Max Klinger
L’opera di Max Klinger (1857-1920) rappresenta un capitolo fondamentale dell’arte europea tra Otto e Novecento e della storia dell’incisione.
Comunicato stampa
Klinger è l'artista moderno per eccellenza. Moderno nel senso di uomo cosciente che sente l'eredità di secoli d'arte e di pensiero, che vede chiaramente nel passato, nel presente e in se stesso. (Giorgio de Chirico)
L’opera di Max Klinger (1857-1920) rappresenta un capitolo fondamentale dell’arte europea tra Otto e Novecento e della storia dell’incisione. Artista versatile, pittore, scultore, incisore, musicista, teorico, abilissimo disegnatore, Klinger sperimentò tutte le possibilità del “bianco e nero” con maestria assoluta. Le sue “visioni” dal fascino sottile e ambiguo, oscillanti tra la realtà quotidiana, gli splendori del mito e il buio più profondo del nostro inconscio, oltre a rappresentare una delle vette dell’incisione simbolista, seppero anticipare molti temi centrali di alcuni tra i più importanti movimenti artistici del Novecento, dal surrealismo alla metafisica, in singolare dialogo con le ricerche della psicanalisi di Freud.
Secondo Käthe Kollwitz, Klinger «ha toccato tutti i registri della vita, ne ha colto la potenza, la magnificenza, la tristezza e le ha interpretate per noi».
La mostra ripercorre l’intero iter espressivo dell’artista tedesco con oltre 150 opere appartenenti ai suoi celebri cicli di incisioni, capolavori indiscussi della grafica moderna.