Mimmo Paladino – Il tema dei fiori
Galleria Mazzoli inaugura la mostra personale di Mimmo Paladino Il tema dei fiori.
Comunicato stampa
Sabato 3 dicembre 2022 alle ore 18,30 la Galleria Mazzoli inaugura la mostra personale di Mimmo Paladino Il tema dei fiori.
L’artista torna ad esporre alla Galleria Mazzoli dopo la mostra EN DE RE del 1980, la personale del 1992, Dieci arazzi con Alighiero Boetti del 1993, Vasi Ermetici del 1994 e le mostre personali del 2012 e del 2014, proponendo un ciclo di opere inedite in cui sono protagonisti i fiori, soggetto ricorrente in tutta la storia dell’arte, dall’antichità fino ai nostri giorni.
Paladino realizza per questa mostra sia opere di grandi dimensioni che piccoli dipinti in cui convivono pittura, scultura, incisione e disegno e in cui campeggiano le sue teste, la figura umana e le sue classiche figure geometriche delineate con segni primordiali, opere in cui si percepisce il dialogo tra l’uomo e la natura attraverso le stratificazioni materiche e gli elementi floreali immersi nell’immaginario poetico dell’artista.
Nel testo del catalogo della mostra Lorenzo Madaro ci parla di “Fiori che germogliano, fiori che si amalgamano a corpi antropomorfi arcani, fiori che persistono e fiori che si dissolvono; fiori che lievitano verticalmente e altri che compiono viaggi imperscrutabili e che svelano in maniera ancor più precisa che per Paladino questo del fiore non è un tema fine a sé stesso, perché d’altronde nella sua ricerca non esistono tematiche, quanto piuttosto un presupposto che gli consente una maggiore disinvoltura e una libertà di segno, anche al di là del segno stesso.[…] La forma di questi fiori è totemica, arcaica, appartiene a un lessico visuale che nella ricerca del maestro è parte integrante di un alfabeto ermetico ma al contempo ormai famigliare. A guardarle queste tele sono singole sezioni di un discorso più ampio e aperto, sono elementi di un grande giardino, che è un tema che appartiene da tempo a Paladino.”
NOTE BIOGRAFICHE
Domenico Paladino nasce a Paduli (BN) nel 1948.
Negli anni ’60, affascinato dal clima culturale dell’epoca tra arte concettuale e Pop Art americana, si avvicina all’arte e dalle iniziali sperimentazioni concettuali l’artista trasferisce la propria attenzione sulla pittura figurativa. Nel 1978 compie il suo primo viaggio a New York, dove due anni dopo inaugura due mostre personali alla Marian Goodman Gallery e alla Annina Nosei Gallery. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione Aperto ’80, dove viene ufficialmente presentata da Achille Bonito Oliva la Transavanguardia. Nel corso degli anni ’80 la sua iconografia poetica prende forma, su tele di grandi dimensioni ricche di figure allegoriche, l’artista raffigura maschere inespressive, animali, simboli ricchi di evocazioni rituali primitive. L’artista non si rivolge solo alla pittura ma utilizza diverse tecniche: dal disegno all’incisione, all’inserimento nelle tele di elementi tridimensionali ed è costante e serrato il profondo dialogo con la scultura. Nel 1982 allo Zeitgeist di Berlino espone la sua prima scultura in bronzo policromo Giardino Chiuso, che diventerà evento espositivo alla Galleria Mazzoli l’anno seguente. Nel 1988 Paladino è invitato alla XLIII Biennale di Venezia, dove espone, nei giardini e all’ingresso del Padiglione Italia, una grande installazione con una porta di bronzo di sette metri e i primi Testimoni in pietra. L’attività espositiva estera iniziata negli anni ’80 si intensifica negli anni ’90: nel 1994 è primo tra gli artisti italiani contemporanei ad esporre alla Galleria Nazionale di Belle Arti di Pechino. È negli anni ’90 che comincia a realizzare importanti installazioni e interventi sugli spazi urbani come la installazione permanente Hortus Conclusus nel chiostro di San Domenico a Benevento (1992). Nel 1995 Napoli gli dedica una mostra alle Scuderie di Palazzo Reale, a villa Pignatelli Cortes e in Piazza Plebiscito dove installa la Montagna di Sale. Nel 1999 una grande mostra alla South London Gallery include 20 Testimoni, e nello stesso anno presenta l’installazione I Dormienti nel sotterraneo dellla Roundhouse di Londra, opera che dialoga con gli interventi sonori di Brian Eno. Lo stesso anno la Royal Accademy di Londra lo insignisce del titolo di Membro Onorario. In questi anni realizza anche numerose scenografie teatrali, attività che perdura tutt’ora e che gli vale nel 2004 il premio UBU per la migliore scenografia teatrale. Il Centro d'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel 2002, gli dedica una importante mostra retrospettiva a cura di Bruno Corà. Nel 2003 Paladino viene scelto come rappresentante dell'arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles: la scultura equestre Zenith è installata nella piazza della sede del Parlamento Europeo, dello stesso anno è la mostra Transavanguardia 1979-1985 al Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli, a cura di Ida Gianelli. Nel 2005 il Museo di Capodimonte di Napoli presenta una importante mostra dedicata a Don Chisciotte che prelude Quijote, il lungometraggio che dirigerà l’anno successivo presentato poi con grande successo al Festival del Cinema di Venezia. Nel 2008 tiene una mostra al Museo dell’Ara Pacis di Roma con l’apporto del musicista Brian Eno e realizza l’importante installazione Porta di Lampedusa - Porta d'Europa sull'isola di Lampedusa per commemorare i migranti deceduti in mare. Nel 2009 espone una serie di sculture en plain air che riempiono le strade, le piazze e i palazzi del paese di Orta S. Giulio, sul Lago d'Orta, curata da Flavio Arensi. Nel 2011 la città di Milano gli dedica una grande retrospettiva a Palazzo Reale, davanti al quale viene installata la monumentale Montagna di sale. Nel 2012 il Mic di Faenza espone le sue ceramiche e viene nominato Membro Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti in Vaticano da parte di Papa Benedetto XVI. Nel 2015 partecipa alla LVI Biennale di Venezia, e nel 2016 tiene una personale alla Galleria Christian Stein a Milano. Del 2017 è la personale Ouverture, con la collocazione di oltre 40 opere a Brescia, sia nel museo che presso gli spazi aperti pubblici della città; dell’anno successivo è la mostra Pane e oro con la Fondazione Made In Cloister di Napoli, evento che ha fatto da prologo per il progetto di mensa sociale in collaborazione con lo chef Massimo Bottura; nel 2019 tiene la mostra personale La Regola di Piero, ad Arezzo, dove l'artista dialoga con l'opera di Piero della Francesca. Nello stesso anno ha realizzato un’opera scultorea di grandi dimensioni, installazione permanente nel Parco Archeologico di Paestum. Tra le ultime installazioni ricordiamo nel 2020 l'opera PaladinoPiacenza, costituita da 18 cavalli monumentali in vetroresina posizionati in Piazza Cavalli a Piacenza. Nel 2021 gli viene conferita la Laurea Honoris Causa in Arti Visive presso la prestigiosa Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Quest’anno l’artista è impegnato nella realizzazione del suo secondo lungometraggio dal titolo La Divina Cometa, liberamente ispirato alla Commedia dantesca.
On Saturday 3 December 2022 at 18.30, Galleria Mazzoli opens the solo exhibition by Mimmo Paladino titled Il tema dei fiori (The Theme of Flowers).
The artist returns to Galleria Mazzoli after the exhibition EN DE RE in 1980, the solo show in 1992, the exhibition Dieci arazzi with Alighiero Boetti in 1993, Vasi Ermetici in 1994 and the solo shows in 2012 and 2014. He is presenting a cycle of works never shown before in which the protagonists are flowers, a recurring subject in the entire history of art, from antiquity to the present.
For this exhibition, Paladino has made large-scale and smaller works, in a combination of painting, sculpture, engraving and drawing, featuring his heads, the human figure and his classic geometric figures formulated with primordial signs. Works in which we can perceive the dialogue between man and nature, through material layering and floral elements immersed in the artist’s poetic imaginary.
In the essay for the catalogue of the exhibition, Lorenzo Madaro speaks of “Flowers that sprout up, flowers that mingle with arcane anthropomorphic bodies, flowers that persist and others that dissolve; flowers that rise up vertically, and others that make unfathomable voyages, and reveal in an even more precise way that for Paladino this theme is not an end in itself, because after all in his research there are no themes, but rather premises that allow him greater nonchalance, a semantic freedom, also beyond the sign itself. […] The form of these flowers is totemic, archaic, it belongs to a visual lexicon which in the artist’s research is an integral part of a hermetic but at the same time now familiar alphabet. Observing them, we see that these canvases are single sections of a wider, open discourse, part of a large garden, which is a theme that has belonged to Paladino for some time.”
BIOGRAPHICAL NOTES
Domenico Paladino was born in Paduli (BN) in 1948.
In the 1960s, fascinated by the cultural climate of the time, including Conceptual Art and Pop Art in America, he began to make conceptual experiments, then shifting his focus to figurative painting. In 1978 he made his first trip to New York, where two years later he had two solo exhibitions, at the Marian Goodman Gallery and the Annina Nosei Gallery. In 1980 he took part in the Venice Biennale in the Aperto ’80 section, where Achille Bonito Oliva officially presented the Transavanguardia. During the 1980s his poetic imagery took form on large canvases full of allegorical figures. The artist depicted inexpressive masks, animals, symbols rich in primitive ritual impressions. He no longer operated only through painting, but also utilized various other techniques: from drawing to engraving, to the insertion of three-dimensional elements on canvases, also in a constant, intense dialogue with sculpture. In 1982 at Zeitgeist in Berlin he showed his first sculpture in multicolored bronze, Giardino Chiuso, which was to become an exhibition-event at Galleria Mazzoli during the following year. In 1988 Paladino was invited to the 43rd Venice Biennale, where in the gardens and at the entrance to Padiglione Italia he presented a large installation with a bronze door seven meters high, and the first Testimoni in stone. The exhibition activity abroad, which began in the 1980s, became more intense in the 1990s: in 1994 Paladino was one of the first Italian contemporary artists to show work at the National Museum of Fine Arts in Beijing. In the 1990s he began to make large installations and projects in urban spaces, such as the permanent Hortus Conclusus in the cloister of San Domenico in Benevento (1992). In 1995 an exhibition was held in Naples at the Scuderie di Palazzo Reale, Villa Pignatelli Cortes and Piazza Plebiscito, where he installed the Montagna di Sale. In 1999 a large exhibition at the South London Gallery included 20 Testimoni, and that same year he created the installation I Dormienti in the underground spaces of the Roundhouse in London, a work in dialogue with sounds provided by Brian Eno. That same year, the Royal Academy of London made him an Honorary Member. During this period he also produced many theater sets, an activity that still continues today, which in 2004 brought him the UBU Prize for best set design. The Luigi Pecci Center for Contemporary Art of Prato, in 2002, held an important retrospective of his work curated by Bruno Corà. In 2003 Paladino was chosen as a representative of Italian art during the Italian presidency in Brussels: the equestrian sculpture Zenith was installed in the plaza of the European Parliament headquarters. That same year, the exhibition Transavanguardia 1979-1985 was held at the Castello di Rivoli Museum of Contemporary Art, curated by Ida Gianelli. In 2005 the Capodimonte Museum of Naples held an important exhibition on Don Quixote which led to Quijote, the feature-length film directed by the artist during the following year, presented with great success at the Venice Film Festival. In 2008 Paladino had an exhibition at the Museum of the Ara Pacis in Rome, with the participation of the musician Brian Eno, and made an important installation, Porta di Lampedusa – Porta d'Europa on the island of Lampedusa to commemorate the migrants who have perished at sea. In 2009 he showed a series of sculptures in the streets, squares and buildings of the town of Orta San Giulio, on Lake Orta, curated by Flavio Arensi. In 2011 the city of Milan organized a large retrospective at Palazzo Reale, with the installation of a monumental Montagna di sale in front of the building. In 2012, MIC Faenza exhibited his ceramics, and he was named an Honorary Member of the Pontifical Academy of Fine Arts in the Vatican by Pope Benedict XVI. In 2015 he took part in the 61st Venice Biennale, and in 2016 he had a solo exhibition at Galleria Christian Stein in Milan. The exhibition Ouverture was held in 2017, with the insertion of over 40 works in Brescia, in the museum and in public spaces around the city; during the following year, the exhibition Pane e oro was organized with the Made In Cloister Foundation in Naples, an event that was a prelude to the project for a charity soup kitchen in collaboration with the chef Massimo Bottura. In 2019, Paladino had a solo exhibition titled La Regola di Piero in Arezzo, in dialogue with the work of Piero della Francesca. That same year, he created a large sculptural work, a permanent installation in the Archaeology Park of Paestum. Recent installations include the work PaladinoPiacenza in 2020, composed of 18 monumental fiberglass horses placed in Piazza Cavalli in Piacenza. In 2021 he received an honorary degree in Visual Arts from the prestigious Università Alma Mater Studiorum of Bologna. This year the artist is working on the production of his second feature-length film, titled La Divina Cometa, freely inspired by Dante’s Divine Comedy.