Mauro Staccioli – Lo spazio segnato
La galleria Il Ponte presenta una mostra monografica dedicata allo scultore Mauro Staccioli. Lo spazio sarà allestito con alcune opere dal 1969 al 2009 e una sintetica selezione di materiali che ne accompagnano il percorso ideativo.
Comunicato stampa
La galleria Il Ponte presenta una mostra monografica dedicata allo scultore Mauro Staccioli. Lo spazio sarà allestito con alcune opere dal 1969 al 2009 e una sintetica selezione di materiali che ne accompagnano il percorso ideativo.
“Mauro Staccioli lavora seguendo un procedimento peculiare che risponde all’esigenza fondante del suo pensiero: leggere il luogo alla luce della storia e lasciare un segno indicativo sulla scorta di questa lettura. Una scelta consapevole si va definendo nell’artista alla fine degli anni ’60: politicamente impegnato, sente l’arte come una risposta doverosa all’esserci, un lavoro partecipe del dibattito. La sua sensibilità all’ambiente storico-sociale emerge a Volterra nel 1972: il luogo, lo spazio urbano, l’edificio, la natura, hanno una propria storia, un proprio respiro, recano le impronte di vicende antiche o di situazioni socio-ambientali. Pochi anni dopo, Staccioli darà alla sua mostra nel castello di Vigevano (1977) il titolo emblematico di Lettura di un ambiente. L’artista ‘legge’ il sito prima di porvi un segno, commisurato non soltanto allo spazio, ma alla presenza dell’uomo.
Un lavoro intenso e invisibile precede la scultura di Staccioli, perfetta sintesi poetica di ritmo e misura in relazione con il luogo. I materiali raccolti nello studio-archivio in 40 anni di lavoro, nel testimoniare un’attività intensa offrono le chiavi di lettura del suo percorso ideativo. […] Un percorso intellettuale complesso, molto vicino a quello di un architetto: sin dal primo contatto con il luogo, la sua storia, le sue tracce, fissati in una campagna fotografica, annotati nei taccuini, documenti essenziali per le considerazioni d’impatto e le prime forme ideate in situ. A questo punto l’immaginazione dell’artista può librarsi a partire da un terreno progettuale ben definito, il più possibile fedele alla realtà storico-ambientale del luogo.”
Maria Laura Gelmini, Mauro Staccioli, All’origine del fare/At the roots of sculpting, Corraini Edizioni, Mantova 2008.