vicino l’artista ottantenne, che con la sua scultura monumentale ha varcato i confini italiani grazie alla sua “poetica dei contesti”, innervando il suo lavoro con gli spazi circostanti.
Quasi in concomitanza con la sua mostra nel nostro Liceo, che si tiene a circa un anno dalla scomparsa - divenendo così tributo significativo - a Roma nelle Terme di Caracalla si è appena conclusa la sua retrospettiva dal titolo “Sensibile ambientale”.
Non solo sculture e disegni - i disegni sono parte integrante del fare scultura - sono divenute delle coordinate di paesaggi e luoghi, ma tutte le sue opere e ognuna di esse sembrano divenute il centro del mondo.
La nostra mostra, di portata internazionale, diventa un punto di riferimento sia per la città di Milano, capitale della cultura e dell’arte, che per gli allievi e i docenti del Liceo che avranno l’occasione di conoscere la sensibilità plastica e la memoria che mosse Mauro Staccioli.

Scrive Carlo Franza:
…Poi il suo percorso artistico, umile, colto, profondo, geometrico e razionale, minimale, monumentale pur sfuggendo all’effetto tutto effimero del monumentalismo, innervato sulle direzioni italiane, europee e internazionali, ha trovato conferma con capitoli di sensibile misura e di chiaro “exemplum”. Figura singolare dell’arte italiana, Staccioli con il suo lavoro e le sue sculture ha posto in relazione l’uomo e lo spazio, ed anche i luoghi, dove l’immagine e l’archetipo della scultura hanno trovato un luogo di identità; tanto che questi elementi primari sono diventati - secondo una definizione del collega Gillo Dorfles - “delle coordinate del paesaggio e del luogo in cui sorgono”.
Ecco perche tutte le sue opere e ognuna di esse sono divenute il centro del mondo, una “mappa del mondo”; opere localizzate, contestualizzate, ricreate e messe in rapporto con l’esterno; archi rovesciati, cerchi, ellissi, dischi, sfere, triangoli, prismoidi, stele, covoni, portali, ecc. come monumenti del tempo. Le sue sculture, le sue installazioni in materie diverse, il cemento, il ferro e, in ultimo, l’acciaio corten, mirano a suscitare coinvolgimento e incanto, una nuova meraviglia al cospetto di primigeni spettacoli naturali, a rinverdire viaggi nella storia, luoghi, architetture, tracce, memorie. Opere nobilitate dal retaggio di una tradizione colta e assoluta, cariche di un respiro poetico palpabile, legato alle forme, ai contesti, ai vuoti e ai pieni, alle geometrie dell’universo, quasi a rivelare oltre ogni dato materiale uno scrigno esiodeo di occasioni del tempo, che fuoriesce da esse come peso di preziosa testimonianza. Sono opere, testimoniate anche dai disegni preparatori, cariche di un pathos che si rinnova quotidianamente, giacchè il profilo di esse e lo snodo finale concorrono a creare un’immagine percorsa da un fremito sottile, laico e mistico al contempo. La grandezza di Mauro Staccioli sta proprio nell’essere stato cronista di una bellezza primigenia, di un mondo che ingloba storie diverse, di una natura che ha fermato gesti antichi…

Scrive Francesca Pensa:
Una delle prime tappe del percorso intellettuale di Mauro Staccioli segna l'impegno nel campo dell'insegnamento, esercitato in Sardegna in provincia di Cagliari. Con il trasferimento dell'artista a Milano, dopo il soggiorno di alcuni anni a Lodi, nel 1971 lo scultore ottiene la cattedra di Figura e Ornato Modellato presso il Liceo Artistico di Brera, quando la scuola era ancora unita all'Accademia, ma già tre anni dopo, nel 1974, la sua posizione cambia, rivelando la forte volontà di partecipazione dell'artista alla vita dell'istituto. Il 1974 è infatti anno cruciale per la scuola italiana, perché è adesso che vengono approvati ed entrano in attuazione i Decreti Delegati che, per l'Istruzione Artistica, significano il distacco e l'autonomia dei Licei dalle Accademie.
A Milano, protagonista di questo passaggio cruciale è senza dubbio Staccioli, come testimoniano in modo inequivocabile vari documenti dell'Archivio della nostra scuola; le carte raccontano lo sviluppo di questa vicenda, nella quale l'artista, dopo la constatazione del Direttore dell'Accademia di Brera Domenico Purificato della sua esaurita responsabilità rispetto al Liceo Artistico, riceve dal Ministero della Pubblica Istruzione il compito di realizzare compiutamente l'autonomia dell'Istituto, che i documenti descrivono diviso in tre sedi di “notevole popolazione scolastica” e lontane dal sito di Brera. E' probabilmente da questo incarico che deriva, nell'anno scolastico 1974-75, la nomina a Preside (il primo Preside) del Liceo Artistico di Brera, con il compito impegnativo di definire integralmente, sia sul piano amministrativo sia su quello didattico, l'autonomia e l'attuazione completa dei Decreti Delegati, con le prime elezioni delle diverse componenti scolastiche. Ma questo è anche il tempo, per lo scultore, di una intensissima attività artistica, nella quale egli mette a fuoco quegli elementi poetici e quella forma espressiva che risulteranno fondanti per tutto il suo itinerario creativo, allora concentrato primariamente su una dimensione cittadina e nazionale che, successivamente, si aprirà a uno scenario decisamente internazionale…

Biografia dell’artista
Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma nel locale Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove intraprende l’attività di insegnamento nella provincia di Cagliari e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano; assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e successivamente del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante.
Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo - inteso nella sua concezione sia fisica che sociale - nel quale e per il quale è stata realizzata. Elabora quindi “sculture-intervento” che si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. L’artista sceglie fin da principio un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. E’ nel 1972 che Staccioli matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento” nella città di Volterra; la mostra Sculture in città segna così una svolta aprendo agli spazi urbani quel che fino ad allora era relegato solo negli spazi chiusi di gallerie e musei. Staccioli ricerca e genera una “scultura-segno” che nasce dall’attenta osservazione di uno spazio e che dialoga con esso sottolineandone le caratteristiche e alterandone la consueta percezione, suscitando domande e possibili risposte. Dalla mostra del 1972 prende corpo la manifestazione Volterra ’73 curata da Enrico Crispolti che apre la strada a questo nuovo modo di intendere la scultura e che per Staccioli trova completa espressione nella mostra Lettura di un ambiente - realizzata a Vigevano nel 1977 - un titolo che diventa metodo.
Dopo una serie di mostre organizzate in gallerie e spazi milanesi (Studio Sant’Andrea, Studio Marconi, Galleria Bocchi) arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il celebre Muro, una parete di cemento di 8 metri che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia, ponendosi quale segno critico e provocatorio.
Del 1981 è l’intenso intervento allo Studio Mercato del Sale di Milano, dove uno squarcio lungo il pavimento provoca il visitatore a riflettere e a partecipare attivamente attraversando l’opera stessa. Nel 1982 è chiamato a realizzare una grande opera nel parco di Villa Gori a Celle di Santomato (PT), il primo parco italiano di sculture ambientali. Da questo momento Staccioli riscuote una crescente attenzione all'estero e viene chiamato in Germania (Stadtische Galerie, Regensburg; Fridericianum Museum, Kassel), in Gran Bretagna (Hayward Gallery, Londra), in Israele (Tel Hai College) e in Francia (ELAC, Lione). In questi anni il linguaggio dell’artista perde la durezza e l’aggressività che lo caratterizzavano, e che rifletteva l’aspro e violento clima politico degli “anni di piombo”, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali, generando effetti di straniamento nell’osservatore, come la forma in equilibrio sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma del 1981, o il grande plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts nel 1984, realizzato in occasione della sua prima personale negli Stati Uniti. Il confronto con l’architettura e l’ambiente urbano trova nuove soluzioni nella genesi dei grandi archi rovesciati realizzati all’interno della Rotonda della Besana a Milano (1987), davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1988) su invito di Amnon Barzel e nel piazzale principale del Parco Olimpico di Seul (1988) su invito di Pierre Restany. Nel frattempo prosegue la sua attività negli Stati Uniti con una mostra al Museum of Contemporary Art di San Diego e con la serie di installazioni realizzate nel parco della Djerassi Foundation di Woodside in California (1987-1991), seguite negli anni Novanta da nuovi interventi e da importanti mostre tra cui quella tenutasi alla Shoshana Wayne Gallery nel 1993.
Negli anni Novanta l’artista continua a sperimentare nuove forme: anelli che mettono in risalto il paesaggio, come a Ordino d’Arcalis nel Principato di Andorra (1991) e a Monaco di Baviera (1996); tondi “costretti” negli spazi della Fondazione Mudima di Milano (1992) o in precario equilibrio nel Parco della Fara a Bergamo (1992); sfere che appaiono quasi metafisicamente nella piana di Ozieri in Sardegna (1995). Profondo e proficuo è il legame dell’artista con il Belgio, dove è chiamato a realizzare un intervento al Parc Tournay Solvay di Bruxelles per la Fondation Européenne pour la Sculpture (1996) e dove eseguirà numerosi interventi in spazi sia pubblici che privati, tra cui l’ormai celebre Equilibrio sospeso al Rond Point de l’Europe a Bruxelles (1998). Nello stesso decennio la Corea si fa promotrice di diversi interventi pubblici tra cui l’opera per il Contemporary Art Museum di Kwacheon (1990).
In anni più recenti la feconda ricerca di Staccioli si è concretizzata in diverse installazioni in Italia e all’estero: Lapiz Building a La Jolla (San Diego 2003), dove una trave di acciaio attraversa la facciata dell’edificio, Taiwan (2003), Porto Rico (2004), Bodio Center a Milano (2004), Carrazeda de Ansiães (Portogallo 2008), centro affari Val St Quentin a Voisins-le-Bretonneux (Francia 2008), Parco della Cupa a Perugia (2009). Nel 2009 a Volterra si apre la mostra Mauro Staccioli. Volterra 1972-2009 - Luoghi d'esperienza che, oltre a proporre una selezione di disegni, piccole sculture e fotografie presentate in alcuni spazi espositivi della città, ha visto la realizzazione di ben 19 grandiose sculture ambientali che, interessando non solo la città di Volterra ma tutto il suo territorio, sottolineano un paesaggio in cui storia, cultura e lavoro umano si intrecciano nell'opera dell’artista. Molte delle opere ambientali ideate per l'occasione sono tuttora installate e si sono trasformate in un vero e proprio percorso di sculture all’aperto. L’anno successivo su un’altura a Motta D'Affermo in Sicilia Staccioli realizza l’opera 38º Parallelo, una piramide in acciaio corten alta ben 30 metri all’interno del parco della Fiumara d’Arte, seguita dalla mostra Mauro Staccioli. Lo spazio nudo, personale organizzata dalla galleria Fioretto di Padova che interessa, oltre alla galleria, alcuni luoghi chiave della città. Nel 2011 al Parco archeologico di Scolacium e al MARCA di Catanzaro si tiene la mostra Mauro Staccioli. Cerchio Imperfetto per la serie Intersezioni a cura di Alberto Fiz. Alla fine dello stesso anno, in occasione del riordino e della riapertura delle sue sale espositive, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma acquisisce e installa una nuova opera di Staccioli - un anello di 10 metri di diametro - che viene collocato nel parterre della scalinata d’ingresso. Il 2012 si apre con la collocazione dell’opera Cerchio imperfetto nel giardino interno dell’Università Bocconi di Milano. In febbraio la Galleria Il Ponte di Firenze e la Galleria Niccoli di Parma inaugurano due mostre che rileggono i primi quindici anni di lavoro dell’artista, pubblicando il volume Mauro Staccioli. Gli anni di cemento 1968-1982, un articolato catalogo delle sue opere in cemento degli anni '70, frutto di una ricostruzione filologica, svolta insieme all'artista. Alla fine dello stesso anno una personale alla Galleria Invernizzi di Milano esplora nuove prospettive di ricerca che trovano piena espressione nella partecipazione alla Biennale di Scultura di Racconigi nel 2013. L'anno seguente alla Triennale di Milano partecipa a Milano Gallerie. Dalle parti della scultura e della pittura, a cura di Francesco Poli. Lo Château de Seneffe in Belgio gli dedica un'importante mostra nel giardino storico, per il quale realizza due nuovi interventi scultorei. Sempre nel 2014 a Bruxelles le gallerie Antonio Nardone e Zaira Mis gli organizzano una duplice mostra sui suoi disegni e la piccola scultura. In questo stesso anno vengo installate alcune sue importanti sculture ambientali: per Seogwipo nell'isola di Jeju in Corea viene progettata e installata Seogwipo 2014 a Padova l'opera Da sinistra a destra e a Firenze Aruch 2014. Nel 2015 in occasione di Volterra 73 memoria e proiezione a cura di Enrico Crispolti, nella Badia Camaldolese di Volterra, è l’occasione per ricollocare alcuni suoi lavori storici e, nello stesso anno, al Mac di Lissone viene organizzata una mostra sul suo materiale d'archivio curata da Lorenzo Respi e Simona Santini. Nel 2016 la galleria Aldo Marchetti di Roma gli dedica una mostra con opere degli anni Ottanta e Novanta con un catalogo curato da Silvia Pegoraro. Nello stesso anno installa una grande scultura a Figino Serenza (Como) Poemo ’16 e a Villa Pisani Bonetti, Bagnolo di Lonigo, Vicenza installa Villa Pisani Bonetti ’16 dove gli viene dedicata una mostra corredata da un catalogo curato da Francesca Pola e Luca Massimo Barbero.
Nel 2018, dopo la sua scomparsa La Soprintendenza Speciale di Roma. Archeologia Belle Arti Paesaggio e la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea gli dedicano una grande retrospettiva a Roma nelle Terme di Caracalla, Mauro Staccioli: Sensibile Ambientale (13 giugno – 4 novembre 2018) a cura di Alberto Fiz.
Staccioli è stato membro dell’Académie Royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell'Accademia di San Luca.