Menashe Kadishman
La mostra, che inaugurerà anche nello spazio “Opera Unica” adiacente alla Ermanno Tedeschi Gallery, in Via della Reginella 26, presenterà insieme ad opere ormai storicizzate quali le celebri Sheeps (Le Pecore) permeate di forti valori simbolici e biblici, i suoi lavori più recenti ispirati a temi molto vicini all’artista come la pace e la fratellanza tra i popoli che sono alla base della sua dialettica.
Comunicato stampa
Lunedì 19 settembre la Ermanno Tedeschi Gallery di Roma aprirà la nuova stagione espositiva con la mostra personale del noto artista israeliano Menashe Kadishman. L’evento si colloca all’interno del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica in programma dal 17 al 21 Settembre 2011, nel corso del quale l’artista riceverà in Campidoglio un riconoscimento per il suo impegno artistico e sociale.
La mostra, che inaugurerà anche nello spazio “Opera Unica” adiacente alla Ermanno Tedeschi Gallery, in Via della Reginella 26, presenterà insieme ad opere ormai storicizzate quali le celebri Sheeps (Le Pecore) permeate di forti valori simbolici e biblici, i suoi lavori più recenti ispirati a temi molto vicini all’artista come la pace e la fratellanza tra i popoli che sono alla base della sua dialettica.
Come spiega l’artista, che sarà presente all’inaugurazione: ”L’impatto emotivo del mio lavoro viene estrapolato dal profondo, dal ricordo personale, impresso nella propria memoria che va oltre ogni stereotipo per toccare la visione stessa dell’animo umano”.
Pittore e scultore di fama internazionale, Menashe Kadishman nasce a Tel Aviv nel 1932. È fra i più importanti esponenti del panorama artistico contemporaneo, rappresentando l’anello di congiunzione tra gli artisti israeliani del Novecento e gli esponenti della nuova generazione. Dopo aver iniziato gli studi in Israele ha completato la sua formazione artistica a Londra dove è rimasto influenzato dal minimalismo. Le sue opere sono infatti caratterizzate dall’uso di materiali semplici e duttili quali il legno e il ferro, oltre alla tela, che lo ha portato a costruire opere di grande formato e di forte impatto emotivo. L’artista ha realizzato numerose mostre tra cui ricordiamo la personale alla Grosvenor Gallery di Londra nel 1965, al Jewish Museum di New York (1970, 1985), al Museum Haus Lange di Krefeld (1972), all’Israel Museum di Gerusalemme (1975). Nel 1978 ha rappresentato Israele alla Biennale di Venezia con un’opera performativa che suscitò grande scalpore: si trattava di diciotto pecore vive macchiate di blu che crearono scompiglio nei saloni espositivi.
Significativa è anche l'installazione permanente dal 2001 intitolata Shalechet (Fallen Leaves) dove l’artista ha sistemato sul pavimento del Jüdisches Museum di Berlino decine di migliaia di dischi in ferro che riproducono forme volutamente sommarie di teste urlanti che ricordano la tragedia della shoah. L’ultima grande retrospettiva risale al 2007 ed è stata realizzata al Tel Aviv Museum of Art. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e museali di tutto il mondo.