Melancholyville
Melancholyville, grazie ai diversi punti di vista degli artisti e dei mezzi coi quali scelgono di comunicare, vuole
creare uno spazio di condivisione, dimostrando che da un sentimento tendenzialmente considerato negativo, può nascere dialogo.
Comunicato stampa
Quanto è semplice vivere in una bolla di melancolia?
Young Art Hunters è lieta di presentare Melancholyville, l’ultima collettiva del 2024. La
melancolia non è un sentimento esclusivamente contemporaneo, anzi ha origini nella Grecia
Antica. Tuttavia, ha cambiato forma in correlazione dell’evolvere della società. Infatti,
ogni epoca le ha attribuito un nome e una sfumatura semantica diversa: i latini la
chiamavano tristitia, a sottolineare il suo lato triste e dimesso; i teologi del medioevo
acoedia, sinonimo di pigrizia, arrivando a chiamarla addirittura il diavolo di mezzogiorno,
perché colpiva i monaci nelle ore più calde; i poeti cavallereschi malattia d’amore, ovvero
la follia che colpiva gli innamorati; i romantici dell'Ottocento spleen, dove finalmente le
si riconosce il suo potere creativo.
Sebbene abbia avuto tutti questi nomi, il suo significato e la sua iconografia rimanevano
immutati: il soggetto melancolico soffriva di un desiderio struggente verso un qualcosa di
indefinito e veniva rappresentato con la mano sul mento, il gomito sul ginocchio e l'occhio
che non vede perché impegnato a scrutare i paesaggi dell'anima.
In epoca contemporanea, invece, la melancolia è diventata una “malattia” collettiva: è
facile perdersi in questo sentimento che insonorizza la vita, ma è difficile rendersi conto
che viviamo tutti la medesima situazione. Esistiamo in un mondo in continua accelerazione:
i tempi richiedono uno sforzo enorme per stare al passo coi cambiamenti. Inoltre, alla base
della quotidianità vi è una richiesta di perfezione, conseguenza principale dei social che
sono senza dubbio diventati il nostro “diavolo di mezzogiorno”. Melancholyville, grazie ai
diversi punti di vista degli artisti e dei mezzi coi quali scelgono di comunicare, vuole
creare uno spazio di condivisione, dimostrando che da un sentimento tendenzialmente
considerato negativo, può nascere dialogo, speranza e soprattutto, che dalla melancolia,
ora dipinta da una nuova iconografia, continuano a nascere opere d’arte degne di rimanere
nella storia.
Gli artisti
In mostra saranno esposti i lavori di: Erika Allia, Gabriele Argentino, Andrea Ballestra,
Alina Giza, Lorenzo Lanfri, Alice Mancini, Andrea Paravelli, Basile Sepulchre, Raffaele
Sperandeo e Pauline Talleri.
I loro punti di vista saranno messi in dialogo all’interno lo spazio della galleria, che
per il tempo della mostra, diventerà una piccola città, grazie ai diversi linguaggi
artistici proposti.