Mirko nel tempo e nel mito
In occasione del centenario della nascita dell’artista, avvenuta il 28 settembre del 1910 ad Udine, la mostra Mirko nel tempo e nel mito celebra questo importante anniversario presentando una notevole ricchezza di opere: circa quaranta sculture e altrettanti dipinti e più di cinquanta disegni.
Comunicato stampa
Noto quale scultore e così qualificato da sempre nei testi di storia dell’arte, Mirko Basaldella è stato in realtà artista più complesso, ottimo disegnatore e pittore, e questa sua più ampia vena da qualche anno è emersa affrancandosi dalla maggiore fama della sua opera plastica, conferendo alla sua opera un più completo e sfaccettato ruolo artistico.
In occasione del centenario della nascita dell’artista, avvenuta il 28 settembre del 1910 ad Udine, la mostra Mirko nel tempo e nel mito - a Roma dal 31 marzo al 17 luglio 2011 al Casino dei Principi di Villa Torlonia – celebra questo importante anniversario presentando una notevole ricchezza di opere: circa quaranta sculture e altrettanti dipinti e più di cinquanta disegni.
L’esposizione è curata da Arnaldo Romani Brizzi e Alberto Mazzacchera, ed è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale e dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali. Organizzazione e servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura. La mostra è realizzata in collaborazione e compartecipazione con il Comune di Cagli ed in sinergia con la Regione Marche e l’Archivio Cagli – Roma. Nella città di Cagli la mostra, arricchita di ulteriori sezioni, sarà ospitata nelle sale del seicentesco Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli da agosto a novembre 2011. Prestiti fondamentali delle opere sono concessi dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (Edipo, del 1940, e la meravigliosa Chimera, dello stesso anno) e da enti e prestigiose collezioni private. La mostra, inoltre, documenta con alcune piccole sculture l’intensa attività didattica condotta da Mirko alla Harvard University, Cambridge (Massachusetts, USA) per dodici anni, dal 1957 all’anno della morte, il 1969.
Mirko si forma a Venezia, all'Accademia di Belle Arti di Firenze e alla Scuola di Arti Applicate di Monza, sotto la guida di Arturo Martini. Espone per la prima volta a Udine nel 1928, insieme con i due fratelli Afro e Dino, e nel 1934 si trasferisce a Roma avvicinandosi a Corrado Cagli e agli artisti e letterati della galleria della Cometa, dove tiene la prima esposizione personale nel 1936. Nelle prime sculture in bronzo, la sua tecnica già matura unisce la ricca vena fantastica alla trascrizione del mito alla luce del presente, assecondando le nuove tendenze di ambiente romano. Nella seconda metà degli anni ‘30 espone alla III Quadriennale il David, bronzo in cui l'espressionismo degli esordi matura in maggiore eleganza e compiutezza formale.
Il percorso espositivo pone in particolare evidenza il rigore civile ed etico della creazione artistica di Mirko, pur con l’inevitabile assenza in mostra della sua opera più nota e celebrata: i tre cancelli in bronzo realizzati a Roma per il Mausoleo delle Fosse Ardeatine, qui documentati dai suggestivi bozzetti e da fotografie. Questo lavoro, realizzato tra il 1949 e il 1951, ha contribuito notevolmente all’evoluzione della tecnica dell’artista indirizzandolo verso l’uso di strutture e materiali non tradizionali, quali il cemento, il metallo e le materie plastiche. Una ricerca e una scelta di nuovi materiali, anche poveri o poverissimi, per soluzioni di concettualità più elaborata.
Artista curioso e determinato ad affrontare le sfide innovative della tecnica scultorea e pittorica, Mirko è stato capace di sperimentalismi e di «ribellioni» alle linee e alle imposizioni dettate dalle teorie del momento. Sempre aperto alle evoluzioni artistiche, la sua opera è stata sensibile a suggestioni cubiste o post-cubiste (1946-47) - con la realizzazione di pitture e sculture policrome e polimateriche - alla cultura orientale e alle arti etniche, con la produzione, nel periodo tra il 1953 e il 1960 della serie delle Chimere e l’uso di lamine di rame e di ottone. Si potranno osservare, in questa sede, Oratore e Guerriero, entrambe del 1958.
Nonostante la sua costante ricerca, Mirko Basaldella è stato tuttavia fedele nel tempo alla figurazione rigorosa degli anni della sua giovinezza, costanza evidenziata in mostra da un dipinto importante e poco conosciuto La vita nei campi – Transumanza, del 1967, opera che preannuncia, con venti anni di anticipo, future sperimentazioni, da parte di artisti di generazioni successive. A tal proposito vanno citate due importanti opere pittoriche, quali Danza di Arlecchino, del 1958, e Genesi, del 1967.
Tra il 1948 e il 1952 espone in numerose mostre personali a New York, Roma, Milano e nel 1957 è nominato direttore del Laboratorio di design della Harvard University in Massachusetts, dove crea sculture monumentali per collezioni pubbliche e private. Scompare il 24 settembre del 1969 a Cambridge, Massachusetts.