Max Marra – Traccia e Prospettiva
In mostra una collezione di circa sessanta opere del Maestro Max Marra (Paola, 1950, vivere e lavora a Lissone), grande sperimentatore votato alla ricerca costante di un’arte capace di sorpassare le barriere tra i diversi media rappresentativi.
Comunicato stampa
A partire da sabato 16 aprile 2016, le ampie sale del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone di Acri (Cs), sede del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), ospitano una collezione di circa sessanta opere del Maestro Max Marra (Paola, 1950, vivere e lavora a Lissone), grande sperimentatore votato alla ricerca costante di un’arte capace di sorpassare le barriere tra i diversi media rappresentativi.
La mostra, intitolata Traccia e prospettiva, fa parte del Progetto Bancartis, nato nel 2009 dalla collaborazione tra il museo alle pendici della Sila Greca e la banca BCC Mediocrati, attraverso il quale, con scadenza annuale, le due istituzioni promuovono l’operato di alcuni degli artisti più autorevoli della scena contemporanea le cui radici affondano nel fertile territorio e nella cultura calabrese, dando vita, al contempo, a un’importante collezione di opere che testimonia di questa grande ricchezza.
L’incessante ricerca di materiali e forme espressive originali, dallo spiccato fascino avanguardista, è attestata dall’eterogeneità delle opere esposte, che spaziano dalla pittura più pura e astratta, alle sculture fatte di assemblaggi polimaterici – «sculture che nascono da scarti e oggetti ritrovati e attraverso la metamorfosi dell'arte restituiscono nuova vitalità e significato», come scrive il critico Claudio Rizzi –, fino alla creazione di opere plastiche, tridimensionali e pittoriche allo stesso tempo, che infrangono i limiti tra le due forme espressive.
La mostra ripercorre gli ultime trent’anni di carriera di Marra, artista narratore, oltre che sperimentatore, che, come scrive il curatore Boris Brollo «crea all'interno dell'opera un racconto sia cromatico che letterario, rimandando così a elementi storici esterni agiografici. Qui l'homo faber si lega all'homo sapiens e ne riscatta la materia facendola diventare opera, fatta ad arte, che pone il suo operato sul piano del linguaggio di una classicità che è appartenuta e appartiene al secolo breve, quello che, se ha visto la fine della Storia con la Esse maiuscola, non ha ancora sancito la fine dell'Arte».
In contemporanea con la mostra di Max Marra, verrà inaugurata la prima tappa del progetto espositivo itinerante Young at Art, composta da circa trenta opere di dieci giovani artisti originari della Calabria e della Basilicata.