Michele Cossyro – Fluttuazioni
Dopo le recenti antologiche al Museo Riso di Palermo e a Pantelleria, curate da Bruno Corá, il Maestro pantesco, si presenta con una nuova mostra che approfondisce le tematiche della fisica e in questa presenta dei lavori con l’utilizzo delle tecniche del mosaico, di cui è massimo interprete nella scena internazionale dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
Si inaugura Sabato 10 Gennaio 2015 alla galleria Adalberto Catanzaro di Bagheria, la mostra personale Fluttuazioni di Michele Cossyro, una esposizione curata da Ezio Pagano con il testo critico di Marco Meneguzzo, che si potrà visitare fino al 11 Febbraio.
Dopo le recenti antologiche al Museo Riso di Palermo e a Pantelleria, curate da Bruno Corá, il Maestro pantesco, si presenta con una nuova mostra che approfondisce le tematiche della fisica e in questa presenta dei lavori con l'utilizzo delle tecniche del mosaico, di cui è massimo interprete nella scena internazionale dell'arte contemporanea.
L'esposizione che si tiene in una villa settecentesca bagherese, Villa Casaurro, voluto così il connubio tra arte contemporanea e antiche dimore, presenta un allestimento costruito per affascinare il visitatore accompagnandolo verso un percorso ben preciso e coerente, sino ad arrivare all'ultima sala dove si potranno osservare i buchi neri, ultima produzione del Maestro.
Saranno presenti opere degli anni 80' in bronzo come Frantumazione, alcune opere legate alla natura vulcanica e al concetto del mediterraneo come Gocce di Fuoco e opere legate alla fisica contemporanea tra cui Buco Bianco, Particelle Oscure e l'inedito Bosone di Higgs. Inoltre saranno esposte per la prima volta le ceramiche Pieghe Cosmiche Oro e Materia Oscura.
«Ora, qualcuno potrebbe dire che non cè paesaggio nei tuoi lavori, e che questi potrebbero essere definiti astratti:» scrive in catalogo il critico Marco Meneguzzo «io invece li penso come metafore del paesaggio mediterraneo, e addirittura come frammenti di esso, come la lava cristallizzata eppure ancor calda e rossa dellEtna, come il segreto svelato della perla nell’ostrica e nel termine mediterraneo cè anche molto mare o ancora, come quegli stupefacenti geodi, che fuori sembrano pietre, ma che allinterno racchiudono la meraviglia dei cristalli brillanti e luminosi che ne costituiscono il cuore. Non sono preziosi e neppure rari, ma sono nascosti e bellissimi».