Migrazione. Itinerari di arte contemporanea – Opiemme
L’arte contemporanea arriva nel Parco Nazionale delle Colline Metallifere tra i comuni della provincia di Grosseto. Opiemme realizza un intervento pittorico tra arte pubblica e landart.
Comunicato stampa
Pyros. Il vuoto del fuoco
Opiemme
Inaugurazione 1 agosto 2015 ore 18
Teatro delle Rocce, Gavorrano
L'arte contemporanea arriva nel Parco Nazionale delle Colline Metallifere tra i
comuni della provincia di Grosseto. Un itinerario che si snoda all’interno del
territorio invitando il pubblico a migrare da un sito all’altro, alla scoperta delle
opere temporanee e dell’archeologia industriale esistente. Una mostra diffusa
che si estende sul territorio con una serie di interventi concepiti per instaurare
un dialogo con il paesaggio e con le strutture conservate, frutto di un percorso
tra gli artisti e la specificità del sito.
Opiemme realizza un intervento pittorico tra arte pubblica e land art, fra stencil,
spray, pittura murale e segni lasciati con accumuli di gesso, proponendo un
itinerario che dalla strada di accesso alla Porta del Parco delle Colline Metallifere
accompagna il visitatore fino al Teatro delle Rocce.
Il suo percorso artistico inizia con una ricerca ben precisa sulla poesia. Ma
soprattutto con la volontà di portarla in strada, avvicinarla alle persone,
studiando nuovi modi con cui proporla per svecchiarne la comunicazione.
Il confine fra poesia e immagine è ciò che più gli interessa, in particolare il modo
in cui la parola possa trasformarsi in segno grafico arricchendosi di nuovi
significati.
Opiemme crea un percorso di avvicinamento al Parco disseminando una serie di
indizi poetici (C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, Giovanni Pascoli), riletture del
luogo, riflessioni sui temi della migrazione, dell’assenza, del vuoto da un luogo
originario e richiami alla storia mineraria di Gavorrano. Le lettere in caduta
libera si intrecciano con la storia del luogo aprendo a nuove suggestioni: “Il
vuoto della pirite sostituito dalle rocce della cava dove oggi sorge del teatro -
commenta Opiemme - il vuoto delle case degli operai migranti di Gavorrano. Il
vuoto dell'abbandono, del fallimento economico allorquando la pirite fu
sostituita dall’estrazione chimica del petrolio.” Questi gli elementi su cui è nato il
progetto con una pittura che interviene direttamente sulla pietra calcarea e sul
ferro corten.
Nella scenografica cornice del Teatro delle Rocce, la poesia diventa segno con cui
tracciare nuove immagini. Immagini da leggere, parole da guardare.
La poesia di Opiemme cerca occhi che la leggano in strada, pronta a sorprendere
con spunti di riflessione e riferimento a luoghi e momenti di cultura. Messaggi
poeticamente espressi ma fruibili da tutti, grazie a interventi site-specific che
uniscono le tecniche della street art con la progettualità dell’arte pubblica.
Il lavoro di Opiemme è stato presentato nei principali musei italiani e
internazionali come Fondazione Cini, Venezia; Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo, Torino; 5 Bienal del Fin del Mundo, Mar de la Plata, (Argentina),
Monumental Art Fest, Gdansk (Polonia) e seguito da testate quali The Huffington
Post.
I luoghi dell’intervento: muretto in cemento lungo la strada di accesso al Parco,
parete di roccia sotto l’insegna del Teatro delle Rocce, sala del plastico
all’ingresso del Museo, ingresso e cavea del Teatro delle Rocce.
Le date della realizzazione dell’intervento: 27 – 31 agosto 2015
Inaugurazione: 1 agosto 2015
Karin Gavassa