Mikulas Rachlik – I giardini degli Etruschi
Diciotto oli su tela che rappresentano la ricerca più recente dell’artista boemo, orientata a individuare un ambiente meno alienante per l’uomo, estraniato da se stesso nella realtà urbana postmoderna, la fragilità della quale ha costituito il tema centrale del ciclo delle Torri di Babele, eseguito per tutti gli Anni Settanta e di quello successivo delle Teste.
Comunicato stampa
Sabato 10 Novembre alle ore 17.00 nello spazio espositivo dei Magazzini della Lupa, in via della Lupa 10 a Tuscania, verrà inaugurata la mostra del pittore Mikulas Rachlik I giardini degli Etruschi. Diciotto oli su tela che rappresentano la ricerca più recente dell’artista boemo, orientata a individuare un ambiente meno alienante per l’uomo, estraniato da se stesso nella realtà urbana postmoderna, la fragilità della quale ha costituito il tema centrale del ciclo delle Torri di Babele, eseguito per tutti gli Anni Settanta e di quello successivo delle Teste.
L’Artista: Mikulas Rachlik nasce a Praga nel 1943 da una famiglia filocomunista della borghesia colta boema. Ammesso all’Accademia delle Belle Arti di Praga, si diploma nel 1968: anni durante i quali, sebbene il dogma del realismo socialista sia ancora dominante, già si stanno formando “focolai di rinascita”, indirizzati verso una manifestazione artistica più libera. Tutta la prima fase dell’opera di Rachlik ( il periodo praghese, 1963 – 1968) rivela l’ adesione a quella corrente che si riconduce alla storia della pittura - specificamente al Rinascimento e al Manierismo. I 60 disegni realizzati a matita tra il 1962 e il 1963, che costituiscono il corpo di illustrazioni di Balty - opera narrativa di carattere tolkieniano scritta dal padre František - già delineano quello che sarebbe stato l’ ambito creativo e tematico di tutto il suo lavoro a venire: la rappresentazione pittorica della condizione e del destino del genere umano e la problematica della ricerca d’identità; illustrazioni destinate a inaugurare nel 1995 la prima edizione della biennale Trieste Contemporanea - Dialoghi con l'arte dell'Europa centro orientale, con la mostra allestita presso la galleria Tommaseo e poi trasferita all'Istituto della Cultura Italiana di Praga. Nel settembre 1968, quando, naufragata la grande speranza della Primavera di Praga, il processo di normalizza¬zione torna a chiudere l'orizzonte, l’artista lascia il suo Paese per rifugiarsi a Firenze. Se la produzione artistica di Rachlik, immediatamente successiva al suo espatrio, conserva ancora il segno del periodo ceco, durante la sua permanenza a Milano (1970-1976), comincia progressivamente a essere permeata da elementi propri del Rinascimento italiano e delle pittura olandese ( il ciclo delle Torri e dei Paesaggi di Babele). Il rientro a Firenze di Rachlik (1976-1987) coincide con una fase di lavoro, in cui le esperienze esistenziali e creative si concretizzano in una serie di teste, che evidenziano la maggiore autonomia dell’ espressione artistica raggiunta in maturità. Degli Anni Ottanta, inoltre, l’importante esperienza teatrale come scenografo e costumista a fianco del regista Franco Enriquez protratta per un triennio e il rapporto privilegiato con la Galleria Husstege in Olanda.Nel 1988 Rachlik trasferisce il suo atelier in loft di Prato, città che l’apertura del Museo di Arte Contemporanea Luigi Pecci, diretto da Amnon Barzel, aveva trasformato in un interessante polo artistico. Scelta che consente a Rachlik di lavorare su formati di grandi dimensioni. Nascono così i cicli delle Porte - simbolici passaggi verso le quattro parti del mondo- degli Orti, dei Boschi, degli Elementi, degli Universi, tutte tele di grande formato nelle quali la luce è protagonista. Nasce il grande ciclo di pastelli sulla Storia dell’uomo, composizioni modulari costituite dall’assemblaggio di elementi di cm 50 x 70. E nascono anche i cartoni delle vetrate della chiesa dell’Ascensione di Prato, un’opera monumentale che si sviluppa per 150 metri quadrati e si avvale di una tecnica insolita in grado di riprodurre col vetro l’ effetto pittorico. Dal 2000, Mikulas Rachlik , attratto dal fascino che da sempre esercitano su di lui gli etruschi, trasferisce studio e abitazione a Vejano, nell’Etruria Meridionale.
Opere di Rachlik compaiono in musei italiani ed esteri: Art Museum - Prato; Ceske Museum -Praga; Galerie Klatovy- Klenova; Galleria degli Uffizi - Firenze; Museo Bargellini - Ferrara; Museo di Arte Contemporanea - Stia; Kunst Haus – Zurigo; Pinacoteca C. di Arte Moderna e Contemporanea – Sulmona; Museo Pamatnik Lidice (Museo della memoria –Lidice.
Tra le personali di maggior prestigio patrocinate da enti pubblici, si ricordano: Prato - Presentazione Ufficiale delle vetrate della Chiesa dell'Ascensione, 2004; Praga - Ceske Museum, 2001; Praga - Palazzo Lichtenstein, 2000; Massa - Castello Malaspina, 1998; Trieste - Biennale Italia-Europa, 1997; Firenze - Fortezza da Basso, 1994; Prato - Palazzo Pretorio, 1993.
Tra le monografie e i cataloghi personali si segnalano: G. Billi - D. Mafia, Mikulas Rachlik, Le vetrate della Chiesa dell’Ascensione di Prato, Città di Castello, 2004; Olaf Hanel, Mikulas Rachlik, Praga, 2001; Guglielmo Gigliotti, I dipinti di Mikulas Rachlik , Firenze, 1998; A.Barzel, Mikulas Rachlik, Firenze 1994.
Tra le antologie: G. Calandra, Pittori in Toscana, Firenze, 1994; T. Paloscia, Accadde in Toscana, Firenze, 1999; J.Kroutvor, Cesta na jih, Praga. 1999; F. Riccomini, Storia delle Arti Figurative nella Prato del tardo Novecento, Prato, 2002; G. Di Genova, Storia dell’Arte Italiana del ‘900, Bologna 2007.