Meccaniche della Meraviglia 10
Tre mostre del secondo blocco di Meccaniche della Meraviglia 10. Il Giardino Botanico della Fondazione Heller a Gardone Riviera, la Cappella dell’ex Cotonificio De Angeli Frua a Roè Vociano e Palazzo Leonesia a Puegnago del Garda saranno le splendide sedi in cui installazioni site specific, appositamente realizzate, magicamente dialogheranno con le architetture dei luoghi.
Comunicato stampa
Domenica 14 giugno si inaugurano le tre mostre del secondo blocco di Meccaniche della
Meraviglia 10. Il Giardino Botanico della Fondazione Heller a Gardone Riviera, la
Cappella dell’ex Cotonificio De Angeli Frua a Roè Vociano e Palazzo Leonesia a
Puegnago del Garda saranno le splendide sedi in cui installazioni site specific,
appositamente realizzate, magicamente dialogheranno con le architetture dei luoghi.
Alle ore 11.00 Gardone Riviera
GIARDINO BOTANICO Fondazione Heller
Il giardino botanico "fondazione Heller" nasce agli inizi del 900,
Il fondatore Arturo Hruska, dentista, naturalista ha costruito il suo giardino privato che in
seguito è stato aperto al pubblico.
Negli anni 90 l'artista austriaco André Heller ha acquistato la proprietà inserendo nel
giardino opere d'arte per un percorso di natura e arte che accompagna il visitatore.
Il giardino ha mantenuto nel tempo la sua struttura originaria, paesaggi dolomitici, savana
africana, angolo giapponese, bamboo asiatici, ametiste uniche al mondo, insieme a
laghetti popolati da carpe koi, e fioriture perenni ed annuali, fanno da cornice alle opere
d'arte creando il luogo magico che emoziona e stupisce nel suo percorso.
Maddalena Fanconi
Touch the sound
2014/15
A cura di Paolo Sacchini
Per le giornate del FAI (Fondo Ambiente Italiano) di primavera 2014 mi è stato chiesto di
realizzare una sonorizzazione per la fonte romana di Brescia, situata nella zona di
Mompiano. La sonorizzazione doveva integrarsi con il sito archeologico, accogliere lo
spettatore ed enfatizzarne le emozioni. Mi chiesero, successivamente, di rappresentare
visivamente sul catalogo il mio suono.
Iniziai così a studiare l’andamento delle onde sonore e dell’intera traccia servendomi di
softwares specifici per poi rappresentarli matericamente. Da una visualizzazione tecnica
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del software passavoad una raffigurazione “artistica” che seguiva di pari passo quella
precedente impiegando medium diversi ma senza improvvisare o variare la traccia.
Da qui inizia la mia ricerca: rendere visibili e tattili le tracce sonore.
Sono partita disegnando sulla carta la traccia della mia composizione sonora usando
textures naturali(come cortecce, fibre legnose, reti) che già mi davano un ritmo e una
grafica, ho analizzato i meccanismi del Braille e gli spartiti per i non vedenti.
Dalla carta sono passata all’impiego della cera e del vinilico, materiali fra loro contrastanti:
la cera d’api è naturale ed empaticamente “calda” il vinilico è artificiale ed empaticamente
“freddo”, ma entrambi malleabili, “belli” da toccare” e sensibili ai cambiamenti di luce.
Ho confidato nella cera perché già molti artisti tra cui i “poveristi”e poi Anish Kapoor
utilizzarono questo materiale per realizzare alcune loro opere.
Ho colato, inciso, lacerato, picchiettato la materia, io voglio rappresentare formalmente e
matericamente il ritmo e l’andamento della composizione sonora perché questi lavori sono
fatti per essere toccati oltre che sentiti.
Ogni opera è sempre accompagnata dall’audio da cui trae origine.
Alle ore 13.00 Roè Vociano
Cappella EX COTONIFICIO DE ANGELI FRUA
Nel 1882 l'industriale bustese Pietro Pozzi e l’elvetico Alfredo Streiff costituiscono la
società Cotonificio Bresciano Pozzi, Streiff e C., assorbita dopo nemmeno due anni dagli
industriali svizzeri Hefti. Nel 1890 i lavoratori impiegati sono 230. Nel 1907 l’opificio entra
a far parte del potente gruppo industriale De Angeli e nel 1923 registra oltre 600 occupati.
Accanto alla fabbrica sorgono le case operaie, l'asilo e la scuola per i figli degli operai, i
lavatoi pubblici, i dormitori, il teatro ed il refettorio. Nel secondo dopoguerra, la società
viene assorbita dal gruppo Cotonificio Cantoni e dalla Bastogi. Inizia in questi anni il lento
declino del cotonificio, che passa dai 2.250 del 1951 ai 1.177 del 1953, sino alla chiusura
che avverrà nell'autunno del 1958.
Marco La Rosa
Via Crucis 2015
A cura di Kevin McManus
L’idea alla base di questo progetto è la rappresentazione in chiave contemporanea della
Via Crucis (percorso doloroso di Cristo che si avvia alla rocifissione sul Golgota).
Il numero e il nome delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella
storia della devozione, oggi il numero di quattordici (14) stazioni sembra universalmente
accettato. L’ordine e il nome delle singole stazioni può variare in base alla fonte cui ci si
riferisce (Via Crucis tradizionale e Via Crucis biblica), nello specifico mi sono attenuto alla
rappresentazione della Via Crucis tradizionale, con le seguenti 14 stationes:
1) Gesù è condannato a morte
2) Gesù è caricato della croce
3) Gesù cade per la prima volta
4) Gesù incontra sua madre
5) Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene
6) Santa Veronica asciuga il volto di Gesù
7) Gesù cade per la seconda volta
8) Gesù incontra le donne di Gerusalemme che piangono su di lui
9) Gesù cade per la terza volta
10) Gesù è spogliato dalle vesti
11) Gesù è inchiodato sulla croce
12) Gesù muore in Croce
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13) Gesù è deposto dalla croce
14) Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro
Visto l’ambiente espositivo ho iniziato subito a ragionare sullo spazio e sul dialogo che
esso poteva avere con il lavoro. Ho immaginato di abbinare ad ognuna delle 14 stationes
una “scultura semplice” (sia nella forma che nel colore) che rappresentasse, secondo la
mia interpretazione, quel preciso momento di percorso, con una forma ben precisa e netta.
Ho cercato di raggiungere, dopo diversi progetti e passaggi, una sintesi assoluta di forma
e contenuto…cercando un giusto compromesso tra etica ed estetica.
Forme e immagini pure di colore bianco che saranno installate in questo ampio ed unico
spazio, a rappresentare una storia, un percorso, un cammino con un suo inizio e una sua
fine. Una metafora della vita.
Le dimensioni delle sculture sono tutte proporzionate al mio corpo nelle varie e differenti
posizioni adottate di volta in volta.
La struttura interna delle opere è in legno, successivamente ricoperto da un impasto di
cemento bianco e collante ed infine dipinto di colore bianco ad olio.
Alle ore 18.00 Mura di Puegnago del Garda
LEONESIA Fondazione Vittorio Leonesio
Nata nel 2013 con l’intenzione di tramandare la memoria di Vittorio Leonesio la
Fondazione intende realizzare iniziative Socio-culturali in Regione Lombardia,
particolarmente sul territorio Gardesano della Provincia di Brescia.
La sua attività si sviluppa, in collaborazione con gli Enti e le Associazioni locali, attorno a
Palazzo “Leonesia”, sede della Fondazione, situato nel comune di Puegnago del Garda.
Il nome, vuole essere, oltre che un omaggio alla famiglia che lo presta gratuitamente alla
fondazione, anche un omaggio alle “Città Invisibili” di Italo Calvino, contenitore di memoria
del passato ma anche di utopie possibili.
Come per Palazzo Cominelli (sede della mostra di Renata Boero), anche per questo
Palazzo, costruito presumibilmente verso la fine del ‘600 vale il discorso che le famiglie
residenti a Salò, all’epoca centro amministrativo e giudiziario della Magnifica Patria,
andassero a costruire in campagna in cerca di refrigerio per la calura estiva e di svago
venatorio.
Prospettive dal Vicino Oriente
Giovani artisti iraniani in Italia
A cura di Aldo Iori
La mostra si pone come incontro e riflessione tra due culture
che si osservano e si relazionano. Questo in un momento storico che spesso vede
contrapposizioni piuttosto che dialoghi, ma anche un rinnovato interesse per ciò che
troppe volte è stato considerato lontano dalla centralità occidentale. Ne sono prova le
vaste rassegne sull'arte contemporanea iraniana degli ultimi cinquant'anni realizzate lo
scorso anno al Centre Pompidou di Parigi e quest'inverno al MAXXI di Roma.
I quattro artisti scelti, Navid Azimi Sadjadi (1982), Leila Mirzakhani (1978), Maziar
Mokhtari (1980) e Neda Shafee Moghaddam (1975) sono giunti in Italia alcuni anni
orsono con un bagaglio culturale e iconografico già consolidato nel proprio paese e si
sono specializzati nelle arti a Roma, dove ancora risiedono. Le loro opere rivelano la
necessità di dare forma a poetiche che siano frutto di un dialogo tra storie e linguaggi
differenti ma dalle lontane radici comuni e oramai ampiamente confrontabili all'interno di
una cultura che ha travalicato i confini geografici.
La mostra vuole sottolineare la necessità di un differente approccio alla giovane arte
extraeuropea (di un Oriente 'vicino') e di come non sia solamente la cultura occidentale a
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osservare ciò che avviene in terra lontana nel campo delle arti visive, ma che gli sguardi
prospettici siano doppi, reciproci: è necessario focalizzare l'interesse sulla riflessione di
chi, all'interno di una secolare tradizione di viaggiatori culturali e studenti, viene in Italia a
perfezionare i propri studi e osserva l'arte antica e contemporanea occidentale
riportandola all'interno di un proprio pensiero, in inedite soluzioni formali e con nuovi
linguaggi. Le opere si collocano quindi sul sottile confine tra due culture secolari che si
aprono al mondo e alla contemporaneità globale in posizione critica nei riguardi sia della
propria tradizione che della diversità altrui, che deve essere intesa come arricchimento nel
confronto. Posizione consapevole e libera sia da elementi meramente folclorici che da
letture orientate da esotismi e, soprattutto, da condizionamenti ideologici e preconcetti.
Biografie degli Artisti
Maddalena Fanconi vive e lavora a Brescia dove ha esposto in due principali sedi storicoculturali:
la Pinacoteca Tosio Martinengo e il Museo Santa Giulia (2009).
Nel 2013 partecipa alla sua prima collettiva internazionale a Praga nel contesto
dell’Edition Lidu. Nel 2014 realizza un’installazione sonora per il FAI dalla quale scaturisce
un lavoro intitolato “Touch the sound” esposto nel 2015 al Museo Lechi di Montichiari.
Diplomata all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia, Fanconi ha preso parte a diversi
workshop internazionali. Il suo percorso artistico si basa su ricerche di contenuto abbinate
a sperimentazioni di materiali e tecniche - da quelle più tradizionali sino alle nuove
tecnologie – applicandosi ecletticamente in campi eterogenei, lasciando il suo lavoro
ancora aperto ad evoluzioni.
Marco La Rosa nasce a Brescia nel 1978. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza nel
2005, si diploma in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti Santagiulia di Brescia nel
2011. A partire dal 2009 espone in mostre personali e collettive, sperimenta la
collaborazione con altri giovani artisti aprendo lo Spazio Labus a Brescia; il suo lavoro è
stato seguito, ad oggi, da critici e artisti, tra i quali Mauro Panzera, Massimo Uberti, Ilaria
Bignotti e Maggie Cardelus. Recentemente ha partecipato ad Arte Accessibile Milano
2011, presso la prestigiosa sede del Sole 24Ore a Milano, ottenendo positivi riscontri di
critica e pubblico. Vive e lavora tra Brescia e Milano.
Navia Azimi Sadjadi è nato a Teheran in Iran nel 1982. Dopo la laurea conseguita presso
l'Università dell'Arte di Teheran si trasferisce in Italia dove si diploma e si specializza
all'Accademia di Belle Arti di Roma in Scultura multimediale. Ha partecipato a varie mostre
collettive in Europa, Stati Uniti e Iran e ha tenuto mostre personale a Roma, Istanbul,
Teheran, Bologna, L'Aquila. Vive e lavora a Roma e Teheran.
Leila Mirzakhani è nata a Teheran in Iran nel 1978. Dopo la laurea conseguita presso
l'Università dell'Arte di Teheran si trasferisce in Italia dove si specializza
in Grafica d'Arte all'Accademia di Belle Arti di Roma. Vincitrice di due premi per l'incisione,
ha partecipato a varie mostre collettive in Italia, Cina, Turchia e Iran e ha tenuto personali
a Roma e Teheran.
Maziar Mokhtari è nato a Esfahan in Iran nel 1980. E' diplomato in Pittura presso
l'Accademia di Belle Arti di Roma dove ha conseguito anche la Specializzazione. le sue
prime personali hanno avuto luogo a Teheran e Bologna e ha partecipato a varie mostre
collettive in Italia, Iran, Stati Uniti. Vive e lavora a Roma
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Neda Shafee Moghaddam è nata a a Teheran in Iran nel 1975. Dopo la laurea conseguita
presso l'Università dell'Arte di Teheran si trasferisce in Italia dove si diploma all'Accademia
di Belle Arti di Roma. Ha partecipato a varie mostre collettive in Italia e Iran e una
personale a Roma. Vive e lavora a Roma.