Mizuno Katsuhiko – Giardini giapponesi
Quaranta fotografie di Mizuno Katsuhiko presentano i maggiori
giardini di Kyoto nelle quattro stagioni, topos imprescindibile
per letteratura e iconografia del Giappone di tutti i tempi.
Comunicato stampa
Durante le epoche Nara (710 - 794) e Heian (794 - 1185)
prende forma lo stile architettonico shindenzukuri che
dà vita a imponenti giardini con laghetto di cui godere in
barca, come lo shinsen’en. Nello stesso periodo, fra gli
aristocratici di corte, si diffonde la pratica di ospitare banchetti
e libagioni dentro giardini con sinuosi torrenti artificiali,
detti kyokusuien.
Il pensiero classico fa coincidere con l’anno 1052 l’inizio
del mappō, ultima epoca del Dharma, connotata da decadenza
morale. Con l’affermazione di questa concezione
della fine, assistiamo alla costruzione di jōdoshiki chisen teien,
giardini con laghetto che riproducono il paradiso
di Amida, la Terra Pura, considerato l’unico luogo in cui sia
ancora possibile raggiungere la buddhità. Ne sono un esempio
il giardino dei tempi Jōruriji e del Hōkongōin.
L’epoca Kamakura (1185 - 1333) si caratterizza per l’ascesa
della classe dei samurai; lo stile architettonico principale
passa dallo shindenzukuri allo shoinzukuri e i maestosi giardini
per il diporto degli alti dignitari di corte, i chisen shūyū
teien, lasciano il posto a giardini, perimetri acquatici ma di
medie dimensioni, da godere a piedi passeggiandovi attraverso,
i chisen kaiyū teien. Con il diffondersi del buddhismo
zen nella classe samuraica, i giardini, da luogo di divertissement
delle classi aristocratiche, si fanno luogo di contemplazione
ed esercizio spirituale. Nascono così, e in particolare
grazie al lavoro del monaco Musō Sōseki, i primi giardini
Zen, come quelli di Saihōji e Tenryūji, che si diffonderanno
gradualmente in tutto il paese.
In epoca Muromachi (1333 – 1568), a seguito della rivolta
Ōnin (1467 - 77), vengono rasi al suolo un gran numero
di giardini privati nel centro di Kyoto. In un clima di forte
instabilità, in luogo di quelli distrutti vengono costruiti giardini
secchi, i karesansui che, come il giardino di pietra del
Ryōanji, mediante le forme dinamiche esprimono una forte
tensione. Questo nuovo stile, mescolandosi alla cultura
fastosa del successivo periodo Momoyama (1568 - 1603)
darà vita a giardini caratterizzati da imponenti composizioni
rocciose.
Durante la lunga pace che caratterizza il periodo Edo
(1603 - 1868), il giardino giapponese si sviluppa in forme
molteplici: dai maestosi giardini delle residenze imperiali di
Kyoto, come lo Shūgakuin, ai raffinati giardini secchi dei
templi buddhisti, come Shōden’in e Shisendō, fino ai piccoli
giardini del tè che hanno il compito di guidare alla cerimonia,
come nei templi Kōtōin e Enrian, i roji teien, dall’atmosfera
frugale, realizzati entro spazi ristretti tramite calcoli
minuziosi e soluzioni ingegnose.
Infine, dall’epoca Meiji (1868 - 1912) il giardino giapponese
continua a svilupparsi e diffondersi in maniera esponenziale
fino ai giorni nostri.
Mizuno Katsuhiko
Nasce a Kyoto, quartiere Kamigyō, nel 1941.
Laureatosi presso il dipartimento di Letteratura
dell’Università Dōshisha di Kyoto prosegue gli studi
al Tokyo College of Photography. A partire dal
1969, attraverso le sue fotografie, si appassiona ai
paesaggi di Kyoto. Esperto di cultura tradizionale
giapponese, la sua attività si concentra nel settore
editoriale.
Nel 2000 inaugura la galleria fotografica personale
Machiya Shashinkan, altresì detta Townhouse Photo Hall.
Nel 2002 il suo Lanscapes for Small Spaces viene
designato Book of the Year per la sezione Home &
Garden, nel noto concorso indetto dal Fore Word
Magazine. Ha pubblicato 140 libri, in maggioranza
raccolte fotografiche. È membro di Japanese
Professional Photographers Society e Japan Society
for Arts and History of Photography.
Istituto Giapponese