Michele Bubacco
Mostra di Wall Painting di Michele Bubacco dal titolo: Paint it black on the white night
Comunicato stampa
Sabato 18 giugno 2011 alle ore 12, verrà inaugurata a Venezia nella sede di Ikona alle Zattere Dorsoduro 48, la performance Paint it black on the white night, wall painting di Michele Bubacco.
Michele Bubacco (1983) è nato e vive a Venezia. Il suo studio si trova a Murano in fondamenta Radi.
Dopo la maturità artistica, segue il corso di pittura a olio con Alessandro Rossi e nel 2005 il corso di vetrofusione con Miriam di Fiore. Dopo la selezione tra gli artisti emergenti “Esposizione prima. Ecco i giovanissimi” (2008, villa Brandolini di Solighetto, Treviso). Nel 2009 è finalista al Premio internazionale d’arte la Colomba, vincendo il secondo premio.
Di fronte alle opere di Michele è come fossi a teatro:
spogliati attori che recitano su astratti palcoscenici,
descritti con fine senso critico, ma senza giudizio alcuno.
-Feroci ammucchiate- Mi porterebbero a considerare
“quanto una società troppo omologata e individualista
possa raggiungere la così detta fogna del comportamento”
Fortunatamente l’occhio timido e schivo dell’autore
sdrammatizza, con ironia, ogni sorta di ristagno intellettuale.
-Personaggi seduti in disparte, come in sale d’attesa-
Mi portano, invece, a pensare quanto la fragilità umana,
grazie a un rigoroso silenzio, possa tradursi in forza personale.
I graffiti contemporanei, con cui Michele in questo momento marca presenza, riportando all’Uomo Antico. Se la Storia è composta da sedimenti, l’espressione umana (per gli umani) non può esserne che il collante. Di volta in volta c’è sempre qualcuno che, abbandonate cacce e lotte per la sopravvivenza, ha la facoltà di dedicarsi alla Fiaba narrativa. Artigiani, artisti e gente comune hanno dato un loro contributo. Come una sorta di testamento, la memoria e l’esperienza di queste persone, ha raggiunto il cuore di chi ancora “sa ascoltare”. È tale dono del passato che Michele, in questo suo progetto, penso voglia rendere merito e dare continuità.” {ARRIGO MOZZO}