MIPS Mega Informazione per Secondo. Tra infodemia e infosofia

Informazioni Evento

Luogo
UNIVERSITA' CATTOLICA
largo Gemelli 1 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/03/2023

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

Un’esposizione collettiva con i lavori di diciotto artisti contemporanei che coinvolge tutte le sedi dell’Ateneo di Milano, Brescia, Piacenza, Cremona e Roma, con l’obiettivo di rendere omaggio all’Università e ai suoi studenti passati, presenti e futuri.

Comunicato stampa

Per il progetto Itinerari di Arte e Spiritualità l’Università Cattolica del Sacro Cuore presenta la mostra MIPS Mega Informazione per Secondo. Tra infodemia e infosofia, un’esposizione collettiva con i lavori di diciotto artisti contemporanei che coinvolge tutte le sedi dell’Ateneo di Milano, Brescia, Piacenza, Cremona e Roma, con l’obiettivo di rendere omaggio all’Università e ai suoi studenti passati, presenti e futuri.

Itinerari di Arte e Spiritualità è il progetto che dal 2017 ogni anno dà vita a una esposizione di arte contemporanea negli spazi dell’Università Cattolica, coinvolgendo come curatori gli studenti dell’Ateneo, grazie alla sinergia tra il Centro Pastorale, coordinato da Padre Enzo Viscardi, e il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, con le professoresse Elena Di Raddo, Bianca Trevisan e Michela Valotti.

Per l’edizione di quest’anno il lavoro degli studenti-curatori ha esplorato il trait d’union tra nuove tecnologie e informazione. Il titolo della mostra è preso in prestito dall’ambito dell’informatica e fa riferimento all’unità di misura della velocità con cui un computer processa le informazioni: MIPS (Million Instructions per Second). È partendo da questa definizione che ben esemplifica la sovrabbondanza di informazioni del nostro tempo che si è sviluppata la riflessione fulcro della mostra.

In seguito all’avvento dei social media e al progressivo aumento della fruizione di notizie tramite i mezzi digitali, il nostro modo di interagire con le immagini e le informazioni è cambiato radicalmente. Grazie ai media digitali, il singolo non è più solo un fruitore ma ha la possibilità di diventare parte attiva del processo di moltiplicazione dell’informazione, alimentandolo, alterando le narrative e amplificando la condivisione. I singoli, oltretutto, hanno la possibilità d’interagire su un terreno comune, annullando le distanze e facilitando l’incontro con l’altro, arrivando così all’acquisizione di una nuova e più approfondita consapevolezza su scala globale. Non mancano però i problemi: la costante iperconnessione, l’esposizione a un numero illimitato di contenuti e la scarsa educazione all’uso di questi strumenti causano spesso effetti di straniamento nell’individuo.

Questi fenomeni rimandano al concetto di Infodemia, in cui l’informazione, nata dal basso, rischia di diffondere una narrazione errata, distorta o semplicistica della realtà: un concetto su cui, già nel 2014, si è espresso anche Papa Francesco: «la velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta. La varietà delle opinioni espresse può essere percepita come ricchezza, ma è anche possibile chiudersi in una sfera di informazioni che corrispondono solo alle nostre attese e alle nostre idee, o anche a determinati interessi politici ed economici. L’ambiente comunicativo può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci».

Ospitare una mostra che rifletta su queste tematiche negli spazi dell’Università Cattolica ha un preciso significato: l’istituzione rappresenta per eccellenza il luogo dell’approfondimento e della ricerca, con l’obiettivo non solo di trasmettere conoscenza, ma di incoraggiare un personale senso critico, una coscienza morale, civile e spirituale. In un mondo iperconnesso e attivo, a cui ognuno può contribuire direttamente, è centrale che ciascuno si senta responsabile.

Gli studenti che hanno curato la mostra hanno coinvolto diciotto artisti chiedendo loro una personale interpretazione del tema, dando vita così a performance e opere create appositamente per la mostra o a progetti che sono stati rielaborati alla luce di queste tematiche e contestualizzate nello spazio dell’edificio universitario.

Gli artisti coinvolti nel progetto sono Angelo Accardi, Afran, Luisa Anastasia, Paola Bazz, Federico Caputo, Maya Libera Castellini, Francesco De Molfetta, Rä Di Martino, Irene Dionisio, Manuela Granziol, Militon Manetas, Vincenzo Marsiglia, Stefano Mattozzi, Diego Randazzo, Andrea Stefanelli, Marco Tamburro, Carloalberto Treccani, Nicola Verlato.

Ognuno degli artisti è stato seguito personalmente da uno o più studenti-curatori: Davide Amata, Ecaterina Arama, Cecilia Ausenda, Arianna Sobilia Blancato, Elisa Buccheri, Mariavittoria Castellani, Monica Di Matteo, Francesca Fimeroni, Martina Mangia, Alissa Meraviglia, Anita Papa, Bianca Perrone, Martina Pini, Filippo Rachele, Marta Raffa, Marco Tariello.