Melchiorre Cafà – Scultore Maltese nella Roma Barocca
l’Accademia Nazionale di San Luca, negli spazi della Galleria Accademica, inaugura l’esposizione Melchiorre Cafà Scultore Maltese nella Roma Barocca – Modelli e Bozzetti dalla cattedrale di Malta. Melchiorre Cafà è il più importante artista maltese giunto a Roma alla fine degli anni ‘50 del Seicento e ivi attivo fino al 1667, anno della sua morte.
Comunicato stampa
Mercoledì 21 marzo alle ore 17.30, l'Accademia Nazionale di San Luca, negli spazi della Galleria Accademica, inaugura l'esposizione Melchiorre Cafà Scultore Maltese nella Roma Barocca - Modelli e Bozzetti dalla cattedrale di Malta.
Melchiorre Cafà è il più importante artista maltese giunto a Roma alla fine degli anni ‘50 del Seicento e ivi attivo fino al 1667, anno della sua morte. La formazione romana e il costante legame che mantenne con la sua terra d’origine fanno della figura di Melchiorre Cafà un significativo esempio dei reciproci rapporti di scambio culturale che da secoli intercorrono tra la penisola italiana e l'arcipelago maltese.
Cafà, nato a Vittoriosa nel 1635, lavorò a Roma presso la bottega di Ercole Ferrata, allievo ed erede di Alessandro Algardi. Nel corso della sua breve esistenza ottenne prestigiosi incarichi da parte di importanti mecenati, come il principe Camillo Pamphilj (per le chiese di sant'Agnese in Agone e di sant'Agostino) o il potente ordine dei Domenicani (per la chiesa di santa Caterina a Magnanapoli), oltre a committenze dal Gran Maestro dei Cavalieri di Malta.
Il suo talento lo portò nel 1662 ad essere eletto, a soli ventisei anni, Accademico di San Luca, la più autorevole istituzione artistica nella Roma dei papi, oggi sede espositiva dei cinque modelli e bozzetti in cera rossa, recentemente rinvenuti a Malta. Queste cinque opere costituiscono i modelli di studio preliminari per la realizzazione di grandi rilievi in marmo, utilizzati come pale d'altare secondo la tradizione barocca. I rilievi esposti raffigurano, nell'espressivo linguaggio seicentesco romano, temi come la Natività, l’Adorazione dei pastori, l’Annunciazione, la Gloria di santa Rosa da Lima, la Gloria di santa Caterina da Siena (modello, quest'ultimo, per la pala d’altare in marmi policromi della chiesa romana di Santa Caterina a Magnanapoli). I bozzetti esposti testimoniano con la loro straordinaria finitezza la grande abilità tecnica raggiunta dallo scultore maltese e illustrano, nel contempo, una delle fasi fondamentali del processo creativo che trova sua realizzazione ultima nell'opera in marmo.
Quasi dimenticate da secoli, quattro delle cinque cere presenti in mostra, erano ancora nel 2008 ricoperte da spessi strati di gesso e conservate nella Sacrestia della Cattedrale di Mdina a Malta senza che di esse si conoscesse il valore artistico. Tuttavia forma e modellato, non del tutto oscurati dalle sovrapposizioni, hanno permesso ai curatori di intuire l’importanza delle opere che, dopo un attento e delicatissimo intervento conservativo, sono state riconosciute come autografe dello scultore.
Le cinque opere costituiscono un esempio della maturità artistica raggiunta da Melchiorre Cafà, che divenne uno dei protagonisti – con significativi riconoscimenti, anche dai suoi contemporanei – della seconda generazione di artisti della Roma barocca, in ideale prosecuzione dell'opera insieme di Gian Lorenzo Bernini e Alessandro Algardi, rappresentanti delle due visioni contemporanee dell'arte del Seicento a Roma, in continuo, fertile reciproco confronto dialettico.
Le opere dal 2010 sono parte delle collezioni d'arte di pertinenza della cattedrale metropolita di Malta e sono custodite nel museo Arcivescovile.
L'esposizione verrà inaugurata dal presidente della Repubblica di Malta, George Abela, ospite del presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, il 21 marzo 2012 e resterà aperta al pubblico fino al 22 aprile nella sede della prestigiosa istituzione romana.
La mostra, a cura di Sante Guido, Giuseppe Mantella e Edgard Vella, è corredata dal volume Melchiorre Cafà, insigne modellatore, a cura di Sante Guido e Giuseppe Mantella. La pubblicazione illustra l'attività di Melchiorre Cafà a Roma e a Malta, documenta le fasi del rinvenimento dei cinque bozzetti in esposizione e il loro restauro, aggiungendo interessanti confronti stilistici e approfondimenti sulla tecnica esecutiva.