Mika Sperling – I Have Done Nothing Wrong

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA FOTO-FORUM
Via Weggenstein 2/1, Bolzano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
14/01/2025

ore 19

Artisti
Mika Sperling
Curatori
Sabine Gamper
Generi
arte contemporanea, personale

Il passato e il presente si intrecciano in I Have Done Nothing Wrong di Mika Sperling, creando uno spazio dove emozioni complesse, spesso confinate alla sfera privata, emergono con intensità. Vergogna, rabbia, senso di colpa e dialoghi sull’abuso sessuale si manifestano senza remore attraverso immagini d’archivio, disegni, fotografie e una pièce teatrale che costituisce il nucleo di questa opera.

Comunicato stampa

Il passato e il presente si intrecciano in I Have Done Nothing Wrong di Mika Sperling, creando uno spazio
dove emozioni complesse, spesso confinate alla sfera privata, emergono con intensità. Vergogna, rabbia, senso
di colpa e dialoghi sull’abuso sessuale si manifestano senza remore attraverso immagini d’archivio, disegni,
fotografie e una pièce teatrale che costituisce il nucleo di questa opera.
Ora madre, Sperling affronta il ricordo del suo defunto nonno che l’ha molestata sessualmente dall’infanzia
all’adolescenza. Questo lavoro apre un dialogo necessario sulla complicità familiare, la memoria e la
cancellazione. Durante il funerale del nonno, nel 2009, Sperling ricorda sua nonna sussurrarle: “sapevi che era
buono” – un ricordo violento che viene sfidato e decostruito attraverso l’atto consapevole del ricordare.
Questa narrazione si dipana attraverso lo sguardo dell’artista. Le immagini d’archivio comprendono fotografie
dedicate a “Marichen,” soprannome dato a Sperling dal nonno, catturando l’innocenza della sua giovinezza. In
contrasto, i ritratti del nonno con altre ragazze della famiglia vengono celati per proteggere la loro identità, ma
vengono anche descritti nel dettaglio. Queste descrizioni annullano intenzionalmente la sua personalità, mentre
al contempo lo rendono responsabile degli atti di violenza. L’eliminazione chirurgica della figura paterna si
contrappone alla delicata memoria di una giovane Sperling. L’atto del taglio, attento e preciso, diventa il fulcro di
questa esplorazione.
Le rose ricorrenti evocano la tenerezza della fiducia, dell’infanzia e della memoria, insieme alla violenza subdola
dell’abbandono e della vergogna—come spine celate dietro un dolce profumo. I disegni infantili e dai colori
vivaci sfidano l’immagine della “famiglia perfetta” e le nozioni di identità familiare. Le fotografie, realizzate in
collaborazione con suo bambino durante una passeggiata tra la sua casa d’infanzia e l’ex appartamento del
nonno, diventano tappe letterali e figurative di questo viaggio. In questo modo le immagini di Sperling sono una
collezione di contraddizioni: dall’esperienza dell’assalto al dolore della cancellazione; dall’atto del ricordare al
confronto, fino a quello finale del lasciar andare.
Nonostante queste tensioni, emerge un senso di speranza rinnovata. Quest’opera diventa una lettera d’amore a
se stessa per i decenni di silenzio sopportati. Perché nascondere queste verità? Perché portare una vergogna
che non ci appartiene? Quando la violenza non é messa in questione dobbiamo chiederci: “cosa rischiamo di
perdere?” Sperling esplora queste domande urgenti, posizionando lo spettatore in un luogo di compassione e
responsabilità, facendo rivivere il passato attraverso una lente rinnovata, urgente e attuale.
— Vasudhaa Narayanan