Mimmo Paladino – Dalla pittura alla letteratura
La ricerca di Paladino si snoda tra pittura e scultura, tra installazione e scenografia, tra teatro e cinema.
Comunicato stampa
Mimmo Paladino (1948) esordisce a ridosso delle avanguardie degli anni Sessanta-Settanta. Da allora, ogni sua opera risponde a una complessa strategia costruttiva, grazie alla quale l’artista può condensare e riordinare simboli e figure di diversa origine ed estrazione senza chiusure stilistiche o cronologiche, rispettando un senso di armonia e bellezza antica.
La ricerca di Paladino si snoda tra pittura e scultura, tra installazione e scenografia, tra teatro e cinema. Centrale è il rapporto che l’immagine stabilisce con lo spazio al di fuori della cornice del quadro, dalla quale l’artista tante volte evade, sviluppando una speciale relazione con l’architettura e con la musica di cui riconosce i fondamenti matematici. Misure auree e rapporti archetipici organizzano la disposizione dei segni sulla superficie o nello spazio, in modo da caricare di energia ‘terrestre’ o ‘celeste’ ogni simbolo e ogni geroglifico, ogni archetipo figurale, anche quello più astratto o più decorativo.
Paladino riesce a ricomporre così ciò che va alla deriva, quanto appartenuto alla grande tradizione antica e arcaica dell’arte, senza escludere ideologicamente alcun ‘recupero’, alcun materiale o strumento della tradizione, sia occidentale che extra-occidentale. Punto di riferimento è la soggettività, intesa come universo della sensibilità e dell’immaginazione. L’artista, dunque, si ritira solitario a dipingere per integrare frammenti, figure e simboli di oggi e di ieri, per restituire tanto alla pittura quanto alla scultura una potenza espressiva illimitata e ciclica. In questo senso l’arte con Paladino torna ad avere una funzione mitica o sacrale, culturale e affabulatoria. Ogni sua opera è come un punto di approdo della cultura mediterranea, come uno specchio d’acqua, sulla cui superficie mossa emergono i frammenti sepolti delle civiltà antiche e dei primordi, per poi trascinarci nell’abisso del loro più originario significato.
Grandi musei italiani e stranieri hanno organizzato mostre personali di Mimmo Paladino e importanti collezioni pubbliche e private hanno acquisito sue opere. Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia e vanno inoltre ricordate almeno la retrospettiva al Forte Belvedere di Firenze (1993) e le installazioni ‘Montagna di sale’ (Napoli, Piazza del Plebiscito, 1995) e ‘Dormienti’ (Londra, Roundhouse, 1999, con musiche di Brian Eno). Attualmente l’artista vive e lavora tra Paduli (Benevento) e Roma.