Michele Sambin – Looking for listening
L’ esposizione sarà articolata in quattro parti sull’intero percorso espositivo della galleria per illustrare al pubblico l’uso delle diverse forme espressive: il video, il suono-molto importante nella ricerca estetico linguistica dell’artista, il disegno, la fotografia, la pellicola ed infine la fisicità del suo corpo che interagisce con gli altri linguaggi.
Comunicato stampa
In continuità con la programmazione espositiva della scorsa stagione, (Il cinema d'artista Italiano dall' Avanguardia alla Videoarte, promossa ed organizzata dalla Galleria de'Foscherari e dalla Cineteca di Bologna, con la partecipazione degli enti collaboratori: ASAC - Archivio Storico della Biennale di Venezia; Il Cavallino, storica galleria d'arte di Venezia; Il Centro Videoarte di Ferrara e La Casa Totiana di Roma), venerdì 2 ottobre alle ore 18.00 si inaugura, con una performance dell'artista, la mostra di Michele Sambin Looking for listening.
L' esposizione sarà articolata in quattro parti sull’intero percorso espositivo della galleria per illustrare al pubblico l’uso delle diverse forme espressive: il video, il suono-molto importante nella ricerca estetico linguistica dell’artista, il disegno, la fotografia, la pellicola ed infine la fisicità del suo corpo che interagisce con gli altri linguaggi.
Un elemento altrettanto importante che configura questo progetto è dato dalla sottolineatura reiterata del tempo. Un tempo avvolgente che scorrendo si consuma e si modifica. Michele Sambin è molto coinvolto dal fluire inesorabile del tempo che gli rivela con nitidezza come la sua immagine sia legata inscindibilmente alla sua arte.
Ogni nuovo lavoro è generato dall'imprinting che le opere precedenti hanno lasciato nella memoria e nella sensibilità di un artista fra i più lucidi, coerenti e sofisticati della sua generazione.
Mostra a cura di Lisa Parolo, con la collaborazione di Lola Bonora e Carlo Ansaloni .
Cenni Biografici :
Michele Sambin, Padova 1951
Regista, musicista e pittore conduce una ricerca che ha come tema il rapporto tra immagine e suono. Fin dai primi anni 70 indirizza il proprio interesse all’incrocio tra le varie arti: cinema, musica, video, pittura. In seguito utilizzerà il teatro come luogo di sintesi.
In una prima fase, contraddistinta dalla esplorazione del mezzo cinematografico (1968-1975), realizza alcuni film sperimentali con i quali partecipa a incontri internazionali tra i quali: Film Studio, Roma; Knokke Heist, Belgio; Le Rochelle e Beaubourg, Francia.
Diplomatosi in musica elettronica, a Venezia nel 1978, affianca alla ricerca con il computer le prime esperienze con il videotape, che diviene ben presto lo strumento principale delle sue opere.
Con il video realizza performance e installazioni producendo numerosi art tape nei quali si indagano le potenzialità espressive del mezzo televisivo. Sue opere sono state presentate a Bologna, Galleria d’Arte Moderna per la “Settimana Internazionale della Performance” Autoritratto per quattro camere, (1977); a Ferrara, Palazzo dei Diamanti; a Venezia, la Biennale “Artisti e Videotape” Looking for listening, (1977); a Milano, Palazzo Reale con l'installazione Il tempo consuma nell’ambito della manifestazione “Camere incantate”; e inoltre a Vancouver, Ginevra, Motovum, Londra.
Nel 1980 con Pierangela Allegro e Laurent Dupont fonda Tam Teatromusica e ne diventa direttore artistico. Per Tam cura regie, scene e musiche, sempre attento agli stimoli provenienti dalle nuove tecnologie, ma anche fortemente legato alle suggestioni della tradizione.
Le sue realizzazioni sceniche trovano spazio sia in campo teatrale che musicale cercando, nell’incontro tra i differenti ambiti, nuove ipotesi di composizione scenica, attraverso una personale forma di “teatro totale”. In ambito internazionale i suoi lavori con il Tam sono stati presentati in prestigiosi festival europei. Tra le produzioni in ambito di teatro musicale, ricordiamo la messa in scena di Repertoire di Mauricio Kagel (1981) Children’s Corner di Claude Debussy per il Teatro alla Scala (1986) Ages di Bruno Maderna per la Rai di Milano (1989)
Nel 1994 cura il progetto artistico Meditazioni i cui protagonisti sono i detenuti del carcere di Padova con i quali realizza varie opere video. Crea nel 2003 l’ensemble Tam /Oikos /East Rodeo con cui prosegue la ricerca sul rapporto immagine suono applicato alla scena teatrale.
Il suo lavoro artistico è stato oggetto di numerose tesi di laurea realizzate tra le altre all’Università La Sapienza di Roma, all’Università di Ferrara, Venezia e di Padova. Alcune di queste tesi hanno avuto come oggetto la sua pionieristica ricerca con il videotape. Il suo lavoro è riconosciuto inoltre in ambito critico, relativamente alla video arte ed è documentato, tra l’altro, nelle seguenti pubblicazioni: Una generazione intermedia (2007) a cura di Riccardo Caldura; ; Le arti multimediali digitali (Garzanti, 2005) a cura di Annamaria Monteverdi; Videotapes del Cavallino (2004) a cura di Dino Marangon. Invideo di Milano dedica a Sambin una retrospettiva dal titolo Il tempo consuma che ha avuto luogo allo spazio Oberdan (2003). Dal 2005 è docente alll’Università di Padova con l’insegnamento di Multimedialità nelle arti performative,. Per la monografia Megaloop l’arte scenica di Tam Teatromusica a cura di Fernando Marchiori ed.
Titivillus (2010) realizza la documentazione iconografica e il DVD allegato. Il volume raccoglie vari saggi critici sul percorso di Sambin e il Tam in ambito teatrale e multimediale. Nel 2013 in occasione dei cinquant'anni dalla nascita della Videoarte è invitato a presentare il suo lavoro a Marsiglia al Festival internazionale Instants Video. Nello stesso anno è presente con una sua opera alla mostra storica organizzata dal Mart di Trento dal titolo L'avanguardia intermedia.
E' di recente pubblicazione una monografia sul suo lavoro di ricerca dal titolo : Michele Sambin performance tra musica , pittura e video, a cura di Sandra Lischi e Lisa Parolo, edizioni Cleup. Il volume raccoglie saggi di studiosi delle università di Pisa, Roma, Udine, Torino e Padova.