Michele Zaza – Paesaggio magico
La Fondazione Noesi in Martina Franca ospita una importante mostra personale di Michele Zaza dal titolo Paesaggio magico, che comprende installazioni, immagini fotografiche e video.
Comunicato stampa
La Fondazione Noesi in Martina Franca ospita una importante mostra personale di Michele Zaza dal titolo Paesaggio magico, che comprende installazioni, immagini fotografiche e video.
Attraverso l'utilizzo di una fotografia intesa come mezzo per fissare le proprie riflessioni esistenziali, Zaza si concentra sul corpo - in particolare sul volto, suo e delle persone a lui vicine - per elaborare un ideale viaggio fisico e metafisico, dove tutto si fa spazio "poetico": il luogo, i corpi plastici, le immagini fotografiche, entrano in una trama di relazioni, rimandi, livelli di percezione e introiezione, da cui scaturisce un'immagine che si impregna di valori tra il totemico e il feticistico, tra l'allusivo e il fantasticante.
All'interno della ricerca dell'artista, il corpo e il volto diventano l'interfaccia con il mondo, lo schermo su cui proiettare un'atmosfera magica e carica di simboli. Per questa ragione il corpo e soprattutto il volto si trasfigurano, tesi verso il valore di sacralità dell'immagine. Essi "viaggiano" costituendosi in un corpo secondo, mentale, fatto di coscienza metafisica. Spesso sono dipinti di blu per indicare un'idea di trascendenza, di bianco per focalizzare un punto di energia vitale, di marrone per manifestare un legame con la terra, di nero per segnare una zona di silenzio. Nell'universo astratto che Zaza va man mano elaborando i volti sono assimilabili a vere e proprie icone, ritratti sospesi nel tempo e nello spazio, autentiche proiezioni di una spiritualità.
Attraverso un utilizzo della luce di chiara matrice teatrale, fa dunque emergere i volti da uno sfondo scuro e misterioso, come nelle opere Cielo abitato, 1985, incentrate su volti illuminati da una luce caravaggesca. I corpi e i volti ritratti nella mostra Paesaggio magico, 2011, si nutrono di forme plastiche, spesso in legno, di sculture cosmiche archetipiche, all'interno di una libera creatività che tutto reinventa.
È nella rappresentazione di un nuovo antro misterioso del vivente che si trova la possibilità di un universo immaginario, fatto di volti dorati, a volte con parti dipinte di azzurro, che appaiono e scompaiono nell'oscurità segreta dello spazio, volti animati dall'intrecciarsi di mani dipinte, sicuri di voler abitare una propria dimora cosmologica materiale e psichica, fatta di pareti azzurre e di forme germoglianti tracciate con molliche di pane. Un cosmo dove si sedimentano segni riconoscibili: le molliche di pane e il colore del cielo, le forme alate e i gesti del corpo. Un percorso onirico sviluppato nelle sembianze di un habitat umano capace di rigenerare l'invisibile quanto il potenziale visibile.
In una delle sale della Fondazione Noesi Zaza realizza un'installazione site specific dove la proiezione video di volti (maschile e femminile) con mani congiunte e in lenta apertura, abita la dimensione arcana di uno spazio magico: "una rappresentazione che mette insieme terra, cielo, uomo, coscienza. Una sorta di paradiso perduto dell'infanzia e della bellezza che permette una favola antropologica ritrovata, dove l'essere va oltre se stesso" (Michele Zaza).
La mostra sarà accompagnata da un contributo critico inedito di Elena Re.
Cenni biografici
Michele Zaza nasce a Molfetta il 7 novembre del 1948. Nel 1972 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Diagramma/Inga-Pin di Milano. Nel gennaio del 1973 Zaza espone da Marilena Bonomo a Bari. Dopo da Massimo Minini (Brescia), Annemarie Verna (Zurigo), Ugo Ferranti (Roma), Lucio Amelio (Napoli), Yvon Lambert (Parigi), Leo Castelli (New York). Mostre personali al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Cabinet des estampes du Musée d'Art et d'Histoire di Ginevra, Shchusev Architecture Museum di Mosca, Museo Laboratorio d'Arte Contemporanea di Roma, Mamco Musée d'Art Moderne et Contemporain di Ginevra, Centro Luigi Pecci di Prato. Tra le collettive, nel 1977 e nel 1982 Zaza partecipa a Documenta (Kassel); nel 1975 alla Biennale di Parigi e nel 1977 alla XIV Biennale di San Paolo. Negli anni Ottanta e Novanta partecipa a mostre presso il Centre Pompidou di Parigi, la Nationalgalerie di Berlino, la Hayward Gallery di Londra, la Staatsgalerie di Stoccarda, il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris.