Memoria Comiso…30 anni dopo
Dodici artisti presentati, nell’arco di un anno, con 12 lavori ciascuno e raccolti in un catalogo annuale. Lo zodiaco costituirà ciclicamente per 12 anni l’imprevedibile percorso di una lunga mostra sul segno astrale di 144 artisti prescelti, per un ammontare cabalistico di 1728 opere da esporre.
Comunicato stampa
Dodici artisti da presentare nell'arco di un anno con 12 lavori ciascuno. Alla fine dell'anno sarà pubblicato un catalogo edito dalla Salarchi Immagini, nel segno degli (astri) artisti prescelti, contenente 144 opere: esso costituirà per dodici anni il corpo ideale di una sinestesia simbolica da deporre nella collana editoriale "Sul segno degli artisti" in dodici volumi, per un ammontare cabalistico di 1728 opere d'arte esposte, prodotte da 144 artisti.
Sul segno degli artisti, la mostra lunga 12 anni, pensata dal gallerista e editore Salvatore Schembari, termina il primo ciclo "sulle corde di Aries" che ha per finissage un Festival dell'Arte a Comiso, occasione di riflessione e discussione sull'arte più in generale.
«Quest'anno la data d’inizio del festival - dice l'organizzatore – l’ho voluta far coincidere con il 30° anniversario della grande manifestazione pacifista, svoltasi a Comiso il 4 aprile 1982, ospitando, per l’appunto, la mostra fotografica MEMORIA COMISO > 30 anni dopo. Alla proposta dell’amico Gabriele Vaccaro di esporre quaranta fotografie, presso la mia galleria d'arte, ho subito acconsentito anche a ragione di quell’indimenticabile marcia della pace di 30 anni fa e di cui, all’epoca poco più che ventenne, sono stato uno degli organizzatori. Una coincidenza astrale straordinaria per me che, esattamente trent’anni dopo, vedo convogliare nella stessa direzione il ricordo della militanza pacifista di allora e il successivo sogno, ancora oggi vivo, di poter suscitare con l’arte e la cultura quelle stesse suggestioni di tutta una generazione che annoverò ai propri ideali politici, alle ideologie, l’imprescindibile educazione alla pace come lotta universale contro le mafie e gli orrori dei poteri nascosti, contro gli abusi e le ingiustizie nel mondo, resistendo civilmente a tutte le voci di guerra».
La mostra prodotta da Banca Etica, a cura di Gianfranco Irlanda ed Emiliana Renella, con i testi di Antonio Mazzeo e Marco Piccolo, si è potuta realizzare grazie alla collaborazione di Angelo Nicosì e Gabriele Vaccaro. In verità, gli scatti fotografici testimoniano, più in generale, un'intensa stagione di lotte del movimento pacifista a Comiso, agli inizi degli anni Ottanta; quella stessa che vide la città protagonista di una coraggiosa esperienza politica internazionale. Comiso, in quegli anni, divenne una fucina d’idee sulla rinascita del mediterraneo, su un mondo di pace da colorare con l'arcobaleno della vita, da intrecciare con la nascente ecologia politica alla storia del socialismo umanitario, ai valori del cristianesimo sociale e solidale, al dialogo religioso e interconfessionale. Essa fu anche sede di un laboratorio che mise a confronto le diverse anime del pacifismo antimilitarista, contribuendo ad affermare, sempre più, i principi della nonviolenza come cifra identitaria e irrinunciabile risposta, persino al fenomeno terroristico di quegli anni. Da quì, la pratica della non violenza resta l’unica possibile via, ovvero, l’unica arma da contrapporre alla preparazione di tutti i conflitti armati e delle guerre nel mondo.
« 4 aprile: a Comiso 30 anni dopo. Per Pio La Torre e per un Mediterraneo di pace – recita così lo slogan nei siti dell’Arci nazionale e siciliana – che […] per l’occasione di tale ricorrenza la nostra Associazione, assieme a un’ampia rete di organizzazioni sociali, sta organizzando diverse iniziative a Comiso: dall’assemblea presso il Centro Servizi Culturali, al dibattito sulla militarizzazione del territorio, dall’animazione con bambini e ragazzi, alle piazze tematiche, dalla mostra fotografica, al concerto in piazza Fonte Diana che chiuderà la serata». Le iniziative sono promosse, oltre che dall’Arci nazionale e siciliana, da CGIL, Libera, Banca Popolare Etica, Legambiente, Anpi, Rete degli Studenti Medi, Auser, Arciragazzi, Pax Christi, Aics, Centro “Pio La Torre”, Cepes, Cresm, Centro Studi “G. Dossetti”, Erripa “A. Grandi”, Terrelibere.org. Numerose organizzazioni cittadine hanno aderito alla manifestazione del 4 aprile 2012, dando il loro prezioso contributo alla riuscita dell’iniziativa.
«Sono felice di potere ospitare, per primo, nella mia galleria gli scatti di un momento che ci riguardano, che documentano l’entusiasmo di un popolo festoso e solare, con la consapevolezza della predestinazione. Tutto sembrava farci intendere che la pace cercasse noi, che ci volesse uniti davanti alla stolta minaccia di una guerra atomica o difronte al pericolo, mai scampato, di uno scontro finale tra le infernali super potenze della terra. Quel movimento fu politicamente generoso perché non chiese prebende e rendite di posizione a nessuno, non si compromise con la volubile classe dirigente di allora; fu escluso, per cosi dire, dall’incipiente Craxismo unanimista e tangentista o meglio si negò, volontariamente, all’ultimo atto del cosiddetto trasformismo politico italiano (quello dello sfortunato Bettino Craxi, che non volle capire che i trasformismi, simili al tradimento, vanno a finire sempre male). Da quel momento in poi, intere generazioni sono state vittime dello sfacelo più totale della politica, per mano di un acclamato regime dei fatti e dall’antipolitica, voluti dal dominio pragmatico dell’economia come unica possibile via del Fare. Oggi, la forte richiesta di tornare alla politica delle scelte, delle idee, ci fa ben sperare che l’esperienza democratica di quel movimento arcobaleno, fatta trent’anni fa, possa essere ripresa al più presto, prima che sia troppo tardi, in questo tempo di forconi, dalle nuove generazioni protese, sempre più, alla ricerca della pace, di un mondo che doni reciprocamente l’intelligenza e la comprensione come superiore ricchezza fra gli uomini. Mi aspetto che alla mostra ci sia una ricca e attenta partecipazione del pubblico». Così, più che soddisfatto, ci dice il gallerista Salvatore Schembari, che accentua ancora con orgoglio, pacifista… «la mia Weltanschauung, coincide con una profonda passione per la politica delle parole vs la politica dei fatti. Così come la pace sta alla parola, cioè si realizza appieno quando la si esprime e si professa, la guerra sta alla violenza dei fatti, ossia diventa inevitabile scandalo quando si fa per affermare il proprio dominio».