Miró – Litografie originali
Elena Salamon ha selezionato circa quaranta litografie originali del Maestro per la sua galleria ubicata a pochi passi da Palazzo Chiablese – sede della mostra istituzionale Miró, in cui confluiranno circa 130 opere, per lo più dipinti a olio di grandi dimensioni realizzati dall’artista durante il suo lungo soggiorno alle Baleari, dal 1956 al 1983.
Comunicato stampa
Più che il quadro in sé stesso, quello che conta è ciò che sprigiona, ciò che diffonde.
L’arte può morire, quel che conta è che abbia sparso dei semi sulla terra
Joan Miró, Lavoro come un Giardiniere, 1959.
Le atmosfere oniriche di Joan Miró (Barcellona, 1893 - Palma di Maiorca, 1983) sono pronte ad avvolgere l’autunno torinese: Elena Salamon ha selezionato circa quaranta litografie originali del Maestro per la sua galleria ubicata a pochi passi da Palazzo Chiablese - sede della mostra istituzionale Miró, in cui confluiranno circa 130 opere, per lo più dipinti a olio di grandi dimensioni realizzati dall’artista durante il suo lungo soggiorno alle Baleari, dal 1956 al 1983.
Fra le produzioni artistiche del Novecento, quelle di Miró sono le più amate e apprezzate dal pubblico nonostante il linguaggio espressivo utilizzato non ne faciliti la comprensione: al limite dell’informale e molto più visionario di quello di Chagall, o di tutti gli artisti del Surrealismo, cor¬rente pittorica in cui il Maestro catalano si identifica.
Le opere di Miró possiedono la rara caratteristica di strappare un sorriso all’osservatore. Sorriso motivato dall’utilizzo di colori vivaci e allegri, dalle strane figure irreali e, in particolare, dai segni che assomi¬gliano agli scarabocchi dei bambini. La piacevolezza dell’opera, e la serenità che questa emana, porta il grande pubblico ad accettarne l’immagine anche se non ne comprende appieno il significato.
Miró fu tra i primi esponenti ad aderire al movimento surrealista che af¬fermava l’importanza della “dimensione del sogno”, asserto basato sulle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud. Ciò aprì agli artisti un nuovo mondo di rappresentazioni, di significati fino a quel momento ignoti e rinnovate dimensioni per l’arte figurativa.
Le immagini rappresentate sono la raffigurazione dei sogni, ciò che Miró “vedeva”. Il significato irrazionale di queste rappresentazioni rende facilmente percepi¬bile l’anima dell’artista; le sue opere sono allegre, gio¬iose, esprimono la semplicità e l’innocenza dell’infanzia: sono armonie di forme, astri in cielo, o semplici ideogrammi che trasmettono un mondo interiore di dolcezza e serenità. Per averne la conferma basta osservare l’espressione dei suoi occhi in una delle tante foto¬grafie: sono dolci e sereni proprio come quelli di un bimbo.
Joan Miró amava molto incidere e scolpire tanto che per molti anni abbandonò la tecnica pittorica per dedicarsi con maggiore attenzione a queste pratiche. Si contano più di duemila lastre realizzate dall’artista in tutto l’arco della propria vita: una pro¬duzione cospicua, complessa e assai rara, paragonabile solo a quelle Picasso e Chagall. Molte opere fu¬rono incise con il preciso scopo di produrre litografie e acque¬forti destinate a essere pubblicate come edizioni correnti.
Miró, litografie originali. rimarrà aperta al pubblico fino a sabato 24 dicembre, con un’apertura straordinaria per la Notte dell’Arte Contemporanea di Torino di sabato 4 novembre 2017.