Meeting point

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA SPAZIO PORPORA
via Porpora 16 20131, Milano, Italia
Date
Dal al

dalle ore 12:00 alle 20:00

Vernissage
26/01/2020

ore 12

Curatori
Elisabetta Calligaro
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra collettiva.

Comunicato stampa

Meeting point
a cura di Elisabetta Calligaro

artisti: Riccardo Armeni, Lisa Barnabei, Paolo Bonisoli, Rebecca Curri, Alice Meneghetti, Matteo Pusceddu, Laura Signorile

Lei come si comporterebbe di fronte a un essere così malvagio?
- Io lo incontro tutte le mattine davanti allo specchio, in compagnia di un angelo.
Lei è ineffabile: crede ancora che un individuo sia tutto buono o tutto cattivo, crede ancora che il bene sia ammantato di luce e che il male si nasconda nell'ombra. (Fa oscillare, nella stanza semibuia, una lampadina accesa).

- Ma dov'è l'ombra? E dov'è la luce? Dov'è la frontiera del male?

(Pierre Fresnay e Pierre Larquey, parlando
del misterioso mittente di lettere anonime: Il corvo,
1943, Henri-Georges Clouzot)

Dov'è la frontiera tra due realtà opposte? Cosa troviamo in questo punto di congiunzione? La fine o l'inizio di qualcosa? È come la nascita di un fulmine, la scarica elettrica improvvisa e violenta che si verifica tra due nubi, oppure tra una nube e la superficie terrestre. È causata da differenze di potenziale molto elevate nell'ambito dell’atmosfera, data dalla differenza elettrostatica, in quanto le particelle caricate positivamente risalgono la nube, mentre quelli caricati negativamente la discendono; si crea così una parte più alta che è positiva e una parte inferiore che è negativa. La predominanza di forze negative alla base della nuvola crea delle zone d'ombra positive sulla superficie della terra, e quando la differenza tra polo positivo e negativo si fa sufficientemente grande allora parte la scarica, il fulmine, che cerca di ristabilire un equilibrio rilasciando parte di questa energia verso terra.

Si tratta sempre di un equilibrio tra i due piatti della bilancia.
Da un concetto fisico a uno storico, dalla nascita di un fulmine all'antica cerimonia egizia, la psicostasia.
Da una parte la piuma e dall'altra il cuore.
Conosciuta come “pesatura dell'anima”, questa cerimonia viene eseguita da Maat, l'antico concetto egizio della verità, dell'equilibrio, dell'ordine e dell'armonia. Personificata come una dea con una piuma in capo, essa è responsabile della disposizione naturale delle costellazioni, delle azioni umane così come di quelle delle divinità, nonché propagatrice dell'ordine cosmico contro il caos. La sua piuma era la misura che stabiliva se l'anima, residente nel cuore del defunto, avrebbe raggiunto l'aldilà o meno.

Si presentano sempre delle scelte da intraprendere e obiettivi da raggiungere, dialogando sempre in una sorta di dualismo, di comunicazioni tra le parti, un confronto di stati d'animo e concetti mentali.
La convivenza di un'instabilità tra le parti, provoca il raggiungimento del punto di armonia e controllo. Un'indagine incessante senza un punto d'arrivo. Istinto e ragione sono i protagonisti di questo gioco, ma quando far prevalere uno piuttosto che l'altra? Il rischio è quello di generare condizioni negative verso se stessi o qualcun altro, o peggio ancora, non raggiungere l'obiettivo stabilito in partenza.
La soluzione si trova nel punto centrale, dove due diverse energie si incontrano, al fine di intraprendere quella che potrebbe essere la strada più giusta. È alquanto difficile, escludendo tutto il resto, mirare solo a una delle infinite possibilità date a disposizione. L'uomo ha bisogno di raggiungere un equilibrio tale da permettergli un'esistenza libera e armoniosa con ciò che lo circonda.

Da questo concetto di dualismo l’esposizione si articola intorno alle opere di sette artisti differenti che rappresentano l'armonia data dall'unione di due forze opposte; tra le quali leggerezza e pesantezza, attrazione e repulsione, corporeità e immaterialità.

Ed è proprio l'armonia il tema dell'installazione di Lisa Barnabei; con Campo vuoto, l'artista indaga la leggerezza poetica della materia sospesa nello spazio, attraverso due mani di gesso che cercano di catturare un abbraccio invisibile. Una continua attrazione esercitata da due opposti che non si raggiungeranno mai. L'opera si contrappone al lavoro di Matteo Pusceddu, 25, un irrompere dell'equilibrio e del contenimento, in modi anche consistenti. Egli presenta la fuoriuscita della materia, in questo caso appunto 25 kg di argilla, ed il peso di un corpo senza limiti di espansione.
Laura Signorile, con l'installazione Movimento zero, analizza il rapporto tra l'assenza fisica e la presenza, in questo caso, dello spettatore, il quale è invitato a sedersi prendendo parte all'opera stessa. Punto di incontro e di sospensione del tempo. Un modo di arrestare il ritmo repentino dei pensieri. L'artista propone una cura, una pausa infinita, data dalla disposizione a spirale delle sedie.
Un dualismo corporeo invece si presenta nelle video performance di Riccardo Armeni e Rebecca Curri con Prometeo e Risveglio. Da una parte l'atto intenso e aggressivo di esercitare una forza muta ed oppressa. Armeni descrive l'uomo che vuole liberarsi dalle catene create da egli stesso; le sue braccia cercano di sprigionare il corpo intrappolato, in una rappresentazione di reclusione e al tempo stesso del desiderio di libertà. Ed è con la video performance Risveglio che si vuole raggiungere la libertà, incarnata dal corpo spoglio dell'artista Rebecca Curri, la quale si presenta nella sua totale femminilità, assumendo diverse pose statuarie di Venere, al fine di esaltare potenti rituali di svestizione.
L'antitesi di una rappresentazione dello spazio viene rivelata nei dipinti di Alice Meneghetti, rappresentanti oggetti di natura quotidiana. Attraverso la pittura si intersecano significati di una realtà curiosa ed ambigua. L'artista interpreta lo spazio segmentandolo a diversi piani di visione. Una percezione di un ambiente onirico data in particolare dagli accostamenti di campiture sature e uniformi.
C'è un che di ironia, anche laddove domina una grande e ben controllata disciplina della materia naturale.
Si tratta della scultura Still life di Paolo Bonisoli. È lo spettacolo della rinascita di un mondo che si sviluppa all'interno della materia sterile, l'argilla bianca. Bonisoli indaga quella che è la necessità di un equilibrio fra vita e morte nel corso dell’esistenza; in questo caso concretizzata nella crescita verticale del muschio, che vuole affiorare tra le pareti fredde e spoglie della creta.