Mery Rigo – Colori a Fuoco

Una ricerca pittorica all’origine della luce e del suo sprigionarsi, un agire silenzioso e flemmatico per restituire l’indeterminatezza della fiamma, la sua impossibilità statica, la sua inesauribile variabilità di forma e movimento.

Comunicato stampa

Saranno dodici lavori inediti ad incendiare di olio e luce le storiche sale di Palazzo Granieri nella personale che apre al pubblico il 29 settembre.

Una ricerca pittorica all’origine della luce e del suo sprigionarsi, un agire silenzioso e flemmatico per restituire l’indeterminatezza della fiamma, la sua impossibilità statica, la sua inesauribile variabilità di forma e movimento.

Un percorso che scalda i criteri percettivi, non solo una figurazione del fuoco, quanto una vera rappresentazione di essa, su un diverso piano e con mezzi differenti; un’esperienza per rinnovare l’esercizio del fare esperienza, per non ricadere “nell’errore di Cartesio”: ossia la netta separazione tra conoscenza ed emozione.

Sintomatico di quest’artista torinese il fatto che sia stata l’autrice del Manifesto dell’Estrattismo, corrente artistica che prevede la frammentazione dell’immagine in varie tessere; qui il Fuoco è inteso non solo come fiamma ma come punto di messa a fuoco, termine usato in fotografia per indicare l’area di massima nitidezza dell’immagine.

La storia professionale della Rigo passa inizialmente attraverso la fotografia, ella gioca spesso nei suoi lavori con la messa a fuoco di alcuni oggetti e la sfocatura di altri, evidenziando così solo alcuni dettagli.

I particolari si arricchiscono infatti di nuova importanza, restituiti dall’utilizzo di una meticolosa tecnica pittorica ad olio, con l’impiego di supporti che diventano delle vere e proprie sculture che si sviluppano su più tavole e su livelli dissimili.

Fotografia, pittura, scultura convergono nelle opere in mostra, personificando la singolare familiarità che l’artista ha contratto con il fuoco.