Michelangelo nella chiesa dell’Annunciata
L’ Annunciata annuncia che una grande verticalità ha preso temporaneamente il posto di una grande orizzontalità. Due centralità resistenti al tempo e al destino di cancellazione. Due tensioni culturali prese in un movimento che incrocia il tempo e i
gradi della percezione dell’opera d’arte.
Comunicato stampa
La storia dell’arte si è svolta sul principio vasariano della evoluzione delle forme nel tempo. Nel concetto stesso di evoluzione sta l’idea che ciò che viene dopo, modifica,
perfeziona e supera ciò che viene prima.
Questo concetto che vale sicuramente nella scienza, nella tecnologia, nella medicina e forse anche nella politica e nell’economia, non trova riscontro nella vita delle forme.
Le avanguardie storiche hanno interrotto l’andamento positivista ed evoluzionista inaugurato da Vasari, sovvertendo i meccanismi della orologeria della storia.
L’ideologia dell’avanguardia, spinta fino alle teorie della decostruzione e della postverità, hanno accertato una verità semplice: l’arte è l’unica attività umana che non passa. Passano la tecnologia, la scienza, i fatti dell’economia e della politica, ma l’arte non passa perchè produce forme che, una volta create, restano immortali, inscritte sul
firmamento cosmico di un tempo immobile. Conseguenza: tutte le forme create
restano contemporanee.
Collocare il David all’interno di un’architettura settecentesca destinata a conservare un capolavoro del XX° secolo, fonde con un colpo solo, a) la preistoria e la extraistorialità dei contenuti della Calamita Cosmica, b) la contemporaneità
dell’Avanguardia e l’immortalità (dell’opera d’arte) enunciata da Gino De Dominicis,
c) il razionalismo illuminista dell’architettura neoclassica , d) la classicità della statuaria greca sublimata nell’umanesimo di Michelangelo Buonarroti. Una collocazione che fissa il tempo di un’eternità dell’arte che non è il tempo cronologico ma il tempo della
creazione.
L’ Annunciata annuncia che una grande verticalità ha preso temporaneamente il posto di una grande orizzontalità. Due centralità resistenti al tempo e al destino di cancellazione. Due tensioni culturali prese in un movimento che incrocia il tempo e i
gradi della percezione dell’opera d’arte.
Calamita e David si affrontano a distanza nella dimensione materiale e muta del significante. Quanto al significato incarnano un unico paradigma: il capolavoro.
Nella proposizione che ne fa l’arte contemporanea, questo confronto cancella i luoghi comuni dell’originale e della copia, della distanza tra epoche e stili e della camicia di
forza delle genealogie storiografiche.
È in precipitazioni adespote come questa che appare il luogo di verità dell’arte e si apre
il dibattito sulla contemporaneità di tutta l’arte.
Italo Tomassoni
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PRESENTAZIONE
Ci risiamo: David contro Golia.
Questa volta la tenzone avviene a Foligno in una Chiesa progettata da Carlo Murena eccellente architetto romano, (Collalto Sabino 1713) per le monache Francescane
dell’Annunziata.
Dal 2011 all’interno della chiesa riposano le spoglie “immortali” della Calamita Cosmica di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, opera realizzata dal controverso ed enigmatico Gino De Dominicis (Ancona 1947), considerata la più
importante espressione plastica della seconda metà del ventesimo secolo.
La Calamita Cosmica dal 1988, anno di realizzazione, al 2011 ha conosciuto tanti luoghi
in tutta Europa dove potentemente ha fatto mostra di sé.
La richiesta per una nuova esposizione esterna giunge dai cugini di Firenze che hanno chiesto in prestito Calamita Cosmica quale superstar nell’ ambito della Grande Mostra Ytalia ( da metà primavera a fine estate); sarà esposta sui bastioni del Forte Belvedere proprio di fronte alla cupola di Messer Brunelleschi; tant’è che una mattina di maggio
(il giorno 4) la Calamita parte da Foligno e giunge a Firenze.
Per uno “Scheletrone” che parte, un Baldo Giovane arriva; si tratta di un modello perfetto del David di Michelangelo che rizzato sul suo basamento fino ad un’altezza di 7.30mt vuole, senza offendere il legittimo inquilino della chiesa, manifestare la potenza della verticalità in serena contrapposizione all’orizzontalità di Calamita (cfn. Tomassoni). Oggi il David a Foligno si presenta in veste conteporanea così come nel 1501 Michelangelo lo presentò a Firenze spogliato del vestito che gli era stato
confezionato precedentemente.
Ebbene, dopo la visita sono certo che tutti anche qui riconosceranno il genio
Michelangiolesco, così ancora una volta: David sconfiggerà Golia.
Giancarlo Partenzi