Meredith Monk – Bloodline Shrine
Il progetto prende le mosse da una rivalutazione della voce come strumento espressivo al di là delle componenti di comunicazione linguistica, facendo leva sulla natura materica della voce.
Comunicato stampa
Fondato nel 1845, il Pio Istituto delle Sordomute Povere nasce per dare stabilità e
forma giuridica all’assistenza delle bambine e adolescenti prevenienti da situazioni disagiate e affette da sordità. Dieci anni più tardi trova sede nello stabile di via della Braina, un ex-convento di monache Servite, dove sono oggi visibili, ancora intatti, gli ambienti.
Il progetto prende le mosse da una rivalutazione della voce come strumento espressivo al di là delle componenti di comunicazione linguistica, facendo leva sulla natura materica della voce. “Nella voce ci sono infinite possibilità di timbro, struttura, carattere, genere, modalità di produrre suono” sostiene Meredith Monk (New York, 1942), “ho scoperto che in un’unica voce c’è l’uomo e la donna, tutte le età, le sfumature di un sentire di cui non riusciamo a trovare le parole”. Per l’autrice ogni voce custodisce (Shrine è un santuario) la genealogia personale di ciascun individuo, la sua discendenza (Bloodline), la sua relazione immanente con le altre creature viventi e inorganiche. Le nostre corde vocali sono muscoli con una propria memoria che nel canto torna a manifestarsi grazie alla collaborazione del respiro, del diaframma, di gesti vocali non verbali come “sospiri, sussurri, risate e varie risonanze della testa e del corpo.”
In Bloodline Shrine, la voce si mostra così come un “tempio”, un “sepolcro”, un canale espressivo che ricollega ogni persona a un mondo ancestrale senza tempo.